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Vecchio 16-04-13, 07:55 PM   #1
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mastino è un nome conosciuto a tutti!mastino è un nome conosciuto a tutti!mastino è un nome conosciuto a tutti!mastino è un nome conosciuto a tutti!mastino è un nome conosciuto a tutti!mastino è un nome conosciuto a tutti!
predefinito [reporVINtage]C'era una volta...

Apro questa discussione per i vecchi come me e per i giovani, per chi c'è stato e per chi non c'era; per chi quel giorno lì inseguiva una sua chimera (cifr.: Fossati Ivano-La mia banda suona il rock).

Comunque ricordo quella volta in parrocchia. La polisportiva di San Protaso aveva organizzato una giornata dello sport in parrocchia, sapete no quando si mette in piedi una di quelle manifestazioni che durano due settimane con griglia, patatine, corse nel sacco, pesca della paperella, tiro a segno col gatto e cose così, insomma in mezzo, tramite l'assessore alla cultura che aveva il cognato commesso in un negozio di modellismo, si era messo a fatica insieme una batteria mista di modellisti da strapazzo. La notizia divulgata tramite ciclostile della parrocchia (oddio, lo sapete cos'è un ciclostile? mi sa che gli ultimi... lasciamo perdere che è apologia di reato), dicevo la notizia tra il ciclostile, le locandine fatte a pennarello dai ragazzi del catechismo appese nelle scuole e nei negozi varcò i confini del paese e giunse fino alla città dall'altra parte del ponte dell'autostrada, una miserissima due corsie senza emergenza. Di là, modellisti molto più scafati e pieni di hopup ed ammenicoli variamente colorati ad abbellire ed inutilmente appensantire i modelli, attirati dai lauti premi promessi (anche se solo vagamente accennati, ma tutta roba da palati...fini) convinti di essere terribilmente più competitivi e che fosse gioco facile avere ragione degli umili parrocchiani aderirono in blocco. Il costo simbolico di "offerta libera" dell'iscrizione fece il resto.

Si decise e comunicò nei giorni precedenti la manifestazione che la gara avrebbe avuto luogo nel campo da calcio, il regolamento recitava in poche o nulle parole, in pratica, che chi prima arriva vince. Motori, gomme, serbatoio, modelli... niente di specificato e quindi tutto libero. Insomma si prospettava una "carnage" modellistica dove ... ne rimarrà solo uno.

Ognuno preparò la macchinina secondo il proprio gusto e sentimento in un ottica "campo da calcio".

Qui occorre fare un distinguo; mediamente i campi da calcio delle parrocchie sono differenti dai normali campi da calcio. In genere al posto dell'erba c'è un ghiaino sottile che tutte le volte che cadi ti si infila sotto pelle e ci vogliono due giorni in vasca con l'acqua calda per convincerlo a liberare le rotule spellate a vivo. Anche i gomiti soffrono il ghiaino del campo dell'oratorio e allo stesso modo si suppone la meccanica delle macchinine. Poi alcuni oratori invece hanno campi da far invidia a San Siro pur mantenendo le stesse maledette buche. Li si forgiano le caviglie dei futuri chierichetti. Il vicario passa le notte a fare buchette nel campo da calcio per insegnare ai chierichetti che la strada per la salvezza è irta di ostacoli. Nella città di là dal ponte invece il campo da calcio era quello del barnabeu, roba da sciuri. Logico quindi che il concetto di campo da calcio non poteva essere lo stesso per tutti.

Arrivò anche il giorno antecedente la pugna. Gli organizzatori coadiuvati dal commesso del negozio in qualità di consulente esperto si riunirono nella sala del commiato parrocchiale perchè lì avrebbero potuto ragionare in santa pace. nessuno sarebbe arrivato sin lì a disturbarli e loro con i consulente avevano da disegnare la pista per l'indomani. Pista una volta non comprendeva corsie rialzate per i rifornimenti che a dire il vero nessuno prese nemmeno in considerazione. probabilmente perchè nessuno sapeva servisse rifornire. Il consulente rimase sul vago andante, meno cose tiriamo fuori prima ce ne andiamo da questa sala tetra, deve aver pensato. Insomma, sul retro di un manifesto venne fatto i disegno della pista. A disposizione un'area 80 x 60 per pista e piloti. Recintiamo qua, delimitiamo la, prendiamo il palco dove la sera suona il gruppo e lo usiamo per pilotare. Tutto deciso, tutto stablito, appuntamento per le sette e trenta del giorno dopo. Saluti e baci e liberi tutti. Ognuno raggiunse le proprie case. Nessuno diede uno sguardo al campo da calcio.

