Vecchio 24-03-10, 04:47 PM   #1
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Gente della Compagnia della Modellanza Orientale, apro un nuovo topo, anzi un magazzino, a scopo fertilizzante. E’ solo un tentativo, non so se avra’ un buon fine, ma non costa nulla, ergo procedo a spiegare di che si tratta: iniziero’ a inviare piani di costruzione, uno per ogni lettera dell’alfabeto, partendo dalla A. L’ultima mi pare che sia la Z. A scadenza...quandomipareale. Barche piccole, barche grandi, tappi di sughero, ciabatte, basta che galleggino. Lo scopo e’ quello di far conoscere qualcosa di nuovo a chi e’ agli inizi, per muovere un po’ le acque. Per prima cosa, si comincia con l’osservare linee un po’ diverse dal solito. Poi puo’ nascere la curiosita’ e si cerca di saperne di piu’. Ad un certo punto, potrebbe anche capitare che qualcuno decida di aprire un nuovo cantiere, partendo da uno spunto di questo tipo. Puntualizzo subito che si tratta di materiale straconosciuto a molti, in particolare ai piu’ esperti che frequentano anche altri forum dai quali provengono alcuni dei disegni. Ripuntualizzo anche che qui c’e’ poco di immediatamente fruibile: si tratta spesso di scansionacce, copiacce bisunte, ma la sfida spesso e’ proprio quella, partire da un pezzo di carta da formaggio con uno scarabocchio sopra e tirarci fuori una barca, rovinandosi la retina per seguire linee tremolanti, scapocciandosi per imbroccare due incastri, e via cosi’. Si puo’ fare anche se non si sa leggere un disegno e se la mano trema appena vede una matita, garantito. Altro obiettivo e’ stimolare chi ha i forzieri pieni di giga di disegni e le braccine corte ad inviare a sua volta disegni, lo scambio di informazioni e’ sempre fondamentale. Scopo finale, assolutamente egoistico: creare lo spazio per un po’ di modellismo alternativo, diverso da quello che si vede attualmente nel forum, che sarebbe di mio grande interesse. Parto con la lettera A come Argentario, buon divertimento,
Francis Drake
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Ultima modifica di francisdrake; 24-03-10 a 05:59 PM
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Vecchio 24-03-10, 06:26 PM   #2
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Sor Francè..... mò quasi me pijasse 'n colpo.
Er sorcio (topo) ammè m'a risulta.

La faccenda ha risvolti interessanti e son già curioso di vedere i 26 piani costruttivi - base, sperando davvero che diventino in realtà molti di più. Dico 26 perchè .... pensi forse di saltare j, k, w, x e y? E dalla via che ci siamo, quasi quasi sarei interessato anche a tutta la serie delle umlaut...... portando così il totale a 31.

Però... ogni tanto qui sul forum ... a fare qualcosa di particolare ci si prova.....

Trink
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Vecchio 24-03-10, 06:41 PM   #3
car
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bella idea francisdrake.
ti voto alla grande
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Vecchio 24-03-10, 07:36 PM   #4
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o già sono ansioso di vedere la lettera B...
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Vecchio 25-03-10, 09:18 AM   #5
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E allora, visti gli apprezzamenti, si proceda senz’indugio con la lettera B. Per motivi misteriosi, alcune lettere sono piu’ prolifiche che altre, per esempio la P e la S sono piene di scafi, mentre la E e’ decisamente tirchia, boh. La B se la cava benissimo: barque, bilancella, bragagna, bragozzo, brazzera, su su fino al Brillant, un bestione di II rango del Re Sole. Tra tutti ho scelto il bovo, che sara’ stato un po’ sfigato per via del nome tutt’altro che accattivante, ma era in realta’ un bellissimo mercantile dalle linee d'acqua filanti, uno dei modelli da mettere nel mirino. Per inciso, molti dei piani di queste imbarcazioni sono disponibili anche gia’ stampati in formati da modellismo, ad esempio l’ANB e’ una buona fonte da consultare per chi fosse interessato e non avesse voglia di smanettare con carta e matita. Se poi avete qualche soldino da parte, il Madre Giulia e’ in vendita, indicato come Pareggia Madre Giulia. La pareggia e’ una parente strettissima del bovo, ma ci arriveremo quando sara’ la volta della lettera P. Per ora gustatevi il bovo, buon divertimento,
FD
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Vecchio 26-03-10, 04:30 PM   #6
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GRANDIOSO !!

a saperlo non avrei speso soldi e tempo per procurarmi tutte le tavole che ho a casa !!!! trabucco, caciucco e tarlucco .......

