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Vecchio 23-09-09, 10:13 PM   #16
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anche a me sembra un altro modello
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Vecchio 23-09-09, 10:59 PM   #17
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jp sul fatto che la lastratura in rame fosse verniciata o no tu hai trovato qualche riscontro o informazioni a riguardo dato che mi interessa la questione finora a me e sembrato incerto anche se piu per il si pero dato che la tua nave e americana e piu o meno fa riferimento a quell epoca sarebbe sempre una voce a riguardo

ciao luigi
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Vecchio 24-09-09, 05:39 PM   #18
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predefinito x MadamaLouise, Albatros e Caracciolo

Ciao a tutte/i (prima le dame....ovviamente)

In effetti avete indovinato, la terza foto è quella del modello della SMS Sachsen, corvetta corazzata a vapore del 1877.

X MadameLouise

Grazie a Madamelouise per gli apprezzamento sulla Terribile... il ponte, in particolare, è realizzato simulando le calafature con quel sistema di cui spiegavo in un'altro post... quello con "baiette" per alloggiare i listelli e vernice spray acrilica nera...

Cara MadameLouise, le considerazioni che hai fatto sul metodo di copertura con lastre degli scafi (adottato sulla Terribile e sulla Roanoke) sono assolutamente corrette.

Lo scafo, finchè è rettilineo e non ha grandi cambi di curvatura, può essere "sgrossato" in questa maniera, soprattutto se lungo e sottile.
Se poi le ordinate sono molte e non troppo distanziate tra loro, si riesce ad avere una superficie abbastanza filante...

Per le aree in cui ci sono variazioni od il compensatino non riesce a seguire le curvature, allora è meglio darci dentro di riempimenti in legno e sgrossare fono ad avere l'andamento corretto.

x Caracciolo

Sul fatto che lo scafo fosse foderato in lastre di rame, lo penso abbastanza scontato, data anche la finalità oceanica che aveva la nave.
Circa invece l'utilizzo o meno di pittura bianca sull'opera viva, di questo ho meno evidenza... ma le mie considerazioni sono basate non su fatti oggettivi, quanto su idee che mi sono fatto circa il periodo.

Infatti, credo che durante la Guerra Civile, forse la "cura" dell'opera viva poteva non essere così profonda come in altri periodo, per cui non ci vedo proprio i marinai a "dipingere" in bianco la ramatura, pensando poi che dovevano comunque andare in missione sui fiumi o sull'oceano...

Inoltre, a seguito della fine della guerra, la Roanoke in particolare finì come guardiaporto a New York, ed anche in questo caso penso che non ci si sia dato troppo da fare con la pittura dell'opera viva...

Posso anche sbagliarmi, ovviamente, ma non credo che ci siano state molte persone a curare una nave che era "rinata" sbagliata ed inutilizzabile, no? tempo e soldi spesi inutilmente.

Infatti, alla fine, ho "sporcato" di verderame la carena, ed anche se non potrà mai passare sotto l'occhio impietoso di un giudice della NAVIGA, a me piace così sporco e vissuto...

ciao ed a riscriverci presto

JP
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Vecchio 24-09-09, 06:58 PM   #19
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predefinito Ricopertura in rame (falso)

Di nuovo ciao a tutti, e di nuovo ecco a documentare alcuni passi successivi fatti sullo scafo della Roanoke.

Dopo aver terminato la copertura (a cavallo della linea di galleggiamento e fino al ponte) della corazzatura in piastre, simulate con lastrine di plasticard, ho avviato la copertura dello scafo cercando di simulare bene le lastre di rame.

Ho scelto del cartoncino tipo bristol, robusto ma leggero, con una superficie leggermente satinata e ne ho verniciato una facca con alcune mani di vernice metallica rame acrilica, comprata in un ferramenta Leroy Merlin. Importante dare un paio di mani a volta, cercando di "incrociare" il flusso lungo la carta, orizzontalmente o verticalmente per ogni passata...

Una volta ben asciugato, ho tracciato una serie di linee orizzontali e verticali, sul retro del cartoncino, per delimitare file di "lastre" che avrebbero simulato la copertura dello scafo.

Poi, con una ruota dentata innestata su un manico di legno, ho simulato la chiodatura, passando la ruota sul dorso del foglio e cercando di fare attenzione al verso ed alla posizione della traccia impressa, lungo le linee verticali ed orizzontali.