[continua]

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Vecchio 16-04-13, 10:08 PM   #2
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Il mattino dopo, di buon ora, i primi aspiranti vincitori erano già in pista, solo che la pista non era in campo e con sommo disgusto dei "cittadini" anche il campo non sembrava molto in forma. Erba zero e la solita infilata di sassolini con spigoli e bordi come lame. luccicavano di brina all'apparire dei primi raggi di sole. Ridevano, di sicuro. Degli organizzatori nessuna traccia, il consulente latitava.
La pista così faticosamente ragionata il giorno prima rischiava di naufragare e già si sentivano i primi brontolii soffiati a fil di labbra. Intanto, alla spicciolata, ecco che il comitato promotore era arrivato. La pista che a penna sembrava tanto facile a farsi, una volta allestita con del nastro da cantiere bianco e rosso che proprio non ne voleva sapere di stare a posto era un disastro. Sarà che ghiaino dentro e ghiaino fuori era un gran pasticcio, sarà che il nastro svolazzava indomito di qua e di là... sarà quel che sarà ma il comitato iniziò a sudare freddo.
Nel frattempo i modellisti si moltiplicavano, a quelli di città e ai "locali" si erano aggiunti zii e cugini venuti da oltre il fiume e tutti avevano un modello. Abbastanza discutibile anche l'accezione al termine, modello.
Chi con la GIGnikko, le SonicAnimal impazzavano, chi con delle fiammanti Tamiya, il TA02 carrozzato Celica quattro fari e RS Cosworth erano l'ultima frontiera e naturalmente tanti scoppiettari. Mantua Unika e Crono Europa si dividevano i favori, complice il solito negozio dove lavorava il commesso, ma anche alcune anziane Yankee ed una Mugen Sport che doveva aver visto tempi migliori. poi altri modelli ben più difficilmente riconoscibili, una volta il modellismo era anche molto freak.
L'arrivo del consulente, in colpevole ritardo giustificato però dalla presenza della procace fidanzata, fu salutato da un applauso dei concorrenti e da un sospiro di sollievo degli organizzatori. Mai si sarebbero immaginati di trovarsi di fronte ad una trentina di partecipanti aspiranti vincitori tra i quali spiccavano almeno un paio di elementi esagitati.
Età media, MEDIA; dal bimbo al vecchio zio.
Capacità media , MEDIA; dal neofita che confonde la destra con la sinistra quando il modello gli corre incontro al concorrente presente a tutte le gare del salame e con un lontano passato di eccellenza.
Il consulente gestì le iscrizioni come sembrava giusto fare; aveva messo la fidanzata al tavolo e l'avvenente signorina segnava il nome e la frequenza su un foglio, li accoppiava ad un numero, e su un altro foglio di di etichette adesive vergava a pennarello un paio di numeri che consegnava al concorrente. A questo punto il concorrente lasciava nella cassetta della parrocchia l'offerta, lanciava uno sguardo goloso al tavolo dei premi ed un altro altrettanto ben dentro la scollatura della procace ragazza e liberava il posto per il successivo. Si continuò così fino alla fine.

Trentuno iscritti trentuno diedero inizio e vita alla prima coppa di automodellismo radiocomandato della parrocchia di San Protaso.
Il mondo la ricorderà come 1° CopAuRa PaSaPro. Da allora nulla fu come prima, a San Protaso. Il modellismo invece continuò come prima.

Insomma, mentre il commesso consulente gestiva e stilava le batterie mantenendo un occhio di riguardo per i clienti buoni ed un occhio alla "procace" troppo sfarfallante qua e là, i modellisti ottenuta il pista aperta e via alle libere cominciarono a tramestare tra palco e realtà (cfr.. Ligabue Luciano), dove la realtà era fatta di ghiaino infido e nastro svolazzante. Ma tant'è, noi lo sappiamo bene, il vero modellista si riconosce nel momento del bisogno ed infatti i primi impellenti bisogni vennero espletati dietro ai platani che circondavano il campo da calcio.
Il primo tentativo di suddivisione in classi "scoppio" ed "elettrica" si rivelò un fallimento. Come poter mettere allo stesso livello un mezzo scoppio d'annata con uno di rango? oppure un automodello con un giocattolo? ognuno voleva il proprio mezzo in una specifica categoria e si scopri che per i trentun piloti sarebbero state necessarie troppe categorie.

giocattoli elettrici, divisi in duewd con diff, 2wd senza diff, 4wd, cingolati ed affini
elettrici top divisi in duewd e quattrowd
elettrici stock, come sopra
scoppio vintage, 2wd e 4wd
scoppio kit 4wd
scoppio autocostruite 4wd e 4wd/4ws
motozappe
motofalciatrici
motocarrozzelle

Si rischiava il delirio, ma il coup de theatre del consulente salvò al volo capra e cavoli. ESTRAZIONE!
La sorte avrebbe stabilito la formazione delle batterie, senza contare che, di fronte alla SORTE, nessun cliente avrebbe avuto nulla da ridere.

