Vecchio 23-10-09, 11:15 AM   #1
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ciao decals, provo a riassumere la mia breve esperienza.
Partiamo dal perché reinciderere. Se si osserva la superficie di una gran parte di aerei, si nota un piccolo gap tra le lamiere che compongono il rivestimento di un'ala o della fusoliera, anche se in alcuni aerei le line in positivo non sono del tutto sbagliate ( tipo l'A-10). Modellisticamente parlando, se si carteggia una giunzione con le linee in positivo, queste andranno a farsi benedire. È molto più facile ripristinare quelle in negativo. Inoltre prendono meglio i "lavaggi". Perché allora i produttori di modelli ce le hanno propinate fino ad ora? Le linee in positivo sono meno costose da produrre ( corrispondono ad una incisione sottile nello stampo in acciao). Attualmente la tendenza dei produttori è quella di offrire linee incise, fortunatamente la tecnologia ha reso più economico il processo di costruzione di stampi sofisticati. Inoltre, certi aerei esistono solo nel catalogo Monogram ( la serie dei Cento, la famiglia A-6, etc ) ed hanno tutti pannelli in positivo.
Nel caso si voglia reincidere le pannellature in positivo, supponiamo in posizione corretta ( come in gran parte dei modelli Monogram ), il procedimento è solo lungo e abbastanza noioso. Strumenti: esistono degli incisori (squadrono, Micro Mark, etc) che ricordano strumenti da dentista, hanno un estremità curva e appuntita: il loro vantaggio è che intanto che aprono il solco, lo puliscono rimuovendo il materiale ( più avanti chiarisco). Lo svantaggio è che costano, l'affilatura non è eterna, più premi per fare righe profonde, più le allarghi) e non sono costanti nelle dimensioni. Un altro strumento è la lama X-acto n.11 o similari, usata al contrario perché ha meno tendenza ad anadare dove vuole. Il terzo strumento è lo spillo, tenuto da un impugnatura X-acto o un trapanino a mano o qualsiasi altra cosa. L'importante è che non sporga più 10-15 mm, altrimenti flette. Gli spilli costano pochissimo, ( 1.4 € per una scatolina da 100 spilli) e si possono cambiare spesso quando perdono l'affilatura. Occorrono anche un pò di dime fotoincise: verlinden, hasegawa (ex tri-tool), eduard, ce ne sono in abbondanza. Sono molto utili perché contengono molte forme di sportelli etc. pronte all'uso.Una riga in metallo. Carta abrasiva da 400 e 600. Una buona illuminazione e tanta pazienza.
Per incidere una superficie abbastanza piana ( tipo un'ala), si inizia segnando l'inizio e la fine (di solito coincidono con l'intersezione di altre linee) della riga da incidere con un puntino (facendo pressione con lo spillo). Si carteggia la linea in rilievo con carta abrasiva 400 o 600 (dipende anche dalla qualità della plastica). Rimangono evidenziati in chiaro i due puntini, che si sono riempiti di polvere di plastica. Si appoggia il tratto rettilineo una dima (o la riga in metallo, magari tenuti in posizione con del comune nastro di carta) che farà da guida e poi si incide da punto a punto, facendo attenzione a premere per incidere e per tenere l'ago contro la guida ( un po’ come disegnare con matita e righello). Quanti passaggi? Per me 3 passaggi leggeri per l'1/48 sono più che sufficenti. Quanta pressione? Poca. Molto meglio più passate a mano leggera che poche con la mano pesante. A fare le incisioni più profonde si fa sempre in tempo e facendo molta pressione la punta rischia di andare per i casi suoi facendo disastri. Inoltre se si sbaglia con poca pressione, una carteggiata "cancella" l'incisione sbagliata. Nel caso di incisioni sbagliate, io le correggo con l'attak gel, asciuga abbastanza velocemente, non corre lungo l'intera incisone come quello liquido ed è duro da non scheggiarsi se lo si reincide. Sulle superfici curve, come guida uso il nastro delle etichettatrici Dymo, che è più spesso e rigido di quello normale e "guida" di più.
Una volta inciso il modello ( o una parte), arriva il bello. Facendo il solco, lungo i bordi dello stesso la plastica si è leggermente rialzata. Si carteggia quindi la linea che si riempirà di polvere e risalterà in contrasto con la plastica circostante. La si riapre con lo spillo a mano libera o con il dorso di una lama, praticamente senza pressione: lo scopo non è incidere , ma solo di pulire il solco. Poi si carteggia nuovamente, si pulisce fino a quando non rimane la linea pulita o si esaurisce la pazienza :-D
Altri trucchi non ce ne sono, più che altro è la pratica. Per adesso io ho reinciso un P-39 ( fermo nel cassetto) e questo è il mio secondo soggetto. Fortunatamente il B-26 non ha tante righe da rifare ( a confronto lo F-105, sempre in 1/48 della Monogram sembra fatto con pezzi non più grandi di una lattina di birra appiattita...).
La plastica migliore da incidere è quella argentata ( quando si carteggia una riga in rilievo, rimane la traccia sotto di plastica grigia scura). Che dire altro? Metterò delle foto appena posso. Sembro sbilanciato verso Monogram ? Lo sono!!!

A presto
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Vecchio 26-03-11, 03:45 PM   #2
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ciao decals, provo a riassumere la mia breve esperienza.
