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cervotto grazie mille dell’intervento e del contributo. In effetti è proprio come dici tu: esiste una trave interna alla murata che corre parallela al ponte ed a cui sono fissati i bozzelli dei paranchi.
Le seguenti immagini sono estratte dai progetti su cui ho lavorato e da cui si evince la soluzione adottata: Allegato 342986 Allegato 342987 Il seguente disegno evidenzia che la trave a cui gli anelli metallici sono fissati è interna alla murata: Allegato 342988 la seguente immagine mostra il ponte del modello ricostruito da Jorge Gonzalo Olave utilizzando i progetti di cui sopra. Anche se sfuocata, si riesce ugualmente a vedere la trave e gli anelli fissati su di essa. Allegato 342989 la seguente immagine mostra il modello ricostruito da Xavier Pastor e conservato al museo di Barcellona. Allegato 342990 la seguente immagine mostra chiaramente la soluzione adottata (tinchetto scusami se ho rubato questa immagine dal tuo WIP ma è l'unica che ritrae questo dettaglio in maniera chiara): Allegato 342991 Le seguenti sono foto che ritraggono la Coca di Matarò conservata al museo di Rotterdam: Allegato 342992 Allegato 342993 Allegato 342994 Allegato 342995 Facendo il mix di tutte queste immagini ho estrapolato la soluzione adottata sulla mia coca. Fabio, piacere di risentirti e grazie mille del passaggio e delle tue parole sempre gradite. Cerco di fare quello che posso e, come dici tu, quello che faccio alla fine non appaga mai. I paranchi li avrò realizzati 3 o 4 volte, i bozzelli 3 volte, l’albero l’ho fatto, sfatto, modificato, rifatto non so più quante volte. Alla fine ho perso letteralmente il conto e mi sono dato uno stop. Ogni volta che guardo la Coca vedo cose che non mi quadrano, non mi piacciono più e le vorrei ricostruire. Se avessi seguito i piani del kit in maniera ligia e rigorosa avrei già finito il modello da quel dì ma, purtroppo, sai meglio di me come questo gioco "perverso" funziona :biggrinangel: . Per quanto riguarda la documentazione esistente hai ragione tu: la "verità" certa non esiste in quanto non abbiamo i piani di queste imbarcazioni e le poche informazioni sono lacunose e incomplete. Lo stesso Pastor ha ammesso che durante la realizzazione del suo modello della Coca si è preso un po’ di libertà ed ha interpretato alcune parti malgrado avesse fatto i rilievi sul modello originale ed avesse una discreta documentazione fotografica. In ogni modo, della cena non mi sono dimenticato anche perché devo aggiornarti sul nuovo progetto che già conosci e che è in cantiere da un po’. Non vedo l’ora di iniziare a metterci le mani a tempo pieno anche se ho già letto un bel po’ di carta ed ho già iniziato letteralmente a sciupare un po’ di legno. Un appunto per Rodolfo: con una banalissima domanda hai sollevato un vespaio ...:asd: Scherzi a parte, hai fatto benissimo a chiedere perché, per me, è stato un momento di riflessione e di crescita. Grazie mille. Ci aggiorniamo presto. Massimo. |
Ciao Massimo,
ho trovato il libro di Winter, interessantissimo. Grazie a te e a "Cervotto" adesso ho le idee un po' più chiare su come procedere... Buon proseguimento, Rodolfo |
Ciao e complimenti per il lavoro di ricerca, oltre che per la perizia esecutiva!
Riguardo alle sartie il disegno numero 8, che convince anche me, pare suggerire qualcosa: le cime superiori formano infatti un cerchio attorno all'albero di sezione più piccola rispetto a quelle che seguono, a scendere. Ciò potrebbe essere una indicazione che le sartie danno di volta intorno all'albero (incappellandosi), poi vengono serrate ad esso con altri giri di cima. Una soluzione del genere sarebbe piuttosto robusta e semplice, impedendo lo sfilamento delle sartie verso il basso. Riguardo invece all'ancoraggio inferiore, in altra nave più o meno coeva che sto facendo ed ahimè è ferma da tempo immemore (cocca/caracca anseatica) la soluzione per le sartie degli alberi di mezzana e trinchetto è quella di usare robusti anelli collocati in prossimità della murata e che trovano fissaggio ai bagli. Non vorrei che la presenza di anelli alle murate sia una semplificazione realizzativa e che nella realtà gli ancoraggi fossero realizzati a baglio e portati più in alto tramite catene (con anello in testa) sporgenti dalle serrette. Il serraggio al travetto mi pare irrealistico. Trink |
Ciao trinchetto e grazie mille per la testimonianza.
