Bene, nel 2008 avevo realizzato il kit Santa Maria della Mamoli in scala 1:50 e conservato tutta la documentazione. Così ho fotocopiato tutte le ordinate , la chiglia , i ponti e gli accessori che potevano essere utili. Ho ritagliato tutti i pezzi e ne ho riportato il contorno con la matita su tavolette da 5mm. Per ritagliarli dalla tavoletta ho usato per la prima volta un traforo a mano utilizzandolo come un seghetto (senza i suoi accessori) e ovviamente all'inizio , prima che mi abituassi all'uso, ho rotto qualche lama, ma poi ho potuto proseguire più speditamente. Le ordinate sono state ritagliate a più della metà (vedi foto) in modo da mantenere un dente per la ritenuta sulla chiglia. La stessa cosa per il ponte principale e quelli del castello di prua e di poppa, ma anche loro a più della metà con una certa abbondanza, così avrei potuto rifilarli in seguito. Anche i ponti sono spessi 5mm ( invece che da 1,5mm come l'originale ) per irrobustire la mezza nave . Continua
Ultima modifica di Francesco terzo; 04-11-20 a 09:35 AM
Comunque nell'immagine che hai messo manca la zavorra (blù) per rendere stabile la nave che deve sempre esserci. Le stive si vuotano e senza zavorra la nave si capovolgerebbe. I dati poi sono errati perché la più piccola era la Pinta, non la Nina, e la Santa Maria aveva una immersione di oltre 3 metri, perché urtò e si sfasciò contro le secche di Haiti che sono a m.2,50 sotto il livello del mare. Con il pescaggio che gli danno nell' immagine sarebbe riuscita a passare indenne.
Grazie per le osservazioni, la foto è tratta da un articolo del Secolo XIX di Genova del 14 maggio 2014 ; è noto che i velieri disponevano di una zavorra, quella della Santa Maria era di circa 20 tonnellate, almeno così ho letto in uno dei libri relativi alle navi di Colombo. Per quanto riguarda le caratteristiche della due caravelle , mi risulta che la più piccola fosse la Nina (la prediletta di Colombo). Non arrivava alle 60 tonn, mentre la Pinta le superava anche se di poco. Mi riferisco alla documentazione esistente sui volumi di Paolo Emilio Taviani (riconosciuto come il maggior esperto Colombiano), del volume di Gianni Granzotto e se guardi nel Web, ne trovi su Wikipedia e su Nautica Report. In caso contrario andrebbero corretti i libri di storia. In allegato gli equipaggi della "flotta" di Colombo.
.....a questo punto ho incollato la ruota di prua alla chiglia con il rinforzo nel punto di unione e protetto lo sperone con un pezzo di gomma piuma . Ho montato separatamente la sezione di poppa liberando l'interno sotto il ponte del castello , che diventerà la cabina di Colombo, fatto le aperture sullo specchio di poppa per la cabina e per il passaggio della barra del timone e provato la connessione con la chiglia. Ho preparato il timone con le sue cerniere e le corrispondenti sulla poppa e provato l'unione facilitato dal fatto di maneggiare più comodamente i pezzi senza lo scafo completo. La barra verrà fatta per ultimo. Unito poi la sezione di poppa con la chiglia, ma senza incollare, trattenendo l'insieme con il nastro di carta adesivo. (foto). Controllato l'aggancio delle ordinate con la chiglia ,fatte le correzioni ed una rastrematura approssimativa per l'appoggio dei listelli. Unito il tutto non incollato, ma tenuto insieme con il nastro di carta per controllare gli allineamenti. Preparato il mezzo ponte principale incastrandolo con le ordinate e ricontrollato l'allineamento. Qualche goccia di vinavil sui denti delle ordinate contro la chiglia in modo da poterle poi togliere una volta listellata la fiancata di sinistra. Continua...