Partiamo dal perché reinciderere. Se si osserva la superficie di una gran parte di aerei, si nota un piccolo gap tra le lamiere che compongono il rivestimento di un'ala o della fusoliera, anche se in alcuni aerei le line in positivo non sono del tutto sbagliate ( tipo l'A-10). Modellisticamente parlando, se si carteggia una giunzione con le linee in positivo, queste andranno a farsi benedire. È molto più facile ripristinare quelle in negativo. Inoltre prendono meglio i "lavaggi". Perché allora i produttori di modelli ce le hanno propinate fino ad ora? Le linee in positivo sono meno costose da produrre ( corrispondono ad una incisione sottile nello stampo in acciao). Attualmente la tendenza dei produttori è quella di offrire linee incise, fortunatamente la tecnologia ha reso più economico il processo di costruzione di stampi sofisticati. Inoltre, certi aerei esistono solo nel catalogo Monogram ( la serie dei Cento, la famiglia A-6, etc ) ed hanno tutti pannelli in positivo.
Nel caso si voglia reincidere le pannellature in positivo, supponiamo in posizione corretta ( come in gran parte dei modelli Monogram ), il procedimento è solo lungo e abbastanza noioso. Strumenti: esistono degli incisori (squadrono, Micro Mark, etc) che ricordano strumenti da dentista, hanno un estremità curva e appuntita: il loro vantaggio è che intanto che aprono il solco, lo puliscono rimuovendo il materiale ( più avanti chiarisco). Lo svantaggio è che costano, l'affilatura non è eterna, più premi per fare righe profonde, più le allarghi) e non sono costanti nelle dimensioni. Un altro strumento è la lama X-acto n.11 o similari, usata al contrario perché ha meno tendenza ad anadare dove vuole. Il terzo strumento è lo spillo, tenuto da un impugnatura X-acto o un trapanino a mano o qualsiasi altra cosa. L'importante è che non sporga più 10-15 mm, altrimenti flette. Gli spilli costano pochissimo, ( 1.4 € per una scatolina da 100 spilli) e si possono cambiare spesso quando perdono l'affilatura. Occorrono anche un pò di dime fotoincise: verlinden, hasegawa (ex tri-tool), eduard, ce ne sono in abbondanza. Sono molto utili perché contengono molte forme di sportelli etc. pronte all'uso.Una riga in metallo. Carta abrasiva da 400 e 600. Una buona illuminazione e tanta pazienza.
Per incidere una superficie abbastanza piana ( tipo un'ala), si inizia segnando l'inizio e la fine (di solito coincidono con l'intersezione di altre linee) della riga da incidere con un puntino (facendo pressione con lo spillo). Si carteggia la linea in rilievo con carta abrasiva 400 o 600 (dipende anche dalla qualità della plastica). Rimangono evidenziati in chiaro i due puntini, che si sono riempiti di polvere di plastica. Si appoggia il tratto rettilineo una dima (o la riga in metallo, magari tenuti in posizione con del comune nastro di carta) che farà da guida e poi si incide da punto a punto, facendo attenzione a premere per incidere e per tenere l'ago contro la guida ( un po’ come disegnare con matita e righello). Quanti passaggi? Per me 3 passaggi leggeri per l'1/48 sono più che sufficenti. Quanta pressione? Poca. Molto meglio più passate a mano leggera che poche con la mano pesante. A fare le incisioni più profonde si fa sempre in tempo e facendo molta pressione la punta rischia di andare per i casi suoi facendo disastri. Inoltre se si sbaglia con poca pressione, una carteggiata "cancella" l'incisione sbagliata. Nel caso di incisioni sbagliate, io le correggo con l'attak gel, asciuga abbastanza velocemente, non corre lungo l'intera incisone come quello liquido ed è duro da non scheggiarsi se lo si reincide. Sulle superfici curve, come guida uso il nastro delle etichettatrici Dymo, che è più spesso e rigido di quello normale e "guida" di più.
Una volta inciso il modello ( o una parte), arriva il bello. Facendo il solco, lungo i bordi dello stesso la plastica si è leggermente rialzata. Si carteggia quindi la linea che si riempirà di polvere e risalterà in contrasto con la plastica circostante. La si riapre con lo spillo a mano libera o con il dorso di una lama, praticamente senza pressione: lo scopo non è incidere , ma solo di pulire il solco. Poi si carteggia nuovamente, si pulisce fino a quando non rimane la linea pulita o si esaurisce la pazienza :-D
Altri trucchi non ce ne sono, più che altro è la pratica. Per adesso io ho reinciso un P-39 ( fermo nel cassetto) e questo è il mio secondo soggetto. Fortunatamente il B-26 non ha tante righe da rifare ( a confronto lo F-105, sempre in 1/48 della Monogram sembra fatto con pezzi non più grandi di una lattina di birra appiattita...).
La plastica migliore da incidere è quella argentata ( quando si carteggia una riga in rilievo, rimane la traccia sotto di plastica grigia scura). Che dire altro? Metterò delle foto appena posso. Sembro sbilanciato verso Monogram ? Lo sono!!!

A presto
Spiegazione eccezionale... non c'è che dire... Per le parti circolari come fai?
Usi le dime?
Complimenti ancora per la guida...
__________________
Ho un sogno nel cassetto... Ma mi hanno fottuto la scrivania!!!
beppesnow non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 28-03-11, 02:58 PM   #3
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ciao,
per i panelli circolari, ovali o forme particolari uso le dime fotoincise delle eduard o verlinden (quelli della foto). Sono abbastanza flessibili da aderire anche alle parti che presentano un po' di curvatura.
Icone allegate
Tecnica di reincisione dei pannelli-0281.jpg  
toki71 non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 28-03-11, 03:31 PM   #4
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Ottimo tutorial, grazie
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