Credo anch’io che il modello di Matarò abbia delle semplificazioni e questa storia delle sartie è una delle tante. Al post #13 di questo WIP descrissi uno studio fatto nel 2003 che permise di capire che uno scafo così fatto sarebbe stato molto difficile da manovrare. Il rapporto di finezza (rapporto lunghezza/larghezza dello scafo) della Coca è di 1,7:1, notevolmente inferiore al rapporto medio dei mercantili medioevali mediterranei e non (la cocca di Brema ha un rapporto lunghezza/larghezza di 3:1). Quindi, già le proporzioni dello scafo presentano una prima e importante semplificazione. Detto questo, faccio una personale osservazione: se volessi costruire un mercantile spagnolo del XV secolo che abbia un minimo d’attendibilità storica non seguirei assolutamente questa scatola di montaggio e nemmeno il tentativo di riprodurre la Coca di Matarò. Sicuramente mi orienterei su altri progetti. Per me, il kit Amati è palesemente ispirato alla Coca di Matarò e il loro disegnatore lo ha reinterpretato diversificando il modello originale ad usi puramente commerciali. In ogni modo, come detto fin dall’inizio di questo WIP, il mio umile tentativo è quello di cercare di costruire un modello che assomigli alla Coca di Matarò. Quindi, sulla mia piccola coca abbraccerò anche soluzioni discutibili e poco reali come questa. L’aver poi corredato i vari passi di costruzione con alcuni aspetti storici su tematiche specifiche, come quella delle sartie, mi permette di capire e far chiarezza su come queste erano gestite in quel periodo storico e valutare quanto e come il modello di Rotterdam si discosti da queste. Gli interventi sul forum e le discussioni come questa sono per me un ulteriore arricchimento e motivo di crescita. Un saluto, Massimo. |
.... vorrà dire che col prossimo modello ci daremo tutti appuntamento per qualcosa di (alto o basso) medievale che abbia un certo riscontro logico nelle disposizioni .... :brig:
Trink |
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Ciao a tutti.
A distanza di tempo faccio questo aggiornamento nella speranza di non aver commesso troppe bischerate. STRAGLIO DI MAESTRA Per la realizzazione dello straglio di maestra mi sono ispirato alla replica di Xavier Pastor conservata al museo navale di Barcellona: Allegato 354907 Lo straglio è stato realizzato da un penzolo, di 0,75mm di sezione, che ha un’estremità incappellata sotto il calcese (là dove sono incappellate anche le sartie) e l’altra porta stroppato un bozzello semplice. In esso passa un amante avvolto e tenuto alla nave mediante la bitta di prua. L’altra estremità dell’amante, che passa attraverso la puleggia del bozzello di cui sopra, è fissata a un bozzello che forma un paranco con un altro bozzello fissato al ponte del castello di prua tramite un golfare metallico. Insomma, lo straglio di maestra ha un paranco a 3 bozzelli, tipico delle sartie a colonna degli alberi a calcese ma inusuale per uno straglio (almeno per me lo è). Il risultato finale sulla mia cochina è il seguente: Allegato 354908 Allegato 354909 Allegato 354910 Allegato 354911 Allegato 354912 Allegato 354913 I bozzelli del paranco sono stati costruiti ex-novo insieme a quelli utilizzati per i paranchi delle sartie. I corridori del paranco sono stati realizzati con il refe contenuto nella scatola di montaggio ed hanno una sezione inferiore rispetto al refe utilizzato per il penzolo. E’ interessante notare come l’alberatura e lo straglio di maestra della Coca di Matarò abbiano subito, negli anni, delle manomissioni. Infatti, quando la coca fu scoperta da Culver, questa aveva tre alberi e lo straglio di maestra era arridato sul bittone di prua: Allegato 354914 In seguito, l’armo della coca di Matarò è stato manomesso e due dei tre alberi sono stati eliminati mentre lo straglio di maestra non sembra essere stato modificato: Allegato 354915 Adesso, la coca conservata nel museo navale di Rotterdam presenta lo straglio di maestra arridato a un golfare posto sul castello di