Voglio innaugurare questa sezione parlando di un dei più gradi personaggi storici Horatio Nelson,un grande uomo e, un infallibili maestro di tattica
Sir
Horatio Nelson, 1° Visconte Nelson e
1° Duca di Bronte,
KB (
Burnham Thorpe,
29 settembre 1758 –
Capo Trafalgar,
21 ottobre 1805), è stato un
ammiraglio britannico.
Per le sue strepitose vittorie in ben tre grandi battaglie navali in cui era comandante in capo è ancora oggi uno dei più amati e celebrati eroi nazionali d'
Inghilterra, ma non mancano nella sua vita episodi controversi, come la parte avuta negli orrori seguiti alla fine della
Repubblica partenopea nel
1799.
Il suo ruolo di
Eroe Nazionale dell'Impero britannico, vittorioso in importanti battaglie, ha attirato su di lui l'attenzione di numerosi biografi, la maggior parte dei quali si è limitata a riproporre la consolidata biografia ufficiale, edita pochi anni dopo la morte con la collaborazione interessata del fratello di Nelson e di numerosi esponenti governativi. Recentemente alcune opere (specialmente il libro di
Terry Coleman) hanno dedicato maggior attenzione a documenti ancora disponibili dai quali è possibile risalire ad un Nelson meno "agiografico". Horatio Nelson entrò in marina all'età di dodici anni grazie a un suo zio, il Capitano Maurice Suckling. Il suo primo viaggio in mare lo portò a visitare le
Indie Occidentali, ed al rientro prese ad esercitarsi, affascinato dal mare, a pilotare piccoli velieri nell'estuario del
Tamigi. Fu promosso tenente di vascello nell'aprile del
1777, dopo aver preso parte ad una spedizione nell'
Artico agli ordini del comandante Phipps e dopo aver fatto esperienza nel mare delle Indie.
Avendo portato a termine diverse operazioni ancora nelle Indie Occidentali, all'età di vent'anni fu promosso capitano di vascello nel
1778. Nel
1780 partecipò ad una spedizione in
Nicaragua dalla quale dovette anticipatamente rientrare a causa di gravi problemi di salute.
Ripresosi dalla malattia, nel
1781 fu pronto per una nuova spedizione in
Canada, a bordo della fregata
Albemarle, comandata dall'
Ammiraglio Hood.
Nel
1783 rientrò in patria dopo la guerra contro le colonie americane che si risolse con la dichiarazione d'indipendenza delle stesse; l'anno seguente operò ancora una volta nelle
Indie Occidentali dove conobbe e sposò nel
1787 Frances Nisbet.
Nel
1793 a Nelson fu affidato il comando del vascello
Agamemnon durante la guerra contro la
Francia rivoluzionaria. Di nuovo agli ordini dell'
Ammiraglio Hood, fu inviato nel
Mediterraneo dove partecipò all'assedio di
Tolone. L'esito positivo di tale operazione contribuì ad accrescere la già elevata popolarità che Horatio Nelson godeva in patria. Nel corso di una missione a
Napoli, nel settembre del
1793, conobbe
Emma Lyon, moglie dell'ambasciatore britannico presso la corte borbonica
Sir William Hamilton, con la quale strinse successivamente una intensa relazione sentimentale.
Fu poi impegnato nelle operazioni militari che puntavano alla conquista della
Corsica: nel luglio del
1794 durante un attacco a
Calvi, perse l'occhio destro. Nel
1796 fu nominato
commodoro e poi gli fu affidato il comando della
Captain, un vascello di linea di terza classe (74 cannoni).
L'anno seguente si distinse nel corso della
battaglia di Capo San Vincenzo (
14 febbraio 1797), durante la quale una manovra, divenuta poi famosa, che contravveniva apertamente alle
Istruzioni per il Combattimento della marina Inglese permise all'ammiraglio
St. Vincent di portare in patria due grandi navi catturate, a prova della sua vittoria sulla flotta
spagnola.
Promosso contrammiraglio della "squadra blu” e creato Cavaliere dell'
Ordine del Bagno, nel luglio del
1797 partecipò al temerario ma inutile attacco sferrato contro la città di
Santa Cruz de Tenerife, nelle
Canarie, durante il quale fu gravemente ferito al braccio destro che, divenuto incurabile, gli venne amputato.
Nell'aprile del
1798 riprese servizio dopo un lungo periodo di convalescenza. Gli fu assegnata nel Mediterraneo una divisione incaricata di sorvegliare i movimenti della flotta francese con base a Tolone. Essendosi lasciato sfuggire la flotta comandata dall'
Ammiraglio Brueys, diretta in
Egitto con la spedizione di
Napoleone Bonaparte, iniziò una lunga caccia che lo portò ad inseguire l'armata navale nemica per quasi due mesi dopo i quali, il
1º agosto 1798, sorprese il nemico ancorato nella baia di Abukir e lo annientò (
battaglia del Nilo), bloccando in tal modo le truppe di Napoleone sul suolo egiziano.