...Ulteriore verifica della posizione dei ponti in quanto il loro spessore è di 5mm e non di 1,5mm, aggiustaggio dei loro incastri con previsti spessori per alzare il ponte del castello di poppa e di prua quel tanto che basta per dare spazio ai marinai Amati da 35mm. Segnare la posizione degli alberi, maestro, trinchetto e mezzana. Quello di mezzana va spostato al limite della paratia della cabina di Colombo. Ritagliare un blocchetto di tavoletta da 5mm con una curvatura corrispondente alla ruota di prua ed incollarla in modo da fare da appoggio ai listelli precurvati (piantando lo spillo in testa si spezzerebbe subito il listello) ,in questo modo si possono bloccare meglio le teste dei listelli con le pinzette. A colla asciutta il blocchetto si toglierà tramite il cutter. Dopo un ulteriore controllo che tutte le ordinate ed i ponti siano nella loro giusta posizione, ma non incollati, si fissa il tutto con il nastro di carta adesiva senza occupare la fiancata sinistra che deve ricevere i listelli. Sono stati usati listelli avanzati di noce 5x1mm. I listelli ,curvati con l'apposita pinza Amati, sono appoggiati alle ordinate, ma non incollati, fissati con spilli ed incollati all'inizio ed alla fine e tra di loro. Operazione molto scomoda dovendo maneggiare il mezzo scafo, la pinza con lo spillo ed il listello, senza appoggio. Ogni tre listelli va stesa un pò di colla sul loro lato interno. A listellatura terminata , è stata fatta una consistente calafatura tra le ordinate con ritagli di stoffa, (non di garza) tipo fazzoletto. Ben asciugato il tutto , si stuccano le imperfezioni e gli avvallamenti mediante pasta legno o stucco (se verniciabile), poi una robusta passata con il blocchetto di legno ricoperto di carta vetro, prima a grana grossa e poi più fine, fino ad ottenere un aspetto decoroso. A questo punto , controllato che sia tutto a posto, si spezzano con la pinza i denti delle ordinate che le tenevano in posizione sulla chiglia e poi si staccano con prudenza, ma con decisione riponendole a parte. Ulteriore verifica delle condizioni del mezzo scafo vuoto. Le ordinate possono adesso essere ridotte ,tramite traforo a mano, nelle dimensioni che diano il senso dell'ossatura dello scafo. Continua....
L'idea è buona, ma a questo punto avrei fatto le costole vere e proprie in massello, eliminando le ordinate in compensato, che dovrai comunque rivestire. I ponti da 1,5mm rispettano in scala le reali misure e non hanno di sicuro lo spessore delle costole, e in sezione devono esser per forza in scala.
....Rimontaggio delle ordinate con incollaggio definitivo. Fatta apertura per la porta della cabina di Colombo , tenuti i ponti in posizione per verifica incastri. Ritolti e listellati. Listellato il pavimento della cabina di Colombo. Mascheratura dello scafo ad eccezione della chiglia , della ruota di prua e di quella di poppa che vengono verniciate di nero opaco a spruzzo. Fatte le forature dei ponti per gli alberi e boccaporti. Verniciato a pennello con impregnante noce tutte le superfici visibili . Preparazione accessori per il ponte principale. Il cannone , semicoperto poi dal ponte superiore di poppa, è stato autocostruito . Preparazione dell'ancora (Amati), dell'argano troncato completo di leva di manovra e ruota dentata (inserito la rotella di un accendino), del supporto per dente di arresto argano e campana, del focone in lamierino di ottone con griglia, della pompa di sentina, della scialuppa Amati con remi, scalmi, timone mobile ed alberetto con vela. Preparazione della porta della cabina di Colombo e dell'arredamento necessario, costituito da : letto con zanzariera , armadio semiaperto con libri e mappe arrotolate, bacinella con supporto, brocca, crocifisso, tavolino con mappa e sedia, supporti per abiti e due lanterne, baule semiaperto con effetti personali e la spada. Preparazione delle coperture dei boccaporti. Continua....
I cannoni ormai lasciali così, ma al tempo di Colombo sulle navi vi erano bombarde simili a queste che mostro. In quanto ai tuoi "esperti" non mi sembra che lo siano se dicono che la più piccola era la Nina. La più piccola era la Pinta, costruita ne 1485 come caravella a due alberi con vele latine (perciò con 2 alberi era più piccola della Nina) rimodernata nel 1488 come caravella a vele quadre, quindi come "carabela redonda" aveva civada al bompresso, vela al trinchetto, trevo e gabbia al maestro e latina alla mezzana, lunghezza 18 metri, larghezza m.6,20, immersione m1,80, peso 55 tonnellate. Queste sono prese da libri diversi, una solo scafo, l'altra con velatura. La Nina era una caravella a tre alberi a vele latine lunga m21-22, larga m6,80, immersione m 1,85 massimo forse 2, peso 90 tonnellate. Il suo primo nome era Santa Rita, poi cambiato in Nina (che NON significa piccola ma Ragazza) e il suo capitano era Nino Pinzon. La Santa Maria era una caracca, sempre chiamata Nào da Colombo, costruita con i criteri delle caracche, cioè 1 immersione, 2 larghezza due volte l'immersione, 3 lunghezza tre volte la larghezza. Quindi era lunga 24 (anche più con le modifiche fatte da Colombo) larga m 7,80 e una immersione superiore a m3-3,5, perché urtò e si sfasciò contro le secche di Haiti che sono a m 2,50 sotto il livello del mare mentre le due caravelle passarono indenni. Se avesse avuto una immersione meno di 3 metri si sarebbe solo incagliata non fracassata. Il suo primo nome era Galega che significa "Bionda" NON Galizia, che in spagnolo si dice Galicia e quindi non c'entra nulla con Galega.
