Alcuni gozzi da lavoro della Sicilia orientale

[AldoZ24]

Quindi comunque più grande del modello, in effetti ha senso. Probabilmente per modelli molto grandi ci si può anche limitare a qualcosa di più piccolo ma forse i modelli più piccoli rendono meglio su una base un po' più grandicella.

Per quanto riguarda i supporti è chiaro che serviranno, sono indeciso se mettere due semplici plinti o cilindri oppure una piccola sezione complementare alla forma dello scafo.

Sul forum ho anche trovato una vecchia discussione dove vengono proposte delle mini strutture che ricordano quelle usate al cantiere navale.

Penso anche che proverò ad avvitare il modello sulla base, in maniera reversibile.

[AldoZ24]

Ma torniamo al reportage del modello a motore.

Esattamente come per l'altro vengono ritagliati uno per uno tutti i madieri e le staminali, partendo dal centro e andando verso le estremità.

Nella realtà i tagli tra madieri e staminali, pur essendo effettuati in maniera abbastanza approssimativa, seguono una linea abbastanza regolare ed armonica, qui sono venuti un po' irregolari, speriamo di migliorare la prossima volta.

Le ordinate ottenute incollando madieri e staminali vengono inserite sulla chiglia e mantenute in forma provvisoriamente da un cartoncino dove è indicata la forma in pianta e la distanza tra le ordinate.

Una cosa che non ho detto l'altra volta, il distanziamento tra le ordinate è equispaziato al livello delle staminali, quindi se si indicano le posizioni con le tacche sia sul cartoncino che sulla chiglia bisogna considerare che sulla chiglia bisogna posizionarsi di uno spessore più in la verso il centro. Tutte le barche hanno madieri che guardano verso il centro.

Sullo sfondo il progetto con le linee d'acqua ed un centrino della nonna

[AldoZ24]

Anche oggi un piccolo aggiornamento di questo reportage.

Completata la struttura delle ordinate si comincia con il rivestimento. Quando ho costruito il primo gozzo sono andato soprattutto a sentimento, fidando in un minimo di istinto e in un primo periodo di osservazione dei dettagli delle barche reali.

Successivamente ho iniziato qualche rapida ricerca in alcuni forum modellistici alla ricerca di qualche altro appassionato che si occupasse in particolare di gozzi tipici, durante questa ricerca non ho potuto fare a meno di godere di altre realizzazioni più importanti e ho scoperto i primi rudimenti del doppio fasciame.

A quel punto mi è venuta l'idea di applicarlo a questo gozzo. In realtà ho poi scoperto che i motivi che mi hanno portato a questa tecnica sono abbastanza diversi da quelli per cui si utilizza nei grandi modelli, almeno in quelli non in arsenale. Nel mio caso gli obiettivi erano quello di mimetizzare le piccole fessurette che si formano fra i vari corsi e quello, ancora più importante, di rendere esteticamente valida anche la parte interna dello scafo.

Il materiale che uso ha infatti una sola faccia esteticamente pulita, il secondo lato nella migliore delle ipotesi è coperto da una carta protettiva ma di solito è pregommato con una colla piuttosto ruvida e di pessimo aspetto.

Nella mi applicazione i due strati sono dello stesso materiale e spessore. Il primo strato di fasciame viene disteso con la faccia pulita verso l'interno della barca mentre il secondo con la faccia pulita verso l'esterno.

Una volta completato il primo fasciame, ma avrei anche potuto aspettare il secondo, ho iniziato a demolire il cartoncino di costruzione delle ordinate, in questa fase la struttura è ancora abbastanza flessibile per cui ho inserito qualche rinforzo provvisorio, oltre al primo accenno di una delle due parafiamma che chiudono il vano motore.

In questo caso la parte alta della ruota di prua rimane annegata nel fasciame man mano che si va verso la punta.

Al solito si vedono diverse chiazze di penna e qualche infiltrazione di cianoacrilato nei punti che sembravano più ostici.

[AldoZ24]

Sulle foto di oggi non ho molto da dire.

Il secondo fasciame è completo, rimane da aprire meglio il vano per l'elica.

[AldoZ24]

Con le ultime foto caricate si era conclusa l'estate 2018. Per l'estate 2019 non ho fatto molti scatti, rivedendole mi accorgo che lo stato di avanzamento fa un bel salto per cui in questo unico post l'intero avanzamento dell'estate 2019.

Tutti i bagli del ponte sono stati posizionati e subito dopo il ponte stesso con le due aperture per il vano motore e per la stiva.

Successivamente sono state preparate le guide per il paiolato ed il paiolato stesso.

Infine ho completato tutto il capo di banda. In realtà avevo impostato anche il timone ma non è stato fotografato non avendo a portata di mano nessuna attrezzatura adatta alla realizzazione della ferramenta.