Successivamente fu inviato a
Napoli per colpire gli insorti
giacobini e mettere in salvo la corte
borbonica, ma al suo arrivo sul teatro di guerra la
Repubblica Napoletana, sconfitta su tutti i fronti dal Cardinale
Fabrizio Ruffo e abbandonata dalle truppe francesi, era già capitolata. Tuttavia Nelson non volle o non poté rispettare i patti della resa che gli vennero trasmessi dal Cardinale Ruffo, consegnando così i capi giacobini ed i fautori della rivolta alla vendetta di
Ferdinando IV e facendo condannare all'impiccagione l'ammiraglio
Francesco Caracciolo, colpevole di alto tradimento, che aveva ricevuto in consegna. Durante la parentesi napoletana Nelson strinse un legame più intenso con Lady Hamilton.
Nominato da Re Ferdinando
Duca di Bronte, tornò in
Inghilterra con
Emma Hamilton agli inizi del
1800 dopo alcune divergenze con l'ammiragliato; poco tempo dopo si separò dalla moglie Frances Nisbet per vivere con l'amante, dalla quale lo stesso anno ebbe una figlia, Horatia.
Le turbolente vicende legate alla sua vita privata non ridussero la stima che l'
Ammiragliato e gli alti vertici della marina militare britannica riponevano nei confronti di Nelson: nel
1801 difatti fu promosso dall'
Ammiragliato viceammiraglio e comandante in seconda della flotta con la quale il comandante
Hyde Parker doveva reprimere le forze della
Lega dei Neutri.
L'operazione comandata da Parker e Nelson aveva il compito di sconfiggere le flotte di
Danimarca e
Svezia; entrambi i paesi infatti appoggiavano economicamente la Francia napoleonica e per questo dovevano essere rapidamente fermate. Il
2 aprile del
1801 Nelson e Parker riportarono una brillante vittoria con la
Battaglia di Copenaghen che cancellò in modo definitivo la minaccia navale scandinava.
L'ultima battaglia
Dopo un periodo di congedo a seguito della
Pace di Amiens, Nelson fu nominato comandante in capo della flotta operante nel
Mediterraneo, la prestigiosa
Mediterranean Fleet. Con queste forze riuscì a bloccare a
Tolone la flotta francese che si preparava all'invasione dell'Inghilterra; Nelson assediò la città per due anni, fino al marzo
1805, quando l'
ammiraglio Pierre-Charles Villeneuve riuscì ad eludere la sorveglianza ed a dirigersi verso le
Indie Occidentali. La manovra avrebbe dovuto far credere ad un attacco francese ai possedimenti inglesi nell'
America centrale mentre
Napoleone sarebbe potuto sbarcare in Inghilterra ed in effetti essa riuscì. Ma l'ammiraglio Villeneuve, sfuggito all'inseguimento inglese, anziché dirigersi nel
canale della Manica per "coprire" lo sbarco francese in territorio inglese, si lasciò impressionare da uno scontro di poco conto al largo di El Ferrol e riparò a
Cadice.
Il
21 ottobre l'ammiraglio Villeneuve, ricongiuntosi con le forze navali spagnole del Gravina, si portò al largo di
Capo Trafalgar dove la flotta britannica era pronta alla battaglia: benché le forze navali inglesi fossero numericamente inferiori a quelle franco-spagnole (trentatré navi franco-spagnole contro le ventisette inglesi), Nelson inflisse una decisiva sconfitta alla flotta nemica (
battaglia di Trafalgar). Questo evento bellico permise all'Inghilterra di rafforzare la propria supremazia navale su quella francese che da quel momento non ebbe più alcun peso nello scacchiere operativo navale.
Tuttavia Nelson non poté godere degli allori della vittoria poiché fu colpito a morte da un tiratore francese che sparò dall'albero maestro della nave
Redoutable.
Il suo corpo venne solennemente tumulato nella
Cattedrale di San Paolo a
Londra, all'interno di una bara ricavata da un pezzo di legno, ripescato in mare, dell'albero maestro de
L'Orient. Quest'ultima era ammiraglia francese nella
battaglia del Nilo. Prese fuoco e affondò in seguito all'esplosione dei due depositi di polveri situati uno a poppa e l'altro a prua. Alla vigilia della partenza per la campagna d'oriente, Napoleone aveva appropriatamente fatto cambiare il nome della nave da
Sans Culotte a
L'Orient[1], risvegliando la superstizione dei marinai, per i quali cambiare nome ad una nave porta disgrazia. C'e da aggiungere che si trattava del secondo cambio di nome, essendo la nave stata varata col nome di
Le Dauphin Royal.
Ciao Alberico