05-10-16, 09:34 PM
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#76
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Utente
Registrato dal: Feb 2015
Messaggi: 869
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05-10-16, 10:36 PM
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#77
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Utente Senior
Registrato dal: May 2009
residenza: Pisa
Messaggi: 2,064
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Io ci sto..... sempre.... bisogna trovare l'occasione 😊😊😊😊
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cordialmente.... Claudio.........
Per aspera ad astra.......
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07-10-16, 11:28 PM
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#78
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Utente Senior
Registrato dal: Nov 2011
residenza: Vicchio - FI
Messaggi: 1,041
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Allora carissimi toscani sentiamoci per fissare, eventualmente contattandoci con mp,
dopo aver terminato la "tettoia",,, son ripartito con la costruzione della nave etrusca nel completamento delle parti che sono sul ponte della nave, per prima la pazienza posta accanto all' albero (histos) alla quale verranno legate le drizze che sorreggono il pennone, la pazienza è composta da una traversa e da due colonne che scendono sotto la corsia centrale incastrandosi ad assi collegate ai madieri, per fare queste ho utilizzato un legno molto bello come essenza, (ma del quale momentaneamente mi sfugge il nome, ) la parte centrale ricorda vagamente l' ebano, è molto piu' scura della parte esterna, per fare la traversa ho utilizzato quella piu' chiara per le colonne quella piu' vicina al centro (si vedono le striature che via via s' infittiscono fino a diventare un a parte centrale "scura")
altra parte che ho realizzato sono le "capre" sulle quali veniva riposto e lagato l' albero con il pennone e la vela imbrogliata,
per fare le capre ho cercato di realizzarle nella maniera piu' naturale da un punto di vista costruttivo, per cui per fare la parte semi rotonda ho pensato di partire da un ramo di noce sfruttandone la circonferenza e svuotandola e lavorandola in seguito, un po' come facevano gli etruschi,
dopo aver tolto la "corteccia" ho fatto due anelli, accanto si vede il disegno di una delle due capre,
la foto che segue, sono i pezzi che compongono le capre
per far si che le parti si incastrino bene è necessario selle semicirconferenze praticare degli scassi
le capre ultimate,
le capre "piazzate" a secco
dopo averle viste prima di fissarle sul ponte (inserendo sulla base di ogni gamba un chiodo che agirà da perno aggiuntivo oltre al normale incollaggio)
ho deciso di invecchiarle cercando di uniformare maggiormente i colori, ma cercando di imitare le parti maggiormente usurate e scolorite in conseguenza dei rimessaggi dell' albero (la fantasia galoppa)
dopo averle piazzate, ho iniziato a lavorare sulla balaustre, posta sopra i capodibanda, ma la postero' prossimamente, per adesso vi saluto,
luponero
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08-10-16, 10:21 AM
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#79
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Utente Senior
Registrato dal: Jan 2016
Messaggi: 1,139
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Stupenda realizzazione,una domando ma i piani che vedo in una foto di chi sono...non mi ricordo che siano dei soliti noti fornitori....
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08-10-16, 12:26 PM
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#81
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Utente Senior
Registrato dal: Jan 2016
Messaggi: 1,139
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Quote:
Originariamente inviata da Big_Boss
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Grazie big_boss sempre aggionato, penso che lupo confermerà...😁😁 😁
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08-10-16, 12:27 PM
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#82
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Utente
Registrato dal: Feb 2015
Messaggi: 869
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Belle ma se la moglie si accorge che gli hai tagliato una pianta ti fa ululare
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08-10-16, 04:47 PM
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#83
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Utente Senior
Registrato dal: Nov 2011
residenza: Vicchio - FI
Messaggi: 1,041
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Ciao a tutti.
si, la monografia è quella indicata dal Boss, sono edite dal Gruppo modellistico Trentino, (linea editoriale interessantissima )
ho tagliato diverse piante,...
ma tendo piu' ad ululare alla luna,
per compensare quando la lupa mi stressa !!!
alla prossima,
vado al laboratorio !!!
la lupa sta "ronchiando"
e io ci vado lo stesso !!!
