Il tuo ragionamento va direttamente al cuore del modellismo navale, forse del modellismo in generale. Rischia però di avventurarsi pericolosamente più sul "quanto" piuttosto che sul "se".
Mi spiego. A meno che non si costruiscano modelli per professione, nel qual caso è il committente (e/o il prezzo) a fissare termini e modalità della qualità realizzativa, a mio avviso non va dimenticato che la nostra attività si fa per passione. Ecco, è proprio quella - la passione - (il "se") a fissare la giusta dose di ricerca della realtà costruttiva di una nave. Percorso lungo, spesso associato ad una crescita individuale: più cerco più trovo, più trovo più cose voglio mettere nel modello, più metto nel modello più affino la mia tecnica, più affino la mia tecnica più alzo il livello della sfida nel modello successivo, per il quale cercherò di più, e più cerco più trovo .... e così via. Più passione ci metto, più lo stimolo di cercare e di far meglio genera una sana soddisfazione in ciò che faccio.
Riguardo alle fonti disponibili (il "quanto") il nostro è un mondo pieno di lacune. Spesso di una nave non esistono dati certi, quindi si va per associazioni di idee, ipotesi logiche ed interpolazione usando dati noti. Quel che si può trarre dalle fonti reperibili (reperti archeologici, relitti, disegni, modelli coevi, quadri, ...) è costante oggetto di studio ed ha portato a numerose pubblicazioni, piani costruttivi ed anche bellissime monografie che - se la cosa ti appassiona - ti consiglio di approcciare, così ti fai un'idea di cosa sia quello che può definirsi archeo-modellismo. Purtroppo in lingua italiana c'è poco, è un modo nel quale si parla prevalentemente francese, inglese e olandese. E' da dire che bellissimi modelli vengono realizzati spesso "in solitaria", e ne puoi trovare anche qui nel forum ... dove logica, passione , ricerca ed una certa "mano" costruttiva hanno portato ad ipotesi realistiche e realizzazioni di notevole qualità.
Ciò che mi sento di consigliare è approcciarsi sempre con serenità, perché è facile sentirsi frustrati di fronte alla difficoltà di cercare di raggiungere alti livelli realizzativi (soprattutto se ci si confronta in maniera competitiva con veri e propri maestri di quest'arte) così come è facile scivolare in accese discussioni, in particolare laddove si cerchi di colmare le zone "grigie" della tecnica navale d'epoca (le lacune alle quali più sopra accennavo), materia nella quale - mancando spesso controprove - è davvero facile essere fortemente condizionati da ciò in cui si crede o da talune pubblicazioni piuttosto che altre: il confronto modellistico, ti assicuro, può esse anche davvero acceso. Il "quanto", insomma, può portare su strade poco costruttive, se si dimentica il "se" ossia il motivo per cui questa passione ci ha coinvolti.
Un saluto
Trink
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Un rametto d'esperienza vale un'intera foresta di avvertenze (James Russell Lowell)
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