Eccomi, perdonate la latitanza.
Anzitutto grazie mille per i commenti, dopo tanta fatica fa molto piacere sapere che il risultato sia apprezzato. Capita che quando si lavora moto su qualcosa si perda obiettività e il parere esterno è fondamentale. Grazie davvero a tutti!
@ cervotto: no, non ho seguito questa tecnica e non ho usato stoffe e amido. Ho fatto delle prove con tessuti (batista e percalle in particolare) e stampi fatti a mano con creta, ma, secondo me, i tessuti sono troppo spessi e la trama ancora troppo grande per questa scala. Ecco un risultato ottenuto con questa tecnica che mi ha spinto a cercare altro:
Provo ora a descrivere il procedimento usato.
Avevo in mente alcuni obietti:
- spessore: dovevano essere sottili, molto più sottili del tessuto che a volte viene impiegato nei modelli.
- trama: non doveva essere visibile, in scala 1/96 la trama del tessuto non si vede
- traslucenza: dovevano mostrare il classico effetto controluce
- doppia curvatura: per intenderci non un pezzo di parete di cilindro, ma, al più un settore di sfera oblunga
- solidità: per resistere alla tensione applicata dalle manovre e sopportare, come dice Guccini, "le ingiurie degli anni"
- presenza delle pieghe, soprattutto in corrispondenza dei punti di ancoraggio.
Dopo molte prove con materiali diversi, la scelta è ricaduta sul modelspan. Questo materiale viene usato dai modellisti dinamici per foderare le centine degli aerei RC. E' una sorta di carta, che, quando inumidita, si comporta come un tessuto e resiste molto bene alle tensioni prima di sfilacciarsi. Asciugandosi si contrae un poco e tiene la forma presa.
Il colore base è bianco ed è anche molto trasparente.
Ho quindi provveduto a colorarla su entrambi i lati con colore acrilico non diluito. Sono partito dal bianco titanio al quale ho aggiunto bianco avorio e un punta di nero.
Ho steso il colore su tutti e due i lati per coprire meglio e per dare più corpo alla vela. Con la vela dipinta basta farla asciugare come se fosse un panno steso. Con le pezze preparate ho creato delle dime delle singole vele in carta, partendo dal piano velico riscalato per essere della stessa dimensione del modello.Le dime mi hanno permesso di tracciare le vele sul modelspan colorato, aggiungendo, a matita, le cuciture su tutti e due i lati. Ho fatto delle prove incollando le singole strisce di tessuto come nelle vele vere ma presentavano caratteristiche di elasticità poco adatte ad essere formate in secondo tempo. Per questo ho preferito disegnare le cuciture. Ancora una volta, in questa scala, il filo vero non avrebbe avuto senso. Il bordo della vela ha un'eccedenza, che va poi ripiegata per simulare la cucitura esterna, l'effetto diventa evidente in controluce.
Si taglia lungo il bordo e si arriva qui:
Lungo il bordo ho fatto passare un filo di rame da 0.2 mm. Alcune sezioni sono lunghe ed è fondamentale che sia dritto. Dopo averci perso un poco di tempo mi sono reso conto di una cosa che forse voi già saprete: attorcigliando il filo metallico, lo si rende bello dritto e uniforme. Farlo a mano era impensabile e il trapano elettrico non è una scelta percorribile (lavoro al modello la sera tardi, mentre tutti dormono). Ho quindi rispolverato i miei fidati lego technic e mi sono fatto un arrotolatore a mano, eccolo in funzione:
Pochi giri di manovella e la grande riduzione degli ingranaggi fa fare decine di giri al filo, restituendo un filo drittissimo!
Piego quindi il bordo eccedente della vela e faccio passare lungo il bordo il filo di rame, creando gli occhielli per le far passare le manovre:
Il bordo ripiegato viene incollato con colla vinilica per sigillare tutto.
A questo punto procedo con i fori per gli anelli che permettono alla vela di scorrere sullo strallo (spero sia corretto, in inglese "stay").Per simulare le pieghe dovute alla tensione della tela e alla sua massa, piego il profilo della vela tra un foro e l'altro, spero che la foto renda l'idea:
La vela deve ora essere preparata per la formature. Nel caso delle vele triangolare, al posto dello strallo uso un bastoncino di legno sul quale inferire la vela provvisoriamente.
aggiungendo anche scotte provvisorie fatte passare nell'asola di filo di rame ai piedi della vela.
Ora sistemo tutto su un accrocchio in grado di tenere la vela sospesa orizzontalmente e che permetta di regolare l'angolo tra la scotta e la vela stessa:
Per simulare la pressione del vento ho utilizzato farina per alimenti all'interno di un sacchetto di plastica da congelatore, sono lisci e morbidi. La farina si adatta bene alle superfici, è abbastanza densa ed esercita forza sufficiente a piegare la tela, la quantità va regolata in funzione della vela. Quando tutto è pronto inumidisco la vela nella parte inferiore con un nebulizzatore e acqua. Il modelspan inizia e prendere forma e si creano curve e pieghe. In questa fase è molto importante controllare la tensione sulle vela, sarà lei a determinare il risultato finale. Per accelerare il processo, quando la forma mi soddisfa asciugo tutto con l'asciugacapelli. Grazie al filo di rame e alle proprietà del modelspan, la vela mantiene la forma che ha preso quando era bagnata. Ora è il momento di sporcarla un poco, per rompere l'uniformità del suo aspetto. Ho usato una mina di matita HB sbriciolata su carta vetro, raccogliendo la polvere con un pennellino e stendendola nei recessi, per sottolineare le curve, simulare lo sporco e aumentare la tridimensionalità. Qui un confronto tra una vela immacolata a destra e una sporcata a sinistra
Mancano ancora gli anelli di ancoraggio allo strallo (che avranno sicuramente il loro nome, in inglese hanks) e le scotte con relativi bozzelli. Gli anelli sono fatti partendo da filo brunito da 0.2 mm si spessore, arrotolato su un cilindro di dimensioni opportune e poi tagliati uno ad uno. Vanno fatti passare nei fori praticati in precedenza e fissati con una punta di cianoacrilica gel, in modo che rimangano in posizione simulando la tensione del vento.
Ecco la vela completa prima di essere montata:
Siamo quasi alla fine: aggancio la vela allo strallo facendolo passare in ciascun anello (che ho lasciato leggermente aperti per agevolare questa fase). Serro tutti gli anelli per chiuderli, faccio passare le drizze e i caricabasso (grazie killik!) e per ultime le scotte. Le scotte sottovento, che devono essere tese, sono mantenute in tensione aprendo la vela fino alla posizione voluta. Mentre tutto è in posizione le cime vengono spennallate con cianoacrilica liquida che, solidificando, le rende rigide, mantenendo tutto in posizione. Anche le cime sopravento sono una bella sfida, ho lavorato molto per dare l'idea della gravità che le fa penzolare. é stata utilissima la cera d'api. Passo tutti i fili con la cera prima di usarli per eliminare i pelucchi e renderli più uniformi. Utilizzandone un poco più del solito si riesce, con pazienza, a dare la giusta curvature che simula, appunto la gravità. Ecco, credo sia tutto, almeno per sommi capi. Scusate, mi rendo conto di aver scritto un poema e spero di non avervi annoiato troppo!