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Originariamente inviata da Omar77
Scusa la domanda idiota ma essendo un principiante mi è sorto un dubbio. Sto provando a costruire il Bounty, parte assemblato da kit e parte modificato cercando di attenermi alle varie informazioni storiche e sinceramente la tua spiegazione delle scalette mi ha messo la pulce nell'orecchio. Ho verificato l'anatomy ed in nessuna pianta pare vi siano rappresentate, questo può dipendere dal fatto che una parte del ponte del bounty risulta "aperto" quindi non nasceva il bisogno? Oppure non erano previste per quel tipo di vascello, essendo esso mercantile? Ancora scusa per la domanda probabilmente troppo banale e grazie del lavoro che condividi con noi.
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Nessuna domanda per capire o sapere è idiota Omar..
Per quanto riguarda le scalette occorre fare un distinguo: la scaletta per raggiungere il capodibanda per poi scendere lungo la scala esterna della nave è necessaria unicamente per le navi che hanno impavesate alte che non possono essere scavalcate..non conosco bene la struttura del Bounty, ma mi sembra che all'altezza del barcarizzo la murata sia in realtà un filareto che non richiede alcuna scaletta interna per essere superato.
Ergo nell'anatomy non dovrebbe essere riportata in quanto assente.
Altro discorso è quello delle biscagline indispensabili per raggiungere le sartie: anche se la murata è relativamente bassa (poco più di un metro), le sartie non sono esattamente a portata di mano salendo in diagonale dal parasartie, per cui è necessario, per salire a riva alla svelta, disporre di una semplice biscaglina agganciata al tavolato presso la murata in basso ed in alto al tarozzo delle sartie o alle sartie stesse. Queste biscagline sono presenti in ogni tipo di veliero le cui sartie partono dal parasartie e non dall'interno della murata, indipendentemente dall'altezza della murata rispetto al tavolato.
Entra nel contesto ed immagina di essere sul ponte e di dover salire sulle griselle di sartie che salgono in diagonale sopra la tua testa partendo da almeno 60 cm dalla murata alta a sua volta almeno un metro: per quanto possa essere atletico dovresti saltare in verticale per raggiungere il capodibanda, e di lì saltare per almeno mezzo metro per afferrarti alle sartie, poi, tramite la "scala" formata dalle griselle, spostarti lateralmente fino all'ultima sartia, girarti sulla parte esterna della stessa e poi cominciare a salire. L'ultima parte è obbligatoria in ogni caso, ma il problema è il salto in alto - da fermo - e in verticale. Un gatto o una scimmia lo possono fare, un uomo..un po' meno, per quanto agile sia.
Da qui la necessità di queste biscagline (anche più d'una per albero e per fiancata) , tese fra le sartie e il ponte. Grazie a queste la salita inizia già all'interno della nave per poi proseguire all'esterno fino ai pennoni o alla coffa. Quando vien dato l'ordine "gente a riva" ,per ogni gruppo di sartie ci sono almeno una mezza dozzina di uomini che devono correre e salire alla svelta, su entrambe le fiancate della nave..l'organizzazione e la rapidità sono
vitali su di un veliero (ma anche su una barchetta a vela), senza inciampi, tentativi a vuoto e contorsionismi inutili. questo è il
perchè delle biscagline delle sartie. Considerato il loro uso frequente, sono permanentemente lasciate in situ.
Perchè le monografie non ne parlano?
Perchè se una monografia dovesse parlare di ogni oggetto che c'è a bordo, necessario e la cui presenza è intuitiva per chi naviga, le monografie dovrebbero essere vere e proprie enciclopedie. In parole povere su di una monografia non troverai quasi mai riferimenti ad attrezzature
ovvie, ma ovvie per chi deve usarle, non per chi vuole solo costruire un modello..
Peraltro sono uno di quei "particolari" (tanti) che conferiscono ad un modello un realismo assoluto.