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Vecchio 25-04-11, 11:05 PM   #26
sepultura
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sepultura è un newbie...
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ho trovato questa dichiarazione di baghetti sulla 156:

Ecco come oggi Giancarlo Baghetti ricorda la 156 F1:
« Mi ritrovai seduto, anzi semisdraiato, sulla pista stessa. Si guidava a braccia tese (non ancora proprio coricati, ci saremmo arrivati dopo) e il volante era piccolo e leggero a paragone con quello delle 3 litri a motore anteriore. Mi trovai subito a mio agio [...]. La vettura era molto più nervosa di tutto quanto avessi guidato fino a quel momento e il compatto 6 cilindri a V di 1500 centimetri cubi lo era anche di più: sparava fuori tutti i suoi 185 CV quasi di colpo nelle vicinanze del regime massimo di 9.200 giri. Eppure la Formula 1 a motore posteriore era molto più equilibrata e controllabile rispetto alla [...] Testa Rossa. Le risposte delle sterzo erano più precise e immediate; il sottosterzo nell'inserimento in curva meno accentuato; ma soprattutto il passaggio al sovrasterzo in accelerazione, nonostante il comportamento brusco del motore, era molto più graduale grazie alla superiore aderenza al retrotreno: invece di mettere in crisi la stabilità della macchina aiutava a chiudere velocemente la curva. [...]
Mi accorsi subito che l'assetto secco e nervoso della vettura richiedeva molta attenzione nei cambi di marcia, ad ognuno dei quali la macchina tendeva ad ondeggiare sulla pista. La leva del cambio aveva scatti secchi e duri, e se non dava i tremendi contraccolpi che si sentivano nella Testa Rossa ci procurava comunque vesciche e callosità alle mani. Il volante non richiedeva sforzi particolari, però aveva reazioni violente e occorreva controllarlo stringendolo forte: era difficile perché aveva la corona sottile, così Phil Hill ed io rimediammo ingrossando l'ìmpugnatura con un tubo di gomma da giardinaggio opportunamente tagliato. Nell'abitacolo faceva naturalmente un caldo infernale perché i radiatori erano davanti e i tubi dell'acqua e dell'olio correvano lungo il telaio. La testa e le spalle prendevano però il vento della corsa piuttosto liberamente: se poi si raddrizzava un attimo il busto per sgranchirsi, si rischiava lo strangolamento perché il casco veniva letteralmente strappato in alto. Inoltre il roll-bar di protezione era finto, si sarebbe piegato al primo urto e d'altronde non si usavano le cinture di sicurezza: l'unica speranza in caso di ribaltamento era di essere sbalzati fuori prima dall'abitacolo...e che la ricaduta finisse bene. [...]






quindi le cinture non c'erano
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