Ovviamente, per ragioni di simmetria, ho verniciato un'altro cartoncino, ed ho usato la medesima tecnica del primo anche su questo, stando attento a rendere un'immagine speculare delle posizioni delle righe di "chiodi" rispetto alle righe tracciate sul retro.

Poi ho voltato i cartoncini a faccia in su (quella verniciata, per intendersi) e con una riga di metallo, in prossimità delle righe "verticali" che separano una lastra dall'altra, ho inciso con la punta di un taglierino una sottile riga, sufficiente a rendere la sensazione della separazione tra le lastre.

A questo punto, tagliando una riga alla volta (orizzontalmente) ho creato una fila di lastre di rame che sono andato ad incollare (usando sia cianoacrliato gel che colla vinilica) sullo scafo.
Ovviamente, gni riga, rispetto a quella superiore, era sfalsata di metà per ottenere l'effetto "a mattoncini" tipico delle ricoperture in rame delle carene.

Ho avuto l'accortezza di non iniziare la copertura dall'estrema prua e poppa, aggiungendo successivamente strisce più piccole e più "gestibili" in termini di andamenti e curvature.

Una volta ricoperto tutto lo scafo, ho mascherato e ricoperto la parte superiore dello scafo (dall'attacco tra corazzatura e piastre di rame fino al ponte) ed ho passato altre mani di vernice color rame acrilica spray.

In questo modo sono stato sicuro di avere un fondo abbastanza omogeneo anche se "brllante" all'effetto.

E' iniziata quindi la fase di sporcatura ed invecchiamento
Ho usato due tecniche :
1) nella prima, più ampia ed usata su larga superficie, ho lasciato sciogliere, per circa due/tre giorni tre cucchiaini di sale grosso e fino (mescolando ogni tanto) in un bicchiere d'acqua naturale in cui avevo miscelato tre cucchiaini di aceto.
Con una pennellessa larga ho poi spalmato questo liquido su tutto lo scafo, cercando di evitare che le gocce si accorpassero troppo

2) per la seconda, invece, ho usato un prodotto, trovato in un leroy merlin che è praticamente un'ossido che genera una patina (la linea di prodotti si chiama Patina-IT della IDEA) color verderame più o meno carico, quando viene spennellata su vernici ramate.
Con questo prodotto ho lavorato più di dettaglio lungo la linea di galleggiamento ed alcuni punti che potevano presentare maggior sporcatura.

Una volta completamente asciugati tutti e due i prodotti, ho usato uno straccio morbido di cotone senza peli per togliere eventuali eccessive rugosità e poi, per proteggere il tutto, ho spruzzato alcune mani di vernice trasparente opaca acrilica, che in questo modo ha "fissato" le sporcature.

Beh..questo è quanto per lo scafo.

Vi mando intanto qualche foto della ricopertura in rame ancora vergine e siuccessivamente vi posterò qualche foto con l'effetto invecchiamento

Ciao ed a riscriverci presto

JP
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Cantiere USS ROANOKE-roanoke-035.jpg   Cantiere USS ROANOKE-roanoke-039.jpg   Cantiere USS ROANOKE-roanoke-043.jpg  

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Vecchio 25-09-09, 02:19 PM   #20
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predefinito Cantiere ROANOKE - copertura del ponte

Buongiorno a tutti gli amici modellisti

ecco qui, dopo aver coperto lo scafo di "rame" :-) e PRIMA di sporcarlo, che ho avviato la parte del lavoro che prevedeva la copertura del ponte della Roanoke.

Innanzitutto, la prima cosa che ho fatto è stata quella di riportare, su un compensatino sottile (0,75 mm) la "forma" del ponte, posizionando lo scafo sottosopra ed appoggiandolo su dei fogli di cartoncino bristol un pò pensante, uniti insieme da nastro adesivo, per tracciare con la matita il bordo esterno del ponte, facendo quindi passare una mina sottile lungo il bordo esterno dello scafo che tocca in basso il cartoncino.

Ovviamente, data questa traccia "esterna", al momento del taglio ho tenuto conto dello sfrido ed ho diminuito leggermente la dimensione interna del ponte stesso.