Ideona Drake !!!!
__________________
Yoghi e.......
_ _ _ _ _ _
....se smetti di giocare diventi vecchio !
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Vecchio 26-03-10, 05:35 PM   #7
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Quote:
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GRANDIOSO !!

a saperlo non avrei speso soldi e tempo per procurarmi tutte le tavole che ho a casa !!!! trabucco, caciucco e tarlucco .......

Ideona Drake !!!!
puoi però contribuire...... siamo giusto alla "c"......
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Vecchio 26-03-10, 08:02 PM   #8
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predefinito grazie

grazie tanto per questa iniziativa, stavo giusto pensando che in questo sito mi sembra che manchi una raccolta di piani di costruzione ti seguiro' con molto interesse
ciao blu
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"Tutti gli uomini in coperta! I gabbieri arriva! I cannonieri ai pezzi! I bucanieri a prua! Si combatte, boia d'un demonio! Si torna a combattere sul serio!"
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Vecchio 27-03-10, 09:26 AM   #9
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ciao fancisdrake, mi piace questa idea: contribuirò anch'io, stò già rovistando tra i miei disegni.
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Vecchio 27-03-10, 10:47 AM   #10
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Wink

Ottimo, ottimo, vedo che qualcosa si sta muovendo, bene cosi'! Rovistate, frugate, inviate! Anche se si tratta di disegni su cartapecora tarlata, scannerizzate e inviate pure i tarli. Stavo giusto ripensando ad una discussione avuta con Red Hawk tempo fa, in cui si ragionava su di un'ipotesi di community build, per la quale il bovo poteva essere un ottimo soggetto: essenziale, disponibile in dettagli sufficienti ad una costruzione completa di tutte le strutture, piacevole alla vista...io la butto li'...poi dovremo dedicarci anche al recupero del buon RH, senza dubbio. A presto,
FD
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Vecchio 29-03-10, 11:02 AM   #11
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Lancio in mare la C e poi mi fermo per un po’ perche’ devo organizzare il rientro nella madrepatria, missione finita qui in Freddonia. Ero un po’ indeciso, poi alla fine la scelta e’ caduta sul cutter nostrano, anche per via della storia, scritta non so da chi, inchiostrata da chissa’ chi, stampata da ignoto; comunque sia, grazie a tutti, io copio & incollo, a presto.
FD