E questo fece la fortuna e diede fama al 1°CopAuRa PaSaPro.



[continua]
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Vecchio 16-04-13, 10:32 PM   #3
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[continua domani, và!]
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Vecchio 17-04-13, 07:09 AM   #4
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Vecchio 17-04-13, 10:17 AM   #5
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Vecchio 17-04-13, 11:37 AM   #6
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La descrizione della parrocchia mi ha fatto tornare indietro a quando ero più piccolo, complimenti un poeta
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Vecchio 17-04-13, 01:57 PM   #7
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Nel frattempo noi vari modellisti IGNARI di ciò che si tramava sui tavoli del potere continuavamo imperterriti a provare il tracciato. I giri si succedevano ai giri anche perchè l'assetto variabile del tracciato non permetteva la messa a punto ottimale dei modelli. Chiaramente per qualcuno la messa a punto era del tutto un non problema. Le Nikko tali erano e tali avevano da rimanere anche se più di un qualche Sonic Animal cominciava a manifestare problemi. L'azione abrasiva del ghiaino cominciava a farsi sentire e i primi cingoli avevano già cominciato a lacerarsi. A dirla breve, dopo i primi 12 minuti la maggior parte dei giocattomodellisti erano al palo, anzi al muro, attaccati all'unica presa elettrica tramite una prolunga multipla fornita dall'assessore cognato del commesso, babbo previdente di un player in erba. Peccato che la piena carica sarebbe stata raggiunta solo dopo le canoniche 14 ore. Dopo 20 minuti tutti i giocattomodellisti erano fermi al muro e solo allora il consulente diede il pista chiusa, declamò a gran voce le batterie, e dichiarò il dieci minuti al via.
Panico totale.
Chi non aveva sentito il proprio nome, chi non aveva capito in quale batteria, chi nemmeno sapeva cosa fosse una batteria. I successivi minuti servirono a districare la matassa di numeri e nomi e batterie. Il consulente era stato abbandonato anche dalla donzella ed era solo a gestire l'orda modellistica. Non essendosene però accorto nemmeno si pose il problema. Sta di fatto che la prima batteria si schierò sulla linea di partenza.
Ora, la partenza delle batterie di qualche anno fa è sostanzialmente differente da come le vediamo e viviamo oggi; una volta si partiva schierati in parata, dieci modelli in linea sul rettilineo, la miglior traiettoria la prendeva il meccanico che prima arrivava col modello in mano, ed era una specie di via al palio di Siena. Solitamente ci si schierava ad inizio rettilineo, lunga sgroppata fino alla prima curva e poi ci si divideva secondo due scuole di pensiero. Quelli convinti di riuscire a passare per primi e quelli che aspettavano che i primi si incastrassero l'un con l'altro per passarli tutti sul largo.

Alla parrocchia di San Protaso le cose non furono un gran che differenti. Le Tamiya elettriche in bell'ordine, ferme in attesa dello start, le scoppio che nervosamente accelleravano per poi frenare e tornare sul posto dato che quasi nessuno aveva un meccanico, i pochi giocattoli a batteria semicarica a seguire. Finalmente la riapparsa signorina diede il là alla pugna con un vezzoso sventolio della sciarpa. Il gruppo partì. Nessuno vide più nulla per qualche secondo. Il commesso non vide la spallina del reggiseno della ragazza stranamente ritorta su stessa.

[continua]

Ultima modifica di mastino; 17-04-13 a 07:33 PM
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Vecchio 17-04-13, 04:15 PM   #8
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aristotele diventerà qualcuno prima o dopo!
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Dai, continua
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Vecchio 17-04-13, 09:22 PM   #9
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La coltre di polvere tardò a dissolversi, aggiungeteci la ridotta altezza del palco e la poca dimestichezza nella gestione dell'adrenalina da competizione dei più, fatto sta che la prima curva fu affrontata in modo molto spavaldo e una parte dei modelli nemmeno l'affrontò.
Ovvero, due o tre mezzi, superata la blanda delimitazione del nastro si infilarono dritti sotto al porticato diretti verso nuove avventure.
Non furono mai più ritrovati.
Gli altri continuarono imperterriti, e senza ulteriori défaillance la batteria ebbe termine.

