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Vecchio 11-03-08, 12:22 AM   #8
iacono
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predefinito Re:Tutto Sulla Miscela……… ;-)

Informazioni da MANTUA MODEL GROUP
Parliamo di miscele

La miscela per micromotori a scoppio a 2 tempi è composta fondamentalmente da 3 elementi:
alcool metilico detto metanolo, olio e nitrometano.
La bontà, le percentuali e la tipologia di ciascun componente creano la differenza di resa sui motori
e aumentano o diminuiscono la durata dei componenti interni degli stessi.
L’alcool metilico è un componente fondamentale per la miscela, la cui percentuale non può essere
mai inferiore al 50%. Questo elemento facente parte della categoria chimica degli alcoli ( etilico,
metilico ecc) è igroscopico cioè attira le particelle di umidità dall’aria, snaturandosi e
annacquandosi col tempo, oltre ad evaporare ma non repentinamente. Se si lascia un bicchiere di
alcool metilico all’aria aperta, a distanza di un paio di giorni si troverà un residuo sul fondo del
bicchiere composto nella sua maggioranza da particelle di H2O.
Questa premessa per spiegare che le miscele lasciate all’aperto, non ben richiuse nella loro
confezione, perdono gran parte della loro combustibilità.
L’olio utilizzato come veicolo lubrificante degli organi di movimento interni al motore, può essere di
varie fatture: ricino, sintetico semisintetico ecc.
L’olio di ricino si ricava dalla pianta officinale del ricino ed è unanimemente riconosciuto come il
lubrificante naturale migliore per i motori a combustione interna, dal momento che è in grado di
mantenere le proprie capacità viscose anche a temperature molto alte, risultando perfettamente
miscibile all’alcool e non lasciando praticamente residui incombusti in fase di scoppio. Viceversa
lascia il proprio deposito combusto nella zona post combustiva, come collettori e marmitte. La
maggior parte dell’olio di ricino esce comunque dal motore, dopo la combustione, con una sola
variazione di colorazione ( da giallo paglierino a giallo intenso o arancione scuro) ma ancora
ampiamente denso e corposo. L’olio di ricino può essere di prima spremitura, seconda o addirittura
di terza ( detta anche pressione); la prima preleva il materiale più puro e consistente, la seconda e
la terza si limitano a scremare i frutti del ricino già grandemente prosciugati in prima pressione,
rendendo la qualità via via più scadente. Il prodotto ottenuto in prima pressione viene poi raffinato
eliminando dallo stesso la cera o gomma, di cui è in parte composto, rendendolo anche
consumabile a livello farmaceutico. Lo scopo dell’olio è quello di creare un velo di protezione tra
organi metallici in movimento, tenendoli separati al fine di ridurre attrito, usura e quindi consumo
dei pezzi stessi. Nel momento in cui il velo si rompe ( fuorigiri, qualità olio scadente, carburazioni
magre, temperature elevate ecc) i metalli si toccano e ad alta velocità ci possono essere cedimenti
strutturali, grippature, usure ecc. Oltre all’olio di ricino come annunciato sopra, esistono olii di
sintesi, cosiddetti sintetici, nati cioè dalla sintesi di molecole di idrocarburi alifatici, che
adeguatamente trattate e sofisticate in laboratorio, danno vita ad olii con caratteristiche molteplici
tra cui la lubrificazione per micromotori. La maggior parte di questi ultimi ha due svantaggi notevoli:
la combustione completa con conseguente sviluppo di vapori nocivi e la perdita di viscosità a
temperature elevate. In ogni miscela che serva a preservare realmente il motore è sempre
consigliabile una percentuale non inferiore al 4% di olio di ricino puro degommato e non superiore
al 15% con eventuale “taglio” di sintetico che può andare da un minimo del 2% ad un massimo
dell’ 8%. Il sintetico ha un pregio a livello prestazionale da molti gradito per la maggior
scorrevolezza degli organi di movimento che meno risentono della viscosità dell’olio stesso,
soprattutto a temperature medio-alte.
Il nitrometano è un comburente ossidante della miscela, in sostanza quando si trova sotto
pressione e in fase combustiva, rilascia ossigeno, aumentando e migliorando l’esplosione in
camera di scoppio, con conseguente potenziamento della resa motore. Aumentando il potere
calorifico interno alla camera, occorre però scomprimere gradualmente il motore con l’aumentare
del nitrometano, al fine di bruciare la candela per eccesso di calore.
iacono non è in linea   Rispondi quotando