I Cutter italiani

Il cutter è originario dell’area nordica, e sul suo aspetto agli inizi siamo abbastanza ben informati, grazie soprattutto all’iconografia.
Celebri artisti dell’Ottocento mostrano scafi e velature di questa imbarcazione, sicché possiamo affermare che il tipo “cutter” fosse molto ben definito: un’imbarcazione con tagliamare quasi verticale, poppa a specchio molto inclinato, sporgente fortemente oltre il dritto, asta di fiocco retrattile, quasi orizzontale, passante per un foro nella murata; un solo albero prolungato da un albero di gabbia, crocetta, grande randa aurica su un boma sporgente ben oltre il coronamento di poppa, fiocco, trinchettina e controranda; quest’ultima era inferita talvolta su un pennone al terzo, tal’altra era invece triangolare. C’era inoltre (e questa è proprio una caratteristica del cutter originario) un pennone da vela quadra che normalmente veniva tenuto, privo di tela, a 5-6 metri dal ponte. In caso di bisogno, si inferiva su questo pennone una vela quadra di fortuna, utilissima per fuggire davanti al vento con tempo cattivo.
A questa andatura, gli antichi autori riferiscono che il cutter, con la sua poppa slanciata e lo specchio fortemente inclinato portava meravigliosamente sulle onde, anche le più ripide.
Forse la poppa degli yacht moderni, prolungata molto al di là dell’asse del timone, deriva da questa caratteristica forma degli antichi cutter.
Molti si sono posti la questione dell’origine di queste imbarcazioni, ma una risposta definitiva non è stata ancora data. Certo è che, nel 1600, nel Mare del Nord veleggiavano molti tipi di barche che possono esser visti come gli “antenati” dei cutter. Ma per inquadrare la questione correttamente bisogna andare ancora più indietro nel tempo. Ricordiamo che le vele di taglio, nei tempi antichi, esistevano solo nel Mediterraneo, dove è provata l’esistenza della vela latina e della vela a tarchia nell’età greco-romana.
In area atlantica, solo i portoghesi usarono vele di taglio (nella forma della vela latina) subito dopo la riconquista del paese dell’Islam (XII secolo). Nei Paesi del Nord, invece, troviamo le prime tracce dell’uso delle vele di taglio all’inizio del 1400 nei Paesi Bassi. Inizialmente si trattava di vele a tarchia: una delle questioni irrisolte della storia della nave è, appunto, se la vela a tarchia dei Paesi bassi sia stata autonomamente invenzione locale, importazione dal Mediterraneo o addirittura reminiscenza di tecniche romane.
Comunque, il tipico jaght degli olandesi e fiamminghi, già pienamente sviluppato nel 1600, portava una grande vela a tarchia, una trinchettina ed un fiocco, più una vela quadra di gabbia. E’ nota la storia dell’introduzione dello yacht in Inghilterra: uno jaght fu donato dall’Ammiraglio della Provincia di Amsterdam a Carlo II, quando questi fu proclamato Re d’Inghilterra (1660) e terminò il suo esilio, trascorso, appunto, in Olanda.
Questo yacht, il “Mary”, una barca di circa 16 metri di lunghezza, fu il prototipo di molti yacht inglesi, perché i cantieri del Tamigi, stimolati dall’entusiasmo della famiglia reale e poi della nobiltà, lo presero a campione per le loro costruzioni. Quasi subito gli stessi cantieri inglesi cominciarono a migliorare le qualità nautiche dei loro prototipi, tenendo conto delle diverse condizioni del mare e dei fondali d’Inghilterra.
Per completare questi brevissimi cenni su una materia che meriterebbe una trattazione ben più completa, aggiungiamo che l’attrezzatura dello jaght olandese sopra descritta era propria di molte altre imbarcazioni dei Paesi Bassi; e che in Inghilterra essa fu usata non solo sugli yacht piccoli e grandi, ma su numerose altre imbarcazioni da pesca e da trasporto, per esempio sloop e smack. Sarebbe improprio quindi affermare che i cutter derivino dallo jaght/yacht, tuttavia appare certo che, per quanto riguarda l’attrezzatura velica, essi derivano dalla sstessa “famiglia” che comprende lo yacht.
Infatti, se sostituiamo alla vela a tarchia una randa aurica avremo un’attrezzatura del tutto simile a quella che il cutter portava nell’Ottocento. Rimane da capire come queste barche di stile olandese, abbondanti di baglio, con carena piatta, larga poppa a specchio quasi verticale, sporgente molto poco dal dritto, e velatura non proprio sovrabbondante, si siano evolute negli affilati cutter che conosciamo.
Il termine cutter non è molto antico in Inghilterra. La prima menzione da noi reperita risale al 1740. La terminologia era confusa, in quanto nella marina inglese del 1700 cutter designava anche un’imbarcazione di servizio delle navi maggiori, vascelli e fregate, più piccola delle long boats. Non sappiamo se questo significato del termine cutter sia anteriore a quelle che qui interessa, di imbarcazione autonoma. Per quanto riguarda quest’ultimo, pare che certe imbarcazioni, usate a preferenza dai contrabbandieri, fossero denominate cutter. I contrabbandieri avevano certo molti buoni motivi per tentare di affinare le doti di velocità, e soprattutto l’attitudine a stringere il vento, delle barche di stile olandese. Forse il nome cutter risale a quest’epoca, e forse l’origine del termine è proprio quella che a noipare troppo ovvia, di scafo “tagliente” (to cut, inglese = tagliare).
Per contrastare il contrabbando, l’amministrazione delle dogane dovette adattarsi a far costruire barche simili a quelle avversarie, e nacquero i famisi Revenue Cutter, veloci e ben armati, perché nelle acque inglesi in quel turbolento periodo incrociavano anche i corsari di molte nazioni (perfino algerini). Con i corsari, ufficialmente nemici, i contrabbandieri intrattenevano talvolta inconfessabili rapporti, ma questa è un’altra storia.