prua contrariamente a quanto visibile nelle precedenti immagini dove è arridato sul bittone di prua. Allegato 354916 Allegato 354917 Pe completezza, il kit della Amati prevede la realizzazione del paranco dello straglio di maestra utilizzando due bigotte commerciali triangolari a tre fori. Il paranco è arridato alla base del bittone di prua. Il PENNONE Il pennone dell’albero di maestra è stato realizzato con due tondini di noce rastremati alle estremità, tra loro impalellati e legati tramite 2 trinche in refe da 0,75mm. Nella parte centrale del pennone sono state fissate le due drizze e la trozza dell’albero maestro. Allegato 354919 Allegato 354920 LA TROZZA DELL’ALBERO DI MAESTRA La trozza dell’albero maestro è stata costruita ex-novo perché quella fornita nel kit è diversa da quella utilizzata sul modello di Matarò. In pratica, la trozza proposta nel kit è composta da una fila di bertocci separati gli uni dagli altri da un nodo. La trozza presente sul modello di Matarò è una trozza con bertocci e bigotte. I bertocci di legno li ho recuperati da una vecchia trozza Amati mentre le bigotte le ho realizzate ex-novo con dei listelli di noce opportunamente forati e sagomati. Un’estremità del bastardo della trozza (il cavo che unisce i bertocci e le bigotte) è avvolta e fissata all’albero mediante una gassa, l’altra estremità, se non erro è chiamata drossa, passa attraverso una piccola gassa o occhiello (redancia) fissato al pennone e forma la drizza di trozza dell’albero maestro. Il seguente estratto dei piani di Winter descrive quando detto sopra: Allegato 354921 Nella realtà, credo che all’estremità del bastardo di trozza, fosse fissata la drizza della trozza. La drizza passava attraverso un bozzello (il bozzello del bastardo) opportunamente fissato al pennone che, a sua volta, portava stroppato uno dei due bozzello che costituivano il paranco della drizza. Molto probabilmente, il costruttore della Coca di Matarò si è semplificato la vita ed ha sostituito il bozzello del bastardo con una gassa attraverso la quale passa la drizza della trozza. Devo dire la verità: ho provato a mettere il bozzello del bastardo al posto della gassa ma le dimensioni fuori scala di questo impediscono il corretto posizionamento della trozza intorno all’albero e viene meno il funzionamento della relativa drizza. Ho, quindi, abbandonato la soluzione che prevede l’uso del bozzello del bastardo ed ho ripiegato per quella descritta nei piani di Winter. Di seguito un’immagine di come doveva essere in realtà la trozza: Allegato 354922 Di seguito le immagini della trozza sulla cochina: Allegato 354923 Allegato 354924 Allegato 354925 Allegato 354926 La carica della trozza del pennone di maestra è stata realizzata con il refe da 0,75mm fornito nella scatola di montaggio. La carica, tramite una gassa, è fissata alla drossa, passa attraverso la “gassa del bastardo” (l’ho ribattezzata così in analogia al bozzello del bastardo… ) e porta stroppato il primo bozzello del paranco. Il paranco, composto da due bozzelli, è arridato sul castello di poppa per mezzo di un golfare in ottone brunito. Il corridore è addugliato sul parapetto del castello di poppa. Allegato 354927 Allegato 354928 Allegato 354929 Allegato 354930 DRIZZE DEL PENNONE DI MAESTRA Le drizze del pennone di maestra sono state realizzate con il refe da 0,75mm fornito nella scatola di montaggio. Queste sono fissate al pennone, passano attraverso le due pulegge del calcese ed arrivano al paranco, anch’esso composto a due bozzelli. Anche il paranco della drizza del pennone è arridato sul castello di poppa per mezzo di un golfare in ottone brunito vicino al golfare della carica della trozza. Anche in questo caso, il corridore è addugliato sul parapetto del castello di poppa. Allegato 354931 Praticamente i lavori sulla coca sono terminati. Seguiranno a brevissimo gli aggiornamenti sugli amantigli, sui bracci del pennone di maestra e sulla coffa. Massimo. |
Ciao Massimo, ottimo lavoro, come solito.