Una volta tracciata la sagoma del ponte, ho riportato a poppa e prua i segni della mezzeria dello scafo ed ho tracciato sul cartoncino la linea di mezzeria, cercando anche di riportare i punti in cui le ordinate toccano lo scafo.

Ho quindi tagliato il cartoncino e ne ho riportato la sagoma e la "griglia" 8mezzeria + ordinate) sul compensatino che ho a sua volta tagliato tenendo conto dello sfrido in più.

A questo punto, sulla base dei disegni e delle "aperture" realizzate sulla falsa chiglia, ho disegnato sul compensato la posizione di tutte le aperture che avrebbero avuto una possibile "vista" dall'esterno, cercando di far combaciare le parti rimosse con quanto indicato nei disegni e quanto già tagliato sulla falsa chiglia.

Dopo questo, ho iniziato a tagliare le aperture sul compensato, cercando di mantenere tagli perpendicolari sulle aperture rettangolari.

Per il taglio delle aperture circolari (su cui poi andranno ad innestarsi le torri corazzate) ho realizzato un semplice taglierino girevole, fissando una punta di cutter ed una punta di compasso su un listello di legno rigido, ed utilizzando questo "compasso" rudimentale per fare le prime incisioni circolari, che poi ho ripassato a mano, con il cutter manuale.

I dischi di compensato che ho ricavato li ho messi da parte perchè poi serviranno per il "pavimento" delle torri corazzate.

A questo punto ho definito la dimensione delle tavole di copertura del ponte (ho deciso di usare come lunghezza standard 9 cm) ed ho tracciato sul compensato tante linee equidistanti di 3 cm l'una dall'altra, perpendicolari alla linea di mezzeria.
Queste linee mi forniranno l'andamento delle intestature delle tavole.

Per dare l'idea del ponte "inferiore", ho realizzato tanti piccoli rettangoli di compensato, della dimensione minima delle aperture del ponte, con una maggior larghezza laterale, su cui ho incollato tanti spezzoni affiancati di listelli da 3 mm in tiglio. Questo pezzo di "pavimento" poi l'ho incollato sul fondo dell'apertura precedentemente ricavata sulla falsa chiglia, in modo che chi guarda dall'alto, da un'eventuale apertura di un lucernario od un'osteriggio, ha la sensazione che sotto ci sia un ponte e non uno spazio vuoto.

Una volta incollati tutti questi "pavimentini", ho incollato tra un'ordinata e l'altra, a ridosso della parte superiore della murata dello scafo, tanti listelli in balsa, in modo da realizzare un'appoggio nelle zone tra un'ordinata e l'altra che evitassero l'insellamento o l'affossamento del compensato in fase di incollaggio.

Infine ho incollato il ponte sulle ordinate, lungo la chiglia e lungo questi spezzoni di balsa (pareggiati ad altezza delle murate), fissando il tutto con chodini di ottone che poi ho estratto una volta ben incollato il tutto.

Vi mando alcune foto circa questa sequenza di eventi

Ciao ed a riscriverci presto

JP
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Cantiere USS ROANOKE-roanoke-017.jpg   Cantiere USS ROANOKE-roanoke-027.jpg  
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Vecchio 25-09-09, 04:02 PM   #21
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Ciao a tutte/i (prima le dame....ovviamente)

In effetti avete indovinato, la terza foto è quella del modello della SMS Sachsen, corvetta corazzata a vapore del 1877.

X MadameLouise

Grazie a Madamelouise per gli apprezzamento sulla Terribile... il ponte, in particolare, è realizzato simulando le calafature con quel sistema di cui spiegavo in un'altro post... quello con "baiette" per alloggiare i listelli e vernice spray acrilica nera...

Cara MadameLouise, le considerazioni che hai fatto sul metodo di copertura con lastre degli scafi (adottato sulla Terribile e sulla Roanoke) sono assolutamente corrette.

Lo scafo, finchè è rettilineo e non ha grandi cambi di curvatura, può essere "sgrossato" in questa maniera, soprattutto se lungo e sottile.
Se poi le ordinate sono molte e non troppo distanziate tra loro, si riesce ad avere una superficie abbastanza filante...

