Salve a tutti.
I lavori sulla piccola Cocca sono proseguiti con la realizzazione dell’albero di maestra e la messa in opera delle sartie. Ho avuto svariati problemi ed ho dovuto realizzare più volte sia l’albero sia le manovre a causa della mancanza di informazioni utili e di indicazioni sui piani da me utilizzati. I piani di Winter sono indicativi per lo scafo e completamente carenti per quanto riguarda l’alberatura. Anche i piani di Jorge Gonzalo Olave sono corredati da rilievi dettagliati sullo scafo del modello di Matarò ma non descrivono l’alberatura e nemmeno le manovre utilizzate. Quindi, ho dovuto accingere ad altre fonti come i testi (AOTS)
The Ships of Christopher Columbus di Xavier Pastor,
Le Navi di Colombo di Winter Heinrich,
Modelli Navali di O. Curti e
La Nave di B. Langström. Ovviamente sono state molto utili anche le foto della Coca di Matarò raccolte sul web.
I piani forniti nella scatola di montaggio non sono molto utili perché descrivono l’alberatura con armo tipicamente nordico e quindi molto diverso da quello mediterraneo in uso durante il XV secolo.
Andiamo per gradi e affrontiamo un tema alla volta.
Albero di maestra
Per la realizzazione dell’albero di maestra, il kit prevede di utilizzare un classico tondino di tiglio da 10mm da rastremare opportunamente.
Anche l’albero della Coca di Matarò è realizzato in un unico pezzo, e quindi sulla mia piccola coca ho sostituito il tondino di tiglio con uno in noce mansonia ed ho realizzato l’albero in un pezzo unico. Ho inserito il tondino di noce del diametro di 10mm nel mandrino del trapano e, utilizzando della carta vetrata incollata su di un pezzo di legno, ho rastremato un’estremità in modo da fargli assumere la classica forma tronco-conica.
Le seguenti figure testimoniano che nel XV secolo gli alberi dei mercantili erano realizzati unendo tra loro più travi di legno. Le trincature con cavi che vediamo lungo gli alberi raffigurati nelle miniature e nei disegni risalenti a quel periodo testimoniano che gli alberi erano composti da più travi e le fasciature presenti servivano a dare robustezza e a tenere unite le parti che li componevano.
Sulla testa dell’albero di maestra, il kit Amati propone una soluzione “classica” con l’installazione delle crocette, delle barre costiere, delle maschette, del calcese e della coffa. Sull’albero di maestra della Cocca di Matarò sono presenti solo il calcese e la coffa la quale è sostenuta da delle staffe (non ne conosco il nome) poste sotto di essa.
L’immagine seguente ritrae la testa d’albero della Coca di Matarò (si tratta della replica realizzata da Xavier Pastor conservato al museo marittimo di Barcellona):
Anche per quanto riguarda la testa d’albero, sulla mia coca ho adottato la soluzione presente sulla Coca di Matarò: ho provveduto a realizzare il calcese ed a installarlo sulla testa d’albero. Questo è stato realizzato ex-novo con listelli di noce di varie misure. Dentro le due scasse sono state installate due carrucole fatte con dei rimasugli di tondino di noce opportunamente sagomati.
La costruzione e la messa in opera della coffa è stata rimandata a dopo la posa delle varie manovre.
Sartie
Le sartie dell’albero di maestra della Cocca di Matarò non sono incappellate sulla testa d’albero ma scendono direttamente dal fianco dell’albero e sono fissate a questo per mezzo di una trincatura posta sotto la coffa. In pratica, l’estremità superiore delle sartie è poggiata sull’albero poco sotto la coffa e una forte trincatura è passata tutto attorno all’albero in modo da coprire le estremità superiori delle sartie. Queste s’irraggiano dalla parte inferiore della trincatura. Come è possibile vedere nelle seguenti figure, nella mia cocca ho seguito la soluzione proposto sul modello di Matarò:
La soluzione proposta dal kit Amati è una soluzione, diciamo, moderna: le sartie s’irraggiano a partire dalla coffa e sono incappellate sulla testa d’albero nel modo classico che siamo abituati a vedere nelle imbarcazioni più recenti. Questa soluzione sembrerebbe non avere un riscontro storico, in quanto, nel mediterraneo del XV secolo erano sempre in uso soluzioni adottate nei secoli precedenti. La seguente immagine avvalora quanto detto sopra ed illustra alcune teste d’albero d’imbarcazioni di tipologia diversa e risalenti al periodo 1425-1500 (
Sartie, stile mediterraneo – Architettura navale: annotazioni e studi di Pino dall’Orco).