Insomma, pare che alla gara fra contrabbandieri e dogane sia da attribuire molta parte del merito del progressivo affinamento delle linee degli scafi dei cutter, e dell’aumento della loro superficie velica. Certamente, la popolarità di queste imbarcazioni tra i diportisti risale all’ultimo quarto del 1700, quando iniziarono in Inghilterra regolari regate di yacht, alle quali non partecipava più la sola nobiltà come ai tempi di Carlo II e di suo fratello. Non era raro il caso che imbarcazioni di contrabbandieri sequestrate finissero la loro carriera come yacht. Poi si cominciò a costruire cutter appositamente per le regate.
L’apparizione del cutter in Mediterraneo è stata messa in connessione, da De Negri, con il blocco navale imposto dagli inglesi alle coste degli stati incorporati nell’impero napoleonico o di questo alleati. L’ipotesi ci sembra plausibile. Per le squadre di blocco inglesi, l’interdizione della navigazione commerciale degli stati nemici era in fondo un compito analogo alla repressione del contrabbando, e l’impiego di unità leggere del tipo dei Revenue Cutter doveva apparire il mezzo ideale.
Più difficile dire, invece, per quali motivi il cutter sia stato adottato dagli armatori mercantili del Mediterraneo. Forse il fattore “moda” può aver avuto qualche peso: in Mediterraneo non mancavano certo imbarcazioni di pari caratteristiche. In Italia, comunque, questa adozione fu tutt’altro che generale, e la diffusione del cutter rimase abbastanza limitata. Nel 1887, per esempio, ne furono costruiti 11 in tutta italia, per una stazza media di 22,5 tonnellate; nello stesso anno, furono costruite 79 bilancelle e 42 trabaccoli. La tendenza, tuttavia, era all’incremento della costruzione di cutter in proporzione agli altri tipi: ne esistevano in Italia 271 nel 1897, contro i 111 di dieci anni prima. Nel 1905 ne troviamo ben 368 (ma esistevano 1298 bilancelle e 1280 trabaccoli, per non citare che i tipi più numerosi).
I porti di armamento principali del cutter erano Napoli (43 unità nel 1897), Livorno (40), Genova (31), Trapani (30), Portoferraio (27) e Gaeta (16). Notiamo una certa preferenza dei toscani per questo tipo di imbarcazione.
Occorre tener presente, comunque, che queste imbarcazioni registrate ufficialmente come cutter differivano spesso radicalmente dai “veri” cutter. In primo luogo, nella nostra marineria si ritenne spesso opportuno aggiungere un piccolo albero di mezzana all’estrema poppa, realizzando così un’attrezzatura che propriamente dovrebbe essere definita a yawl.
Inoltre, furono chiamate cutter imbarcazioni (con o senza albero di mezzana) che avevano la poppa rotonda o a cuneo, anziché a specchio. Fra i cutter elbani si incontravano più spesso esemplari con la poppa a cuneo o con l’alberetto di mezzana. La ricostruzione che presentiamo, eseguita sulla base di un anonimo relitto, fotografato accuratamente e misurato approssimativamente mentre marciva sulla spiaggia di Voltri, rappresenta anch’essa un cutter anomalo: poppa a cuneo, bompresso al posto della semplice asta di fiocco, e soprattutto niente boma, non corrispondono alle caratteristiche del cutter classico. Siamo arrivati ad attribuire il relitto al tipo cutter per esclusione, e perciò con qualche margine di dubbio.
All’estero, pare che la tradizione venisse rispettata più strettamente e che le barche chiamate cutter fossero legittime discendenti dei cutter originari. Questo ci risulta particolarmente per i cotre francesi
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francisdrake non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 29-03-10, 04:49 PM   #12
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bravo francisdrake! bel lavoro. Mi fà particolarmente piacere dal momento che il cutter, soprattutto quelli inglesi tra il 1850 e il 1910, sono in assoluto i miei preferiti. Ho quasi tutti i piani dei cutter in questione più famosi: li ho raccolti assieme all'arch. Carlo Sciarrelli che mi aiutò nel restauro del mio nel 1975. Mi piacerebbe sapere chi altro tra di voi ha lo stesso interesse così da poter scambiare opinioni e materiale. A questo proposito vorrei prenotare la lettera J per Janet, un piccolo cutter inglese di 24" del 1899 che restaurato completamente tra il 1980 e il 1985 naviga ancora in inghilterra. Appena posso mando i disegni.
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Vecchio 30-03-10, 10:23 AM   #13
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Ciao Adriano, quello che scrivi e' interessantissimo, avremo sicuramente tempo per approfondire l'argomento. Ora sono in un momentaccio, alle prese con il rientro in Italia dopo una lunga trasferta all'estero, ma tra qualche giorno dovrei ritornare alla normalita'. A presto, buon vento
FD
francisdrake non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 30-03-10, 10:43 AM   #14
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ciao francisdrake, fai buon ritorno. Questa è il Janet e il Rebecca.
Tutte e due navigano ancora: il Janet è del 1899 ed il Rebecca è del 1902 è stato costruito in Australia e,restaurato, lì naviga tutt'ora. La cosa curiosa è che il Rebecca,pur se più giovane di pochi anni, sembra essere più vecchio: come linea intendo. Tutte e due sono lunghe uguali 24 ft. lunghezza scafo. Se qualcuno fosse interessato ho una buona documentazione, disegni e foto.
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Adriano Sardo non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 14-04-10, 11:57 AM   #15
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Mi pare di essermi fermato alla D, riprendiamo con la Dracene...

Adriano, ci sei ancora?
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