Per le aree in cui ci sono variazioni od il compensatino non riesce a seguire le curvature, allora è meglio darci dentro di riempimenti in legno e sgrossare fono ad avere l'andamento corretto.

x Caracciolo

Sul fatto che lo scafo fosse foderato in lastre di rame, lo penso abbastanza scontato, data anche la finalità oceanica che aveva la nave.
Circa invece l'utilizzo o meno di pittura bianca sull'opera viva, di questo ho meno evidenza... ma le mie considerazioni sono basate non su fatti oggettivi, quanto su idee che mi sono fatto circa il periodo.

Infatti, credo che durante la Guerra Civile, forse la "cura" dell'opera viva poteva non essere così profonda come in altri periodo, per cui non ci vedo proprio i marinai a "dipingere" in bianco la ramatura, pensando poi che dovevano comunque andare in missione sui fiumi o sull'oceano...

Inoltre, a seguito della fine della guerra, la Roanoke in particolare finì come guardiaporto a New York, ed anche in questo caso penso che non ci si sia dato troppo da fare con la pittura dell'opera viva...

Posso anche sbagliarmi, ovviamente, ma non credo che ci siano state molte persone a curare una nave che era "rinata" sbagliata ed inutilizzabile, no? tempo e soldi spesi inutilmente.

Infatti, alla fine, ho "sporcato" di verderame la carena, ed anche se non potrà mai passare sotto l'occhio impietoso di un giudice della NAVIGA, a me piace così sporco e vissuto...

ciao ed a riscriverci presto

JP
infatti non era per motivi estetici ma per aumentarne la resistenza al acqua di mare a quanto ho capito questa cosa l ho trovata diffusa nella marina inglesse dal 1830 in poi anche se non so se per periodi precedenti era una consuetudine
su un libro che parla di cantieristica e raddobbo del 1830 1890 della real marina ci sono parecchie non tutte un 60 percento dove si vedono carene di vascelli e fregate inglesi che sono state riaddobbate con macchine vapore e corazzature di acciaio nel bacino e l opera viva era color bianco io penso che non era solo semplice vernice ma magari quella mistura di pece e zolfo color biancastro che serviva per proteggere le carene
un esempio e la caledonia 1860 che sta sul libro
e anche su un libro piu di massa che e modelli di navi da guerra di j bowen pag 37
ora se per la marina britannica era abbastanza di consuetudine
questi rimedi forse erano anche per altre marine

la mia era piu una domanda storica

la carena ramata e esteticamente piu bella
caracciolo non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 25-09-09, 06:28 PM   #22
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predefinito x Caracciolo - carena e ricopertura

Ciao, Caracciolo

difatti, prima dell'introduzione del rame, la copertura dell'opera viva era fatta con quell'"impasto" particolare che tu hai citato per "avvelenare" i vermi di mare, le teredini, etc e tutti quei parassiti che non solo attaccavano il legno, ma si "attaccavano" allo stesso causando maggior resistenza.

Ora, la copertura in lastre di rame serviva proprio al posto della copertura di pece e zolfo (o quello che era) perchè si presupponeva che tali parassiti non intaccassero la lamina di rame.

Il che è vero, anche se poi alcuni si "attaccavano" ancora aumentando un pò la resistenza.

Da quello che ho evidanza io, se prendi per esempio le prime navi corazzate a scafo ligneo (ad esempio la Gloire francese), la copertura di rame, secondo alcune informazioni e dati presentati nei display del Musee de la Marine a Parigi la presentavano senza pittura sull'opera viva e con le lastre di rame a vista.

Ma questa ovviamente non è una prova (è un caso specifico)

Tu hai citato la HMS Caledonia dal libro di John Bowen "Modelli di Navi da Guerra" (che io ho sia in versione inglese che in traduzione italiana) come esempio della colorazione in bianco della carena ricoperta in rame.
Io però non sono convinto che la foto mostri la carena colorata in bianco, in quanto se ci fai caso sono troppo evidenti le piastre e le loro separazioni, come se effettivamente ci fossero delle scoloriture.
Ora, secondo me (ma è una personalissima opinione) nella foto del libro da te citata (e te ne posto anche una con vista da prua della stessa nave nel medesimo drydock) la carena in rame non è verniciata, ma si tratta del rame sottoposto ad ossidazione che sembra più pesante in alcuni punti e meno in altri.
D'altra parte il rame, posto in acqua salata per lungo tempo, e con l'azione delle onde, una certa opacità la acquisisce e in una foto in bianco e nero può probabilmente confondere...

