In Memoria di Loro
Era il 1986, avevo appena 9 anni e, come tutti i ragazzini della mia età, ogni fine settimana litigavo con mia mamma perché non volevo saperne di fare i compiti. Ero un bambino facinoroso che non stava mai fermo e che passava l'infanzia a tirare due calci a pallone per strada con gli amici e a sentire le partite alla radio. C'era solo una cosa che mi teneva inchiodato. Le domeniche davano i rally in diretta alla TV. E così, assieme a mio papà, mi piantavo davanti all'unico televisore di casa (un Telefunken catodico che non bastavano due persone per spostarlo) e venivo completamente rapito da quelle immagini che, seppur non nitide, trasmettevano odore di benzina, olio, sudore e adrenalina e mi portavano con la mente in quel mondo. Il bello è che, alla TV, non davano solo le gare ma quello sport era così seguito al tempo che trasmettevano anche le trasferte e la vita nei box negli attimi prima della partenza. Lo ricordo ancora come fosse oggi. Su una S4, ancora smontata e con un nugolo di meccanici attorno tutti sudati sporchi e indaffarati a fare le ultime messe a punto, c'era Sergio, già vestito in tuta con i suoi immancabili occhiali da sole scuri calati sul naso che, con quella faccia da sbruffone americano rideva e scherzava assieme a Henri seduto alla guida con il suo viso da bambino che fumava e stava allo scherzo sorseggiando una bottiglia d'acqua Perrier. A lato dello schermo, si vedeva in lontananza Miki seduto a terra a guardare fisso l'asfalto e a cercare la giusta concentrazione lontano da tutti, quella concentrazione che gli era mancata al Monte e che gli era costata una bella lavata di capelli da parte di Cesare. Henri e Sergio erano diversi da tutti gli altri, erano amici veri anche nella vita e ne avevano passate davvero tante insieme e ci scherzavano su. Forse stavano ancora parlando e ridendo su come avevano fregato i Francesi al Monte dopo che quel coglione ubriaco e contromano aveva quasi distrutto la loro S4 durante la penultima trasferta. Da ultimi, e con un distacco abissale avevano giocato il tutto per tutto e, di concerto con Fiorio, avevano fatto girare la notizia che anche loro sarebbero partiti come tutti gli altri con gomme da neve. Ma era un bluff, avevano mandato lo staff sulle curve più pericolose a spargere sale, ed erano partiti a razzo con gomme slick sfidando il destino e montando inoltre luci gialle per ingannare i tifosi francesi che a passare fosse una delle loro amate Peugeot... E gli era andata bene! In un tempo dove non si conosceva l'elettronica e contavano solo le palle e l'abilità dei piloti, Henri e Sergio erano questo, erano Uomini Veri che amavano quello che facevano tutti i santi giorni al pari di Attilio. Li voglio ricordare esattamente così, sorridenti spensierati e uniti alla partenza del Giro di Corsica che corrono incontro al loro destino perché quella era la loro vita e quella era l'unica cosa che sapevano fare bene e come pochissimi altri al mondo. Dedico a loro questa S4 che rappresenta la vettura che li ha portati in trionfo a Montecarlo e questi ricordi di bambino. Ringrazio Enos con cui ho condiviso il work in progress, Dj Pago che mi ha fornito la pellicola per oscurare i vetri, Andrea per i suoi sedili perfetti, gli amici e lo staff di Beemax, in particolare Ivan Basas, per il suo contributo essenziale nonché per convogliatore e fanaleria supplementare e, soprattutto, l'amico e pilota Panuccio Giuseppe che, conoscendo la S4 a memoria, mi ha seguito passo passo e fornito preziosi consigli per l'aspetto motoristico e telaistico. Quanto a me, anche se sono passati oltre 30 anni, continuo a cullare i sogni di quel bambino. Spero questo ottobre di incontrare Miki al Rally Legend di San Marino, di stringergli la mano e di regalargli questa S4 in memoria di Henri e Sergio perché gli spetta di diritto.
Ultima modifica di Alucard; 03-01-20 a 03:47 PM
|