luponero
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09-10-16, 03:46 AM
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#84
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Utente Senior
Registrato dal: Nov 2011
residenza: Vicchio - FI
Messaggi: 1,041
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Sono ritornato dalla "tana" e ci ho lasciato gli occhiali per cui sarà molto piu' facile del normale che scriva cappellate,
dopo la costruzione delle capre ho pensato di realizzare le "balaustre"
che sono sui capodibanda, cosi come dieci aggiuntivi,( che in teroria dovrebbere servire se i componenti della nave decidessero di aumentare i remi in voga, come riportato nella monografia del Tanzilli e approfondito, le navi etrusche avevano spesso due ordini di remi, mentre la nave in oggetto è una nave "oneraria" per cui, con un ordine di remi, ma per evitare il limitare della possibilità , sono stati riportati 5 scalmi abbiuntivi per capodibanda)
Ho iniziato dalle protezioni orizzontali, che collegano le colonnette delle balaustre, per fare i tondini ho utilizzato dei quadrelli di noce da 2 mm , utilizzando lima e carta a vetro, sia perchè non avevo voglia di mettermi al tornietto e poi sempre per via di quel discorso, ovvero , gli etruschi per quanto capaci fossero stati, non avevano strumenti per la lavorazione del legno particolarmente evoluti, per cui dei perfetti "cilindrici" secondo il mio punto di vista, (sicuramente discutibile) non sono conformi, per cui da quadrelli e tondi (quasi) ma con lima,,,
si tratta di quadrelli avanzati, sono di noce nostrano, sono di una parte molto scura, in pratica sono molto duri, per cui tengono "bene" la lima senza scheggiarsi, per cui affinarli e molto semplice, mentre per le colonnette ho utilizzato il ciliegio, che dopo aver trattato con turatori ad acqua ho rifinito con mordente, la foto che allego mostra le fasi della lavorazione (le colonnette sono infilate nelle barre fatte con i quadrelli,
per inserire, in maniera "piu' robusta" le colonne nel capodibanda metto sulla base un chiodo questo aumenterà la resistenza oltre all' incollaggio, inizio a mettere gli scalmi aggiuntivi,
in seguito dovro mettere la balaustra, nel contare i bagli per posizionare le colonne mi sono accorto di aver fatto una "cappellata"
i bagli visibili nella nave sono undici, mentre nei disegni visibili dovevano essere dodici,,, porco boia !!! quando ho fatto il ponte ho allungato troppo i listelli e in piu' ho metto anche i chiodi di legno,,, porca miseria !!! (pur riconoscendo che la figura del boia è molto discutibile , sono contrario alla pena di morte, e che la miseria non è uno stato piacevole, non sono proprio certo di aver utilizzato questi termini per sottolineare la mia "disapprovazione",,, chiusura retorica
per salutarvi, sono cotto
in seguito raccontero' quello che ho fatto,
alla prossima,
luponero
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09-10-16, 10:08 AM
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#85
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Utente Senior
Registrato dal: Jan 2016
Messaggi: 1,139
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Quanti dettagli....e un'imbarcazione molto curata...😀😀😀
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09-10-16, 02:12 PM
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#86
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Utente
Registrato dal: Feb 2015
Messaggi: 869
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Grande lupo gli occhiali li hai lasciati nella tana per avere la scusa per ritornarci
Il lupo perde il pelo ma non il vizio
Complimenti per il lavoro e grazie per le spiegazioni che ogni volta ci regali
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09-10-16, 06:43 PM
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#87
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Utente Senior
Registrato dal: Nov 2011
residenza: Vicchio - FI
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Un po' di corsa proseguo nella discrizione dei lavori,
come dicevo quando ho iniziato a contare i bagli per mettere le colonnette delle balaustre, mi sono accorto di essere stato lungo con i listelli di conseguenza ero andato sopra il dodicesimo baglio, che in realtà doveva essere scoperto, penso capiti a tutti far "cappellate" e recuperarle non sempre è facile o possibile, in questo caso da un punto di vista "teorico" non è difficile , basta ritagliare e togliere quello che è stato messo in eccedenza,
da un punto di vista "teorico" non è difficile ma con il "pratico"... le cose cambiano, si rischia molto facilmente di fare danni , o almeno rovinare parti che sono in vista, comunque fondamentale è avere buone lame,
spesso trovo a buon prezzo nei centri commerciali confezioni con il trincettino e diversi tipi di lama da inserire ad un prezzo convenientissimo, utili per fare alcuni lavoretti, ma non per lavori di precisione e complessi, nelle lame a buon prezzo sia lo spessore della lama e la qualità dell' acciaio è molto scarsa, spesso quando si taglia, il filo della lama si spezza all' interno della parte che uno sta tagliando pregiudicandone notevolmente il risultato, per evitare questo da tempo utilizzo lame e trincetti "olfa" costano leggermente di piu' ma sono tutta un altra storia (vero Sam ?),
con questi, utilizzando un paio di profili diversi ho riaperto correttamente l' apertura sul ponte riportando a vista il baglio mancante,
nella prima immagine si vede il baglio ricomparso dopo il recupero, le seguenti i vari livelli di lavorazione,
nella foto che segue si vede meglio, le seguenti sono le ultime relative alla piazzatura delle balaustre e degli scalmi supplementari,
per cui, la qualità nei "ferri" da lavoro fa la differenza,
certe volte conviene spendere un po' di piu' e comprare ferri migliori (o stare piu' attenti durante le lavorazioni, cosa che a me non riesce molto, mi ricordo che quando ho realizzato la Real de France, per risolvere una cappellata ci ho perso quasi quattro mesi... ma è un altra storia)
vado a vedere se faccio l' ancora e i timoni, almeno ci provo,
ringrazio gli amici della "passione reciproca" per gli apprezzamenti
relativi ai lavori realizzati,
a poi,
luponero
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09-10-16, 09:17 PM
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#88
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Utente Senior
Registrato dal: Mar 2011
residenza: Palermo
Messaggi: 1,942
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11-10-16, 12:10 AM
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#89
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Utente Senior
Registrato dal: Nov 2011
residenza: Vicchio - FI
Messaggi: 1,041
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Sempre complementi "d 'arredo" del ponte : l' ancora
realizzare un ancora per un imbarcazione "primitiva" non dovrebbe essere difficile partendo dal presupposto che in molti casi le ancore di 3000/2500 anni fà molte volte erano pietre forate e per questo legate ad una corda,
ma non è il caso dell' ancora degli "etruschi", per realizzare l' ancora di questo modello è stato preso per esempio l' ancora rinvenuta nel relitto di Nemi.