Il modello è stato messo a riposo nello stato visibile nelle ultime foto, non è lontano dal completamento, mancano il timone, la rifinitura dei boccaporti e poco altro ma dovremo attendere la prossima estate.

[gabriele68]

Belle realizzazioni, complimenti.

[AldoZ24]

Grazie mille.

Come ho anticipato, l'anno scorso la barca era già quasi completa, mancavano solo alcuni dettagli tra cui i coperchi dei boccaporti e alcuni piccoli portascalmi, non completi di scalmi anche nella versione originale, e il fissaggio del timone.

Quest'anno mi sono quindi predisposto per completare rapidamente il modello e contemporaneamente di iniziare il successivo.

Nella prima foto vedete già pronti i due portelli, non ho simulato l'accostamento delle tavole, diciamo che può andar bene ipotizzando una realizzazione con unica tavola di multistrato marino. nella foto non è visibile il sedile posteriore perché non è ancora incollato stabilmente, in attesa di verniciare il fondo, però era già presente nelle foto precedenti.

Gli agugliotti e le femminelle per il timone sono realizzati con graffette da ufficio ritorte su se stesse. Ho notato che questi sono spesso montati in maniera alternata nelle barche reali, sulla barca abbiamo in basso l'agugliotto ed in altro la femminella viceversa sul timone.

L'agugliotto inferiore è generalmente piuttosto lungo, immagino che questo faciliti il montaggio anche quando la barca è in mare, lavorando dall'alto, soprattutto quando la ruota di poppa è più curva e l'agugliotto rimane nella zona più rientrante. In effetti l'ho fatto forse eccessivamente lungo ma potrò accorciarlo quando vorrò.

Infine una foto di una fase della verniciatura finale con accanto anche la barca successiva di cui parleremo più avanti.

[AldoZ24]

Completo la realizzazione di questo secondo gozzo con il modello verniciato.

Purtroppo le foto sono un pochino smarmellate, lo sfondo completamente bianco uniforme non è la condizione migliore per fare le foto.

Ho iniziato a preparare dei piedestalli per i due modelli ma ho bisogno di un po' di tempo per completarli, una volta iniziato il lavoro la disponibilità di tempo cambia drasticamente ed il poco che rimane deve essere distribuito su mille fronti..

Da qui in poi inizieranno gli esperimenti.

[luponero59]

Molto piacevoli,
ci sono tante barche in Sicilia "trùoppu bedda"
ho visto il "luntro" e lo "schifazzo" (piu' complesso) sul libro di Bellabarba "Vele italiane della costa occidentale" che mi sento di consigliare visto la ricchezza e bellezza delle imbarcazioni italiane riportate, soprattutto per i piu' giovani che possono ammirare di come era ed è bella la quantità di modelli della nostra marineria

di nuovo complimenti,
e visto le tue capacità,
perchè non provi con altri modelli in seguito ???

luponero

[AldoZ24]

Grazie mille per i complimenti.

Per ora il mio obiettivo è quello di completare un set minimo di barche di cui ho già diversi reportage fotografici e che prevede altre due o tre varianti, il gozzo classico da 19 palmi nella versione catanese e messinese più un'altra versione a motore da 7-8 metri, erede della classica sardara, che vorrei fare nella versione messinese. Quest'ultima sarà oggetto del prossimo reportage ma dovrò rifarla sia per un grossolano errore nella mia progettazione originaria sia per la tecnica utilizzata, vedrete.

Nel frattempo sono riuscito a mettere le mani sul libro di Filippo Castro, "Pescatori e barche di Sicilia, Studi e modelli" che sto trovando molto bello sia per i contenuti che per l'utilizzo di aneddoti e termini tecnici in dialetto che mi riportano alle origini. Qui sotto trovate qualche esempio di immagini esplicative a corredo del testo.

Nel libro di Castro è descritta con ottimo dettaglio l'attrezzatura velica a vela latina usata in tempi antichi e che, ovviamente, non avrei modo di sperimentare in prima persona nei miei reportage. Mi potrebbe quindi venire in mente di adattare un paio dei miei disegni alla forma classica con vela latina. Magari iniziando con la versione semplificata del gozzetto classico e poi passare a quella completa della sardara.

Non è escluso comunque che in futuro mi possa allargare progressivamente a modelli un po più grandi e visto che Lupo nomina il libro di Bellabarba, che anche sto leggendo in questo periodo, diciamo che tra tutti, mantenendo una progressione nelle dimensioni e nella complessità, quella che mi potrebbe interessare per prima è quella indicata come Cutter. Però dovrei prima approfondire e risolvere qualche dubbio.