Mio caro amico, sai che ti dico? Ognuno tenga fede alle fonti che ritiene più veritiere...buona giornata.
Sono d’accordo.... Non ti servono consigli, lasciamo perdere le fonti autorevoli, gli storici. Fai la Santa Maria, non è importante che sia immaginaria ma che piace a te. Buona segatura.
I cannoni ormai lasciali così, ma al tempo di Colombo sulle navi vi erano bombarde simili a queste che mostro. In quanto ai tuoi "esperti" non mi sembra che lo siano se dicono che la più piccola era la Nina. La più piccola era la Pinta, costruita ne 1485 come caravella a due alberi con vele latine (perciò con 2 alberi era più piccola della Nina) rimodernata nel 1488 come caravella a vele quadre, quindi come "carabela redonda" aveva civada al bompresso, vela al trinchetto, trevo e gabbia al maestro e latina alla mezzana, lunghezza 18 metri, larghezza m.6,20, immersione m1,80, peso 55 tonnellate. Queste sono prese da libri diversi, una solo scafo, l'altra con velatura. La Nina era una caravella a tre alberi a vele latine lunga m21-22, larga m6,80, immersione m 1,85 massimo forse 2, peso 90 tonnellate. Il suo primo nome era Santa Rita, poi cambiato in Nina (che NON significa piccola ma Ragazza) e il suo capitano era Nino Pinzon. La Santa Maria era una caracca, sempre chiamata Nào da Colombo, costruita con i criteri delle caracche, cioè 1 immersione, 2 larghezza due volte l'immersione, 3 lunghezza tre volte la larghezza. Quindi era lunga 24 (anche più con le modifiche fatte da Colombo) larga m 7,80 e una immersione superiore a m3-3,5, perché urtò e si sfasciò contro le secche di Haiti che sono a m 2,50 sotto il livello del mare mentre le due caravelle passarono indenni. Se avesse avuto una immersione meno di 3 metri si sarebbe solo incagliata non fracassata. Il suo primo nome era Galega che significa "Bionda" NON Galizia, che in spagnolo si dice Galicia e quindi non c'entra nulla con Galega.
Io sarò ripetitivo ma ancora una volta devo sottolineare la mia ammirazione per l'enorme cultura e conoscenza del Navale di Cervotto, credo che sia una delle vere enciclopedie viventi che abbiamo su questo forum. Non è una sviolinata ma penso che sia giusto rendere merito a lui della pazienza a rispondere a tutti citando fonti ed allegando disegni e foto esplicative e penso che siano utili anche a chi poi magari resta sulle sue e decide di portare avanti il modello secondo il proprio punto di vista, alla fine ragazzi questo è si un hobby ed ognuno fa come meglio nelle sue possibilità o desideri realizzativi ma ciò detto credo che le spiegazioni di Cervotto siano patrimonio del forum e utili non solo a chi propone il wip ma all'intero gruppo.
Non intendo fare polemiche, continua con il tuo modello come credi, l'importante è che ti venga bene e che piaccia a TE! Però i libri che hai mostrato sono un poco "datati", quella è l'edizione del 1984 e ce ne sono anche precedenti, oggi siamo un poco più avanti. Sottoponendo i dati conosciuti ai computer il risultato è stato quelle immagini e i dati che ho messo. Per la Santa Maria ti ricordo che Colombo si lamentava nel diario di bordo che era -"Troppo grande, troppo pesante, troppa immersione. Non si può esplorare luoghi sconosciuti e pretendere che vi siano porti attrezzati per navi così grandi"- Comunque, ripeto, l'importante è che il modello venga bene e che piaccia a TE!! Faccio presente anche che per la Santa Maria parla di argano "cabestano", cioè verticale, non il "molinete", argano orizzontale, tipo quello che si vede in questa stampa del 1480, più vecchia della Santa Maria.