Utente Senior
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Archetto da Traforo
In materia di tecniche di costruzione non sono un integralista, per me se uno ci sa fare può cominciare dalla coffa e montare per ultima la chiglia, basta che alla fine venga fuori un modello fatto bene. C’è però una cosa sulla quale divento talebano: l’utilizzo dell’archetto da traforo. Ho notato, leggendo nel forum, che in molti hanno problemi, se non proprio il rifiuto totale di questo simpatico utensile, che in effetti è meno semplice da usare di quanto sembri, se non si ricevono le dritte giuste. Non parlo solo di chi parte da un foglio bianco come me e si deve fare tutto, anche chi prende un kit con il materiale pretagliato prima o poi deve fare i conti con un pezzo fatto male o con una chiglia sbananata. Secondo me, il bello nel modellismo in generale sta nel tirarsi fuori d’impaccio con le proprie forze, ricorrere ogni volta al fornitore può essere frustrante, è una perdita di tempo e costa pure; se questo si può evitare, si possono concentrare sforzi e risorse sulla ricerca di materiali ed attrezzature. Partiamo dagli utensili: servono archetto, lame, basetta a coda di rondine e morsetto. L’archetto non deve avere caratteristiche particolari, ne esistono alcuni da oreficeria altamente professionali, ma ne basta comunque uno qualsiasi. Per capirci, il mio viene da una scatola di utensili da traforo con cui giocavo quando ero piccolo, ha una trentina d’anni e non lo cambieri per nessun motivo. Per le lame, assicuratevi che siano da legno, con una dentatura buona per un uso generico: a scanso di fregature, chiedete esplicitamente al negoziante quali tipi ha e di che grandezza, perchè la tendenza è a liberarsi i cassetti dagli avanzi, dandovi delle emerite ciofeghe, col risultato che poi non ci tagliate nulla. Basetta a coda di rondine e morsetto sono necessari perchè il pezzo va ruotato mentre lo si taglia, con la lama che resta invece sempre nella stessa posizione; se tenete il pezzo sul tavolo può succedere che ad un certo punto venga a mancare la superficie d’appoggio necessaria e la precisione del taglio, col pezzo che sballonzola da tutte le parti, se ne va a farsi benedire; con la basetta, invece, comunque si ruoti il pezzo, l’appoggio è sempre garantito. Inoltre, la basetta vi evita di affettare anche il tavolo, cosa che puntualmente succede, anche a chi ha diversi modelli alle spalle...Veniamo alla tecnica per tagliare: per prima cosa, si monta correttamente la lama. Immagino che ci siano altre scuole di pensiero, io lavoro sempre con la lama tesa al massimo e la cosa non dovrebbe essere sbagliatissima, visto che sto usando ancora un set di lame comprato nel secolo scorso. Per dare tensione, basta stringere la lama solo con un morsetto, avvicinare le estremità dell’arco stringendole con una mano e serrare con l’altra mano il secondo morsetto. Se la lama non flette quando la premo con un dito, per me è a posto. Attenzione a montarla nel verso giusto, perchè è asimmetrica: il lato corto del dente guarda in basso durante il taglio. Secondo passo, la posizione di chi taglia: seduti, con gli occhi quanto più possibile vicini al pezzo; l’obbiettivo è stare comodi, senza piegare la schiena in avanti, perchè dopo un po’ ci si stanca e addio precisione. Ci vorrebbe una sedia bassina o un tavolo un po’ più alto, fate voi. Per tagliare: lama sempre perfettamente verticale, a piombo, altrimenti il taglio nella faccia inferiore non corrisponde a quello superiore; l’archetto non gira mai verso destra o sinistra, va solo su e giù, è il pezzo che si muove; si taglia solo verso il basso, mai a salire; NON METTETE FORZA NEL TAGLIARE!!!!!! Lasciate che sia quasi solo il peso dell’archetto a spingere, la mano deve essere leggerissima e bisogna mangiare la minima quantità possibile ad ogni passaggio: maggiore è la rapidità di esecuzione, minore è la precisione. Fate pochi passaggi, soffiate via la polvere di legno continuamente per vedere bene la traccia, poi riposizionate il pezzo e ripartite. Tratti dritti e archi non danno problemi; quando arrivate a spigoli con angolo vivo, ruotate il pezzo muovendo su e giù la lama, anche a vuoto, altrimenti si spezza. Attenzione agli ultimi millimetri, perchè il legno può cedere improvvisamente, facendo spostare verticalmente di scatto il pezzo: si può scheggiare il legno o rompere la lama, quindi cercate di andare ancora più leggeri. Provate a segnare dei contorni su un pezzetto di compensato e cercate di seguirli, con un minimo di esercizio si ottiene un buon risultato. Fermatevi spesso, perchè ci si stanca: probabilmente anche col più tenero dei compensati io non taglio più di dieci centimetri di seguito, mi fermo, faccio riposare la mano e riparto. Sembrano lungaggini, in realtà si guadagna tempo nel non dover rifare un pezzo tagliato storto e nel ritrovarselo già molto preciso, solo da rifinire. Considerate sempre che, se non sapete tagliare bene, limitate enormemente il vostro raggio d’azione, solo per non aver appreso una tecnica che in fondo non è nulla di speciale. Infine, ci sono seghetti da traforo elettrici in commercio, ma non vi aiutano molto a sviluppare la vostra manualità, costano, ingombrano, non sono tutti validi.
Se avete domande sparate pure, dateci sotto, buon lavoro!
Francis Drake
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