La discussione da te richiamata ho avuto modo di seguirla "a tratti" ed in più occasion in un forum straniero. Forum nel quale - nascosto dietro un nick ed un avatar "made in Holland" - ho avuto la netta impressione di "leggere" nientemeno che A.J. Hoving; per chi non lo conoscesse, è lo storico "socio" di Emke e di mestiere, oltre che studioso archeo-navale di fama internazionale, è uno dei direttori del museo navale di Amsterdam.
Tale discussione riporta in maniera affasciante ad una delle perenni dispute che si riverberano anche tra noi modellisti, più o meno così impostata: a fronte di problemi ed incongruenze ... un modello deve essere seguire gli "scritti" (progetti, disegni, stampe, ricerche, bibliografia, modelli d'epoca ...) o l'applicazione delle regole di ingegneria navale? Tale discussione ha infiammato qualche mese fa anche questo forum ....
In quel dei Paesi Bassi hanno deciso di replicare uno dei loro orgogli nazionali, il Zeven Provincien, nome col quale nei secoli sono state battezzate svariate e importanti navi militari. Affidandosi agli studi ed alla monografia di un famoso progettista (Dick), il quale si era afffidato ad un modello d'epoca anonimo (Holladischer Zweidecker) contemporaneo ed esemplificativo del De Zeven (ma non solo, vedasi il diorama della flotta in rada a Texel) ... iniziarono il cantiere.
Accortisi che con quei rapporti dimensionali la nave avrebbe avuto più di un problema, sono andati a ripescare vecchie obiezioni di altri studiosi (tra i quali Cor Emke). In sostanza: parrebbe che i vascelli olandesi a due ponti dovessero essere leggermente più larghi e dotati di una conformazione diversa alla ruota di prua rispetto a quanto si riteneva pacificamente assodato. Quindi: quando si è trattato di dover mettere davvero in acqua una nave, i nodi sono venuti al pettine. Poi è partita la discussione sul fatto che taluni quadri già mostrassero questa caratteristica e così pure Witsen l'avesse ben specificato nei suoi studi.
Personalmente sarei portato a dare poco significato alla discussione. Ciò che mi sento di poter dire è che tutto deve concorrere alla conoscenza del naviglio antico del XVII secolo; che questo "tutto" debba essere valutato alla luce delle leggi della fisica; che non si debba dare per scontata la presenza nell'antichità di una "certezza" da ricercare: credo che, da buoni artigiani, facessero grandi belle opere e grandi stupidaggini (Wasa docet), così come - mancando dati statistici attendibili sulle cause di affondamento od avaria delle navi - sia impossibile stabilire (oggi, a posteriori) se ciò che ci è arrivato (disegni, modelli, quant'altro) sia l'immagine dell'epoca (errori compresi) o sia materiale dimostrativo (quindi da prendere con beneficio d'inventario) ... finora l'unico reperto "certo" (il Wasa) manda segnali inquietanti ....
Così come non posso "ricostruire" una casa di Pompei con rubinetterie, fogne, riscaldamento moderni ... non posso certo ricostruire un vascello del XVII secolo con forme dettate dal livello attuale di studio sulla dinamica dei fluidi. Potrà però sempre affascinarmi l'epoca, potrà stupirmi ogni scoperta, potrà farmi sorridere l'imprecisione di certe soluzioni, potrò riflettere sui gravi errori sfociati in tragedia ... ma laddove i dati lasciano "zone d'ombra" non potrò che dare la mia interpretazione modellistica; tanto più raffinata quanto più mi sarò preparato, ma pur sempre una interpretazione, con gli inevitabili errori (miei o ab oringine che siano).
Scusate l'ot e la divagazione, ma mi è venuta così.....
Trink