In ogni caso, sicuramente ci saranno stati casi in cui la carena sarà stata verniciata supra al rame...ma sinceramente non mi vengono in mente casi del genere....

Farò un pò di ricerche in giro...

ciao per adesso ed a riscriverci rpesto

JP
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Vecchio 25-09-09, 06:34 PM   #23
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predefinito le foto

dimenticavo le foto
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Cantiere USS ROANOKE-203_caledonia_stern.jpg   Cantiere USS ROANOKE-hmscaledoniampl36.jpg   Cantiere USS ROANOKE-hmscaledoniampl37.jpg  

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Vecchio 25-09-09, 07:19 PM   #24
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ciao e grazie
posso sapereda quale testo hai preso quelle immagini?
caracciolo non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 25-09-09, 08:23 PM   #25
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predefinito x caracciolo - immagini HMS Caledonia

Ciao, Carracciolo

dato che al momento non ho sottomano la mia libreria (mi trovo ancora in ufficio) e sapendo comunque che non ci sono in giro molte foto della HMS Caledonia, ho fatto una semplice ricerca su Google, per le immagini, con chiave di ricerca "HMS Caledonia" ed ho trovato queste immagini su diversi siti, ed anche qualche altra immagine della Caledonia del 1860 (c'è stato prima un tre-ponti e poi un'altra più moderna) che la raffigura a scafo fino alla linea di galleggiamento.

Ricordandomi l'immagine del libro di John Bowen della poppa della Caledonia, a pagina quasi intera (o intera, non mi ricordo benissimo) ho identificato subito l'immagine tra quelle proposte da Google ed ho navigato poi all'interno delle pagine indicate.

In questo modo ho trovato anche la foto della prua che, per inciso, è riportata su un'altro sito, ma senza mostrare troppo la parte dell'opera viva.

Un saluto ed a riscriverci presto

JP
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Vecchio 26-09-09, 11:05 AM   #26
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predefinito Cantiere ROANOKE - copertura del ponte

Buongiorno ancora a tutti gli amici modellisti

volevo continuare a descrivere la copertura del ponte della Roanoke, fatta in listelli di tiglio.

Nel post precedente ero rimasto all'incollaggio del falso ponte di coperta, tagliato di tutte le aperture e con tracciate le linee che avrebbero aiutato lungo le linee di intestatura tra le varie tavole.

Per la copertura con le tavole, questa volta, non ho applicato la regola di "una ogni quattro", ma quella della "una ogni tre".
Onestamente entrambe erano utilizzate in quel periodo, forse la prima era più usata dalla Royal Navy (e quindi da tutto il naviglio costruito in Inghilterra e nelle allora Colonie), mentre la seconda "avrebbe" potuto essere usata in America... ma ripeto che questa, non avendo avuto riscontri, è stata una scelta personale.

Prima di andare a tagliare le tavole del ponte, ho prima di tutto realizzato il trincarino e le tavole di bordo lungo tutte le aperture.
Pe quest'ultime non si è posto problema, sono sostanzialmente delle "cornici" che circondano l'apertura rettangolare o quadrata.

Invece, lungo il bordo dell'apertura circolare delle torrette ho tagliato degli anelli di plasticard, di 1 mm di spessore, che prima di incollare ho inciso a "spezzoni" ed ho verniciato in colore acrilico bronzo.

Questo "anello" alla base delle torrette è stato introdotto dopo la costruzione del primo Monitor di John Ericsson, in quanto uno dei difetti di quel prototipo era appunto l'infiltrazione dell'acqua alla base della torre girevole. L'utilizzo di un anello di metallo alla base della torre (su cui spesso era poi stesa una copertura in cuoio trattato) fu poi continuato anche nelle navi da guerra a torri delle generazioni successive.

Tornando al ponte, una volta incollati gli anelli, il trincarino e le tavole di bordo (tutti alti 1 mm), ho iniziato il taglio dei listelli di tiglio per costruire il tavolato.
Questo è fatto da spezzoni di listello di 3x1mm e lunghi 9 cm ciascuno.
La calafatura è stata simulata con vernice acrilica spray nera, spruzzata su due lati (uno corto ed uno lungo) di un "blocco" di c.a. 25 listelli affiancati tra di loro e bloccati in un'apposita "baietta" in legno che li mantiene fermi e li protegge durante la verniciatura.