Diciamo che il tutto è comunque limitato dalle condizioni in cui lavoro e dal tempo a disposizione però c'è anche da dire che la mia predisposizione maggiore riguarda la creazione delle strutture portanti della barca, sui dettagli sono sempre stato un po carente, anche per questo mi sto per ora limitando alle barche da lavoro.

In ogni caso non vorrei rinunciare alla costruzione completa dello scafo con madieri e staminali ma devo trovare un modo per accelerarne la realizzazione, prossimamente vedrete un paio di esperimenti in questo senso.

[luponero59]

Bellissimo libro, senza ombra di dubbio
non è facile trovarlo.
Anch'io non sono "molto veloce" nella realizzazione,...
aspetto i tuoi esperimenti, chissa potrei migliorare


luponero

[AldoZ24]

Se non annoio troppo con le mie semplici realizzazioni vorrei introdurre quello che è stato l'esperimento iniziato questa estate.

La barca scelta questa volta è tipica della provincia di Messina, fondamentalmente non differisce molto dalla precedente, la differenza principale è costituita dal fatto che la parte anteriore non è tutta pontata ma in parte lasciata aperta e pontata solo nella parte anteriore come nei gozzi più piccoli.

Le prime volte che vidi in mare queste barche, circa trenta anni fa, alcuni amici le chiamarono raustine e per me il loro nome è ancora quello, in realtà ho scoperto poi, approfondendo la lettura e parlando con pescatori della zona, che la raustina è in realtà il nome della rete usata in questa zona per pescare le costardelle con manovra di accerchiamento del branco. Ma, si sa, molti dei nomi delle barche tradizionali sono a volte legati all'uso che se ne faceva per cui ci può stare che qualcuno chiamasse raustina anche la barca.

In questo primo post vedete, al solito, solo le foto di una barca reale che pensavo di prendere a riferimento sia per le misure che per l'aspetto finale.

[AldoZ24]

Avendo in questi ultimi anni avuto in casa la stampante 3D ed avendo fatto una certa pratica con il disegno 3D ho pensato di sperimentare una lavorazione che eliminasse del tutto la fatica ed il tempo necessario per realizzare l'ossatura di base dello scafo.

Ho quindi impostato il disegno in 3D dell'insieme delle ordinate, già riprodotte in madieri e staminali con le dovute smussature, per rendere più stabile la stampa ho aggiunto un leggerissimo velo di scafo, è una sola passata di stampa pari a circa 4 decimi di millimetro, diciamo che corrisponde al primo fasciame nella realizzazione a doppio fasciame.

Questa struttura andrà comunque completata con un ulteriore di fasciame esterno e con tutto l'arredamento interno.

Spero che questa semplificazione non faccia inorridire troppo, in effetti, alla prova dei fatti, non mi ha soddisfatto molto e non so se l'esperimento verrà ripetuto in futuro se non per qualche realizzazione duplicata da realizzare in fretta.

Il modello, nelle fasi successive ha manifestato anche altri innumerevoli problemi per cui alla fine ho comunque deciso di completarlo ma è probabile che lo finisca con vernice trasparente, come molti in famiglia vorrebbero, e lo lascerò in ricordo a casa di mia madre, sicuramente la raustina per la mia collezione andrà rifatta.

[AldoZ24]

Completato il rivestimento esterno sono passato al paiolato.

Le guide longitudinali sono ottenute da vari strati di larghezza diversa in modo da ottenere il profilo ad L che fa da supporto per le tavole di calpestio.

I profili sono incolati con un punto di colla su una forma provvisoria, in questo caso li ho fatti rettilinei per semplicità, nelle altre sono curve lungo le linee d'acqua, nella realtà le ho viste in entrambi i modi.

Una volta fermi i profili si possono misurare ed adagiare provvisoriamente le doghe, quando sono pronte le si blocca con mano ferma con una fettuccia di nastro carta.

A questo punto si possono capovolgere e bloccare definitivamente con i supporti longitudinali che le tengono unite.

Quando le doghe sono tutte solidali si rimettono sulle guide e si copre tutto nuovamente con nastro carta, questa volta prendendo anche le guide tenendo tutto insieme.

A questo punto si capovolge il tutto e si può procedere a dare un angolo trasversale alla parte inferiore delle guide, una specie di quartabuono per intenderci, in modo da farle adagiare meglio sulle curve delle ordinate.

Infine si può rimuovere il cartoncino provvisorio e si può incollare il tutto all'interno della barca, facendo attenzione a mettere la colla solo sulle guide, quando la colla sarà asciutta le guide saranno ferme ed il paiolato rimovibile.

[pennaccino]

ciao
da appassionato di barche da lavoro i miei complimenti .bravo
ciao ENRICO