Direi che la testa d’albero n. 8 assomiglia molto a quella della Coca di Matarò dove le staffe che sorreggono la coffa e la trincatura delle sartie sotto la coffa sono ben visibili.
Inoltre, le sartie sono arridate con paranchi a bozzelli. Quest’antica soluzione adottata anche nei millenni precedenti (era in uso sui mercantili romani del II secolo d.C.) la troviamo sulle galee mediterranee fino al 1700 e su innumerevoli raffigurazioni mediterranee medievali.
La soluzione proposta dalla Amati è quella di arridare le sartie con paranchi a bigotte. Questa soluzione sembra non trovare un riscontro in documenti antecedenti la metà del XIV secolo e sembra che non esistono disegni, miniature o illustrazioni d’imbarcazioni mediterranee che documentino in modo certo l’uso di paranchi a bigotte la cui derivazione dal sistema vichingo sembra essere molto probabile (
La Nave di B. Langström, bigotta a due gole fig 155 e 157).
Nel XV secolo, nel mediterraneo erano comunemente usate le bigotte a canali per realizzare i paranchi dello straglio di prua (la bigotta a canali in Spagna si chiama anche bigota de estay, cioè bigotta di straglio) ma non è certo se queste fossero utilizzate per le sartie dell’albero di maestra.
In soldoni, il modello di Matarò descrive il metodo con cui le sartie erano tipicamente arridate sulle imbarcazioni mediterranee durante il periodo medievale: questo prevede che le sartie fossero fissate in alto sotto la coffa tramite apposita trincatura ed in basso per mezzo di paranchi a bozzelli. Inoltre, non era previsto l’uso delle griselle (anche queste soluzione è di provenienza nordica).
Sulla mia piccola Coca ovviamente ho adottato la soluzione proposta sulla Coca di Matarò e per prima cosa ho realizzato ex-novo tutti i bozzelli. Quelli forniti nel kit sono i classici bozzelli commerciali che purtroppo differiscono per forma e dimensioni da quelli presenti sul modello di Matarò.
I bozzelli presenti sul modello di Matarò hanno forme corrispondenti a quelli in uso nella Spagna del XV secolo ma sono palesemente sproporzionati e fuori scala rispetto al resto del modello. Mi sono semplicemente adattato a questa difformità presente sul modello originale e devo dire che i bozzelli fuori scala non mi dispiacciono, anzi…. Per mezzo dei soliti listelli e tondini in noce mansonia ho realizzato due diverse tipologie di bozzelli con tanto di puleggia incorporata.
Infine ho realizzato i 6 paranchi a bozzelli ed ho provveduto a fissare le 6 sartie in testa d’albero effettuando la trincatura descritta sopra.
Questo paranco a bozzelli è di tipo così detto
menale dove il
corridore, o
vetta, effettua due passate tra le due carrucole presenti nei bozzelli. Da notare il
borello (o borrello) ligneo usato per l’incocciamento dei bozzelli alle sartie realizzato con una colonnina in legno da 6mm modificata rastremando la parte centrale.
Sempre con riferimento alla Coca di Matarò, ho provveduto ad arridare le sartie entro bordo per mezzo di anelli metallici bruniti e fissati nella parte interna della murata del ponte del castello di poppa.
Il kit prevedeva di arridare le sartie sull’estremità dei bittoni presenti sulle due murate ma credo che questa soluzione sia storicamente discutibile.
Prossimo obiettivo … strallo di prua!
A presto.
Massimo