Con questo sistema ho realizzato più o meno 300 tavole che ho iniziato ad incollare sul ponte, allineandole ovviamente alla linea di mezzeria.
L'incollaggio di ogni singola tavola è stato fatto con due colle: la cianoacrilata in gel che ho posto alle due estremità della tavola ed al su centro, e colla vinilica bianca lungo la tavola.
Il sistema permette un'incollaggio rapido grazie alla cianoacrilata e "tenace" grazie alla vinavil.

A poppa e prua, cercando di seguire le norme generali, ho realizzato le intestature delle tavole che si vanno ad "incassare" parzialmente sul trincarino. I tagli sul trincarino sono stati effettuati con piccoli scalpelli affilati a lama dritta.

Le foto che vi posto descrivono forse meglio delle parole quanto fatto.

Infine, dato che sulla nave originale tutto il tavolato del ponte era posizionato su una copertura di lastre in ferro, ho circondato l'estremo del trincarino, lato esterno allo scafo, con un profilato di plastica della evergreen di 2x2 mm, dipinto dello stesso colore dell'opera morta (grigio) in modo da "contenere" e proteggere il bordo delle tavole di legno.

Dimenticavo... i cerchi bianchi che vedrete in qualche foto sono rondelle di plastica, realizzate a punzone, dell'altezza di 1 mm, che sono posizionate dove saranno poi realizzati i portelli di carico del carbone che erano parzialmente incassati nel tavolato del ponte. Una volta terminata la stesura delle tavole, questi saranno tolti e sostituiti con i portelli realizzati sempre in plastica, ma con maggior dettaglio.

Ad oggi la stesura del tavolato è quasi terminata, ed una volta finita, inizierò la "sporcatura" e l'invecchiamento delle tavole in tiglio... voglio appunto riprodurre la Roanoke alla fine della sua brevissima "vita operativa" e durante il primo periodo come nave guardiaporto, in cui sicuramente l'attrezzatura era ancora quella da "nave da guerra" ma la cura aveva iniziato a lasciarsi andare... :-)

Un salutone ed a riscriverci presto

JP
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Vecchio 28-09-09, 07:31 PM   #27
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Ciao JP,
è vero ho preso diverse fotografie dei tre modelli che hai presentato alla Milisaona e ne ho confuse due. Chiedo venia... e confermo che come reporter sono da licenziare all'istante

Le tecniche per l'assemblaggio sono interessantissime - in particolare l'uso della plasticard e del cartoncino verniciato in vernice metallica per simulare la lastratura di rame.
La cornice sagomata a prua è molto bella.
Mi piacerebbe sapere dove trovi la plasticard per darle una buona occhiata anch'io
Premetto che la ROANOKE è bellissima, quello che sto per dirti è un "pel nell'uovo"
- sulla prua, hai due tavole cortissime. Impossibile. Piuttosto che indebolire il tavolato, i costruttori avrebbero mandato a farsi benedire lo schema. Tutto pur di conservare alla tavola una lunghezza di almeno 1/3 delle altre o anche più. E' per questo che alla fine ho sparato che, a conti fatti, sul ponte di una nave sono più le tavole fuori schema (per forme e dimensioni) che quelle standard.
- il metodo della ruota dentata per simulare i chiodi sulle lastre di rame (ma si può tentare anche col seghetto da modellista) ha un difetto: fa strisce sottili di buchini e simula la chiodatura solo sui bordi. Meglio il sistema dello "stampo" (un rettangolino di legno irto di chiodini da premere sulla lastra come un timbro)
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Vecchio 29-09-09, 01:39 PM   #28
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predefinito x MadamaLouise - "pelo nell'uovo"

Carissima MadamaLouse,

hai perfettamente ragione con le osservazioni fatte che sono completamente corrette.

In effetti, l'utilizzo di uno "spezzone" talmente corto di tavola all'intestazione del trincarino non sarebbe mai stato accettato in una costruzione navale tradizionale ed anche qui, al momento della sua stesura, ci avevo pensato su prima di farlo.