La seconda batteria vedeva alla partenza un solo concorrente. Senza infamia e senza lode il mezzo scoppio scoppiettò in lungo e in largo per tutti i cinque minuti riempiendo di polvere e fumo i gruppi di curiosi che si erano riuniti in pochi e selezionati punti sicuri al delimitare del tracciato.

Nella terza batteria due delle Tamiya presenti affrontavano quattro scoppio agguerritissime e cittadinissime oltre a un povero giocattolo. Forti del minor peso, seppur alimentate da una pila 1700nicd e spinte da un modesto 14t brushed ( e scusate ma all'epoca ciò era troppo TOP) le tamiya schizzarono avanti inseguite dal branco scoppiettante che pagava al via da fermo il lento abbrivio del .21 alimentato a ricino + 10%nitro probabilmente anche mal supportati da frizioni non proprio all'altezza del tipo di terreno. Insomma, in fondo al rettilineo le tami stavano ancora in testa galleggiando leggere sul brecciolino, pista libera davanti, ottima visibilità per tutti tranne per il branco dietro, accecato dall'affronto dei due diecini elettrici e silenziosi col muso ben piantato avanti al loro. In entrata della curva il fattaccio, il branco piombò come falco sulla colomba tamponando le due tamiya che si dissolsero nell'aria in un turbinio di pezzi di lexan e ABS come solo la F1 di Gutierrez e Sutil quasi trent'anni dopo sapranno imitare. Lì finì la manches per i più, liti e spintoni, qualche sputo e l'applaudo del pubblico alla Nikko Dictator che sola soletta arrivò al traguardo.
L'ultima batteria non lasciò il segno, nessuno dei partenti riuscì a giungere al termine dei cinque minuti.

All'inizio della terza manche cominciò di nuovo a serpeggiare il malumore; nessuna comunicazione da parte della direzione, il commesso visibilmente sotto stress era costretto a cronometrare da solo avendo di nuovo perso il contatto con la preziosa aiutante tanto che l'assessore oramai la sostituiva nello sventolare la sciarpetta. Altro distinguo per chi non modellava negli anni dell'oro. Si cronometrava a vista, una crocetta su un foglio ad ogni passaggio del modello sul via. Niente mylaps e AMB, nessuna pulce o trasponder. Zero software e stampanti.
Con l'animo in subuglio i piloti restanti si accinsero ad affrontare l'ultima prova. Le ultime quattro batterie non videro nessun giocattolo tra i partenti e la categoria si autoeliminò. Solo il ghiaino imperterrito resisteva opponendosi passivamente al passaggio dei modelli. Il nastro bianco e rosso invece era strappato e svolazzante qua e là, se non avvoltolato su cardani ed ingranaggi o appeso ad alettoni ed antenne. Alla fine venne annunciata la pausa pranzo.
La classifica e la composizione delle semifinali sarebbero state comunicate nel pomeriggio. Soltanto a tavola il commesso ritrovò la fidanzata.
Chissà come, non fece caso al fatto che fosse un pò scarmigliata, con la camicetta aperta e la gonna tutta stropicciata...

[continua]

Ultima modifica di mastino; 17-04-13 a 09:36 PM
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Vecchio 21-04-13, 08:08 AM   #10
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Quote:
Originariamente inviata da balù Visualizza il messaggio
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A chiunque abbia dato reputazione negativa a questa mia affermazione.....se nn si e' capito era un complimento sia a mastino che ad angelokanay che sfoggiano sempre un italiano invidiabile e poi nostalgia peri vecchi tempi.....
Scusa mastino l'ot
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Vecchio 21-04-13, 11:17 AM   #11
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Il pranzo fu funesto, molti degli autoeliminati decisero di affogare la propria frustrazione in abbondanti libagioni; rane e lumache, rosso sfuso a volontà e pure un giro di polenta e bruscitt. Non si alzarono più fino all'ora di cena.

I più competitivi invece erano arrivati con un paio di panini divorati al volo ed erano subito tornati in pista. La pista era andata da un'altra parte attaccata a chissà quale alettone ma non ci fecero caso. Continuarono imperterriti a girare sfidando il ghiaino. Macchine troppo basse che continuavano a strisciare pancia a terra. Le macchine strisciavano e loro aspettavano l'inizio delle semi.