Penso proprio che ti copierò la coffa e la trozza. Buona ultimazione. Rodolfo |
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Ciao Rodolfo.
Di seguito trovi qualche info in più sulla coffa. Spero che ti sia di aiuto. GLI AMANTIGLI DEL PENNONE DI MAESTRA Nel modello sono previsti due amantigli, ognuno dei quali è composto da un paranco fissato tra il pennone e la testa d’albero. Un bozzello è stroppato su di un penzolo fissato alla cima del pennone, mentre l’altro è stroppato ala ’estremità di un altro penzolo fissato sotto il calcese, là dove sono incappellate le sartie. L’amantiglio fa dormiente sul bozzello vicino alla cima del pennone, passa attraverso la puleggia del bozzello fissato sotto il calcese e scende giù, tra l’albero e le sartie, fino al castello di poppa, dove è arridato all’impavesata. L’estremità dell’amantiglio è anch’essa addugliata all’impavesata. Allegato 355007 Allegato 355008 Allegato 355009 I BRACCI DEL PENNONE DI MAESTRA Alle due estremità del pennone di maestra sono fissati due penzoli, uno per estremità, ciascuno dei quali porta stroppato un bozzello. Un’estremità dei tiranti che passano attraverso questi bozzelli è fissata alla struttura del piccolo casseretto mentre l’atra è fissata e addugliata al parapetto del cassero. Allegato 355010 Allegato 355011 COFFA La coffa è stata realizzata ex-novo con listelli di noce basandomi sui disegni di Winter. In pratica, ho realizzato la base della coffa per mezzo di 3 listelli di noce spessi 3mm e tra loro incollati. Ho in seguito dato la forma circolare ed ho praticando il foro che permette l’innesto sulla testa dell’albero. Allegato 355012 Allegato 355013 Allegato 355014 Ho realizzato il parapetto della coffa per mezzo di listelli di noce e il passamano circolare l’ho realizzato con listelli di spessore 0,5mm curvati a caldo ed incollati tra loro. Allegato 355015 Allegato 355016 Allegato 355017 Allegato 355018 Guardando nuovamente i piani di winter ho notato che in realtà sotto la coffa della Cocca di Matarò sono presenti le crocette, contrariamente a quanto da me affermato in un precedente post, quindi mi sono operato e le ho realizzato ex-novo: Allegato 355021 Allegato 355022 Di seguito il risultato finale e la sistemazione sulla testa d’albero: Allegato 355019 Allegato 355020 A corredo, un pò di foto della piccola coca praticamente finita: Allegato 355023 Allegato 355024 Allegato 355025 Allegato 355026 Allegato 355027 Allegato 355028 Ed ora attendo critiche a gogò. Massimo |
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Penso che ti manchino ancora le scale anche se non capisco come si possa salire dal ponte sul castello, cassero e casseretto se non vi è alcuna apertura, come invece vi sono nella Cocca Francese.
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Ciao Massimo,
grazie mille per il surplus d'informazione, che mi faciliterà molto il lavoro (chissà fra quanto tempo ci arriverò!). Le maschette le avevo abolite da subito; per le crocette ero ancora indeciso ma adesso mi sono convinto a metterle. Intuitivamente penso di squadrare tutta la parte dell'albero dalla punta alla zona in cui andranno fissate, in modo da fornire un saldo appoggio. Per quanto riguarda il problema posto da Cervotto, mi ricordo di avere visto una cocca che aveva tipo degli scalini o degli appigli distribuiti nella parete che porta dal capodibanda del ponte principale al castello, anche se non era chiaro come scavalcassero la "staccionata"; probabilmente dovevano essere agili. Non ne ho salvata l'immagine in quanto avevo deciso di fare entrambe le aperture. Grazie di nuovo e complimenti per l'ottimo lavoro. Rodolfo |
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cervotto grazie mille del passaggio.