Non mi sarebbe costato nulla, infatti, trattare una tavola del ponte più lunga delle altre e farla arrivare all'intestatura con il trincarino senza spezzarla.

Non l'ho fatto, in questo caso volutamente, e provo a spiegare anche il ragionamento (che assolutamente capisco che è opinabilissimo)
Il fatto è che nella trasformazione della Roanoke del 1863, il ponte di coperta (ex ponte di batteria nella fregata originaria) è stato completamente rimosso e sostituito da un ponte corazzato in ferro, con piastre da 1,5 pollici (3,81 cm) su cui, sopra, sono state posate le tavole in legno del tavolato del ponte che si vede.

Quindi, seguendo il mio ragionamento, la forza strutturale originale delle tavole e del trincarino sui bagli è stata sostituita in effetti dalle piastre corazzate su cui sopra sono state fissate le tavole in legno (non chiedermi come..sto cercando di capirlo... :-) )
Per corollario di questo ragionamento, quindi, ho pensato che, sul ponte in ferro, ciò che poteva essere debolezza strutturale del legno, adesso non aveva più tanto senso e quindi, per questo motivo, ho cercato di dare la simmetria e la continuità delle intestazioni, piuttosto che evitarle come si sarebbe dovuto fare su un ponte ligneo tradizionale.

Ecco il ragionamento che è stato alla base di quegli (ed altri ancora) spezzoni di tavolame... :-) Opinabile, sono convinto, ed in questo hai perfettamente ragione.

Per la simulazione delle piastre hai ragione.. si sarebbero dovute simulare anche le chiodature interne alla piastra e non solo quelle perimetrali.
Infatti l'idea della lastrina (punzone) che suggerisci mi tenta parecchio.
Questa volta ho scelto di non farlo, anche se avrei potuto simulare la chiodatura sempre con una rotella dentellata più piccolina (ho acquistato un kit di 3 "rotelline" della Tamiya, una più piccola dell'altra) passata in diagonale lungo tutte le piastre, prima di tagliarle dal cartoncino.

Ma in effetti non l'ho fatto un pò per pigrizia, un pò perchè volevo vedere uno scafo coperto. Questo sarà un difetto della Roanoke che correttamente deve essere notato e fatto notare :-)

La prossima copertura di uno scafo in rame, con il tuo suggerimento la proverò sullo scafo terminato della CSS Alabama che ho lasciato fermo da un'annetto e che a pezzi e bocconi ogni tanto proseguo... :-)

Forse l'unico problema che vedo è la realizzazione di tanti forellini su un pezzo di legno duro che copra la piastra (le cui dimensioni, in scala 1:100, in media dovrebbero essere di c.a. 1,2 x 0,5 cm) per inserire poi le punte.
Sto pensando se a conti fatti non conviene di più fare una colata di resina in cui "affogare" prima dell'asciugatura, tanti spilli di cui far emergere solo le punte....

Ci devo pensare bene, a proposito :-)

Grazie comunque delle osservazioni e dell'acutezza delle indicazioni
ciao ed a riscriverci presto

JP
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Vecchio 29-09-09, 06:39 PM   #29
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madamalouise è un newbie...
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Grande l'idea dello stampo chiodato in resina!
E la plasticard dove la trovo? Ho la sensazione che a breve mi servirà un bel foglio
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Vecchio 29-09-09, 09:02 PM   #30
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predefinito Plasticard

Ciao, MadamaLouise

io in genere il plasticard in fogli o listelli lo acquisto in un paio di negozi di modellismo di Roma
La marca più conosciuta è la Evergreen, ma ci sono anche altri produttori

In genere, in fogli, si trova in formato A4, dallo spessore di 0,25 mm fino a credo 1,5 o 2 mm.
Invece i listelli, tondini, tubicini, profilati li trovi in biste di qualche pezzo, per una lunghezza di ogni pezzo di c.a. 25 - 30 cm

A volte i fogli di plasticard li trovo anche in formato più grande - dall'A3 fino all'A2

Puoi provare anche in negozi di belle arti o cartotecniche molto fornite che servono studi di architettura (il plasticard è molto usato negli studi di architetti e dai modellisti di edifici...)

Fammi sapere

ciao e buona notte

JP
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