Il commesso intanto stava al tavolo, lui, la morosa, l'assessore e il comitato polisportiva San Protaso. Non che la gara rivestisse chissà quale importanza in seno alla polisportiva ma si sa, quattro matti con le macchinine, il chiasso e la confusione altro non erano che un richiamo per il pubblico e si sa, il pubblico poi vuole patatine e cocacola, panini e birra.

Orbene, alla fine venne anche il momento di stilare le classifiche, e inutile dirlo, le posizioni alte erano occupate dai mezzi più competitivi, veloci e costanti. In pratica i migliori modelli a scoppio stavano davanti e ai migliori modelli elettrici toccavano posizioni di rincalzo. Malgrado l'evidenza il nostro direttore-commesso decise di fare semifinali miste. Fu la fine delle residue Tamiya, condannate da una ridotta autonomia e da tempi di "rifornimento" biblici rispetto ai modelli scoppio le elettriche chiusero la performance per manifesta inadeguatezza alla pugna. Erano ferme prima dalla fine delle rispettive semifinali.
Alla finale parteciparono solo sette modelli, tre piloti non riuscirono a schierarsi e si resero disponibili ad aiutare i superstiti. Intorno al serpentone scavato nel ghiaino che una volta era la pista si raccolse il pubblico mentre il commesso chiamava i concorrenti a gran voce presentandoli come fossero eroi greci pronti a resistere ad un assedio.
Al via la signorina ancora mancava e l’assessore ormai aveva preso anche gusto nel sostituirla. Con un secco movimento del braccio diede il là alla competizione.
Alla prima curva il solito pasticcio, due modelli si sacrificarono al ghiaino,. Incastrati uno nell’ alettone dell’altro avevano iniziato una danza circolare quando uno dei meccanici volontari, nella foga di raggiungerli, scivolò malamente sul terreno insidioso atterrando proprio sulle auto. Braccetti ed ammortizzatori non gradirono e i due piloti abbandonano il palco. Il commesso cercava di tenere un conto dei giri abbastanza verosimile, non che la cosa fosse particolarmente impegnativa dati i soli cinque modelli circolanti, spesso nemmeno contemporaneamente, ma era preoccupato dalla protratta assenza della morosa. Quella stava tramando qualcosa, non gliela raccontava giusta. Avrebbe dovuto parlarle.
Gli ultimissimi minuti di gara furono affrontati da due soli modelli; quello probabilmente primo da un po’ cercava solo di portare a casa la vittoria senza esagerare; trotterellava in giro per la pista a mò di parata. L’altro invece era un po’ più impegnato perché pensava di recuperare posizioni su altre auto non più marcianti. Si arrivò al termine, il pubblico salutò con un applauso i partecipanti e sciamò verso il bar ed il chiosco con le torte mentre accompagnato da una risma di fogli tempestati di crocette, il commesso iniziava a leggere la classifica finale. Alla fine vinse un locale, con un modello non recentissimo, poco colorato ma con un assetto molto più adatto ad un terreno accidentato che non ad un prato in erba. Il cittadino che l’aveva seguito nell’ultima parte della finale arrivò secondo sopravanzando gli altri fermi al palo. Terzo un altro del gruppo dei cittadini, a conferma che comunque al di là delle capacità e della preparazione un mezzo di buona fattura può fare la differenza. E i premi? Beh, per il primo naturalmente coppa. Due chili abbondanti di coppa da affettare. Salami per il secondo ed il terzo. I restanti piloti vennero omaggiati da medaglia ricordo della Parrocchia di San Protaso. L’estrazione finale di materiale modellistico chiuse definitivamente la 1^ CopAuRa PaSaPro. Per la seconda, siamo ancora in tempo.
E la signorina? Lei e il commesso non ebbero mai quell' ultimo colloquio chiarificatore; la videro, quel pomeriggio, allontanarsi dal campo di gara a bordo di un camper seduta tra due dei modellisti venuti da fuori, sempre più spettinata ma indubbiamente felice.

Ultima modifica di mastino; 21-04-13 a 11:25 AM
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Vecchio 22-04-13, 09:01 PM   #12
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dimenticavo il disclaimer....
Ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale. Nomi e marchi vengono citati a titolo di amicizia e senza compenso alcuno. Nessun animale è stato sottoposto a sevizie e torture.

«Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore;
fecemi la divina podestate,
la somma sapïenza e 'l primo amore.
Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate".
(cifr. Dante Alighieri - La Divina Commedia - Inferno - Canto III)
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