La tua osservazione è pertinente. Il progetto Amati prevede gli accessi ai ponti per mezzo di aperture dedicate in analogia a quanto presente sulla tua cocca francese. Di seguito un'immagine scaricata da internet della Coca Amati che mostra le scale e gli accessi ai castelli: Allegato 355157 Come già detto nel WIP, io ho seguito i progetti di Winter ed i rilievi fatti da Jorge Gonzalo Olave sulla Coca di Matarò. Questi progetti non presentano scale di accesso ai vari castelli e nemmeno le relative aperture. Come puoi vedere, sulla mia Cocca ho seguito i loro progetti e quindi mancano le aperture e le scale di accesso ai castelli. Anche le immagini postate da trinchetto al post 93 di questo WIP mostrano una cocca priva di aperture e di scale. Sul piano della correttezza storica mi viene da concordare pienamente con te. Sarebbe logico che ci fossero delle aperture sui vari ponti e delle scale in modo da poter consentire un accesso agevole anche se il seguente particolare del quadro "Il giudizio di Paride" dipinto da Sandro Botticelli intorno al 1480 raffigura una cocca abbattuta in carena per lavori di manutenzione dove sembra che non vi siano aperture di accesso ai ponti (sono presente solo le aperture di accesso alla stiva) ma sono presenti delle scale sul ponte: Allegato 355158 Sinceramente non saprei. Credo che questo tema varrebbe la pena di essere indagato e sviscerato. Massimo |
Rodolfo,
all'inizio avevo escluso le crocette. Mi sembra che in qualche post del WIP lo avevo accennato. Guardando successivamente i disegni di Winter, ho visto che queste erano presenti e quindi ho corretto al volo il modello e le ho realizzate ex-novo con listelli di noce basandomi sulle misure di quelle fornite nel kit Amati. Come puoi vedere al post 130, sulla testa d'albero ho incollato il calcese la cui sezione è più piccola di quella dell'albero. Lo spazio tra calcese e testa d'albero costituisce una base di appoggio dove collocare definitivamente le crocette. Spero di essermi spiegato. Per la soluzione che hai visto tu sulla questione sollevata da cervotto sarebbe interessante se tu trovassi la fonte così possiamo indagare ulteriormente. Massimo |
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Per salire sul castello, se non ci sono aperture, penso che ci fossero tarozzi sul largo capo di banda (1), mentre le sporgenze del cassero (2) dovrebbero essere appoggi per scale, che pare venissero messe sono in caso di bisogno. Poi dovevano scavalcare o passare attraverso la ringhiera.
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Grazie Massimo, ti sei spiegato benissimo. Così mi risparmio la fatica di squadrare la sommità dell'albero.
Per quanto riguarda le aperture nei ponti, mi andrò a rivedere le immagini navali che ho salvato nel tempo; se troverò qualcosa la renderò senz'altro disponibile. Ciao Rodolfo |
Salve a tutti.
x cervotto: grazie mille per l'intervento. Penso proprio che sia come dici tu: utilizzavano scale posticce là dove era possibile e, dove non lo era, probabilmente vi erano tarozzi o qualcosa che facilitasse l'arrampicata e il passaggio da un ponte ad un altro. Anche l'accesso alla coffa non doveva essere agevole visto che non vi erano buchi del gatto o ausili vari che ne permettessero un facile accesso. x De Ruyter: sono contento se, in qualche modo, ti sono stato di aiuto. Continuo a seguire il tuo WIP e mi sembra che la tua Coca stia venendo veramente bene. Continua così! A presto metterò altre foto d'insieme della mia cochina e sto pensando alla realizzazione di una teca dove poterla sistemare e porre al riparo dalla polvere. Accetto suggerimenti in merito. Massimo |
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