Il modello a "ceppo fisso" in piombo (gli etruschi già nel VI, V sec. a.C. utilizzavano e lavoravano il piombo) la parte restante dell' ancora è in legno, con due marre poste a V sul ceppo, al quale sono fermate con mortase e tenoni con spinotti di legno, sulla punta esterna delle marre viene realizzata "l' unghiatura" con lamina in bronzo, la legatura è stata effettuata con il metodo della cicala e con molti giri di sagolino.
Per realizzare l' ancora ho utilizzato un legno che non avevo mai utilizzato fino ad oggi, la "cascia" come si dice in toscano, oppure l' acacia, robinia,gaggia e altri nomi ancora, che variano da regione a regione,
il colore è sul giallo nella parte centrale del fusto, anticamente veniva utilizzata (oltre che per ardere) , visto la resistenza e l' elasticità, per fare i calesse (carrozze leggere trainate dal cavallo) in ragione di cio' ho provato ad utilizzarla per fare l' ancora,
non ho fatto nessuno scatto alla tavoletta di cascia, inizio subito con un immagine nella quale si vede il ceppo e l' ancora già assemblata con le marre,
(stranamente la foto satura molto),
qui l' ancora era già stata trattata in parte con del mordente noce, per creare le striature verticali del legno,
quello che posso dire è che la cascia, si lavora molto bene è resistente anche su spessori molto ridotti, non si scheggia, i pezzi una volta tagliati con seghetto alternativo sono stati rifiniti a lima, la misura dell' ancora sarà sui 6 /7 cm di altezza, il ceppo 3 cm per 0.5 cm di spessore,
dopo la rifinitura del legno ho dipinto il ceppo, che era in piombo e perpendicolare al piano delle marre, questo determinava che disponendosi sul fondo del mare orizzontalmente, una delle marre teneva la punta (unghiata) direttamente girata sul fondo, aumentando sensibilmente l' ancoraggio stesso,
il passaggio successivo è stata la legatura, ho "ingrullito" abbastanza ad effettuare la legatura del ceppo (non conoscevo la legatura in se stesso) ma alla fine ci sono riusciuto, sicuramente un marinaio etrusco ci avrebbe impiegato una diecina di secondi, a me mi ci è voluto una mezz' ora,
l' aspetto mi piace molto, come del resto lavorare e realizzare un imbarcazione primitiva (ma evoluta), sicuramente è molto meno complessa di un altro tipo di imbarcazione (piu' recente) ma non nego, che il "fascino" derivante dall' imbarcazione è molto intenso,
solita cosa che sembra provare il mio amico e compagno d' avventura Argo
che spesso mi accompagna in questa "storia"
a risentirci,
luponero
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11-10-16, 12:31 AM
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#90
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Utente Senior
Registrato dal: Jan 2016
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Quote:
Originariamente inviata da luponero59
Sempre complementi "d 'arredo" del ponte : l' ancora
realizzare un ancora per un imbarcazione "primitiva" non dovrebbe essere difficile partendo dal presupposto che in molti casi le ancore di 3000/2500 anni fà molte volte erano pietre forate e per questo legate ad una corda,
ma non è il caso dell' ancora degli "etruschi", per realizzare l' ancora di questo modello è stato preso per esempio l' ancora rinvenuta nel relitto di Nemi.
Il modello a "ceppo fisso" in piombo (gli etruschi già nel VI, V sec. a.C. utilizzavano e lavoravano il piombo) la parte restante dell' ancora è in legno, con due marre poste a V sul ceppo, al quale sono fermate con mortase e tenoni con spinotti di legno, sulla punta esterna delle marre viene realizzata "l' unghiatura" con lamina in bronzo, la legatura è stata effettuata con il metodo della cicala e con molti giri di sagolino.
Per realizzare l' ancora ho utilizzato un legno che non avevo mai utilizzato fino ad oggi, la "cascia" come si dice in toscano, oppure l' acacia, robinia,gaggia e altri nomi ancora, che variano da regione a regione,
il colore è sul giallo nella parte centrale del fusto, anticamente veniva utilizzata (oltre che per ardere) , visto la resistenza e l' elasticità, per fare i calesse (carrozze leggere trainate dal cavallo) in ragione di cio' ho provato ad utilizzarla per fare l' ancora,
non ho fatto nessuno scatto alla tavoletta di cascia, inizio subito con un immagine nella quale si vede il ceppo e l' ancora già assemblata con le marre,
Allegato 257081
(stranamente la foto satura molto),
qui l' ancora era già stata trattata in parte con del mordente noce, per creare le striature verticali del legno,
quello che posso dire è che la cascia, si lavora molto bene è resistente anche su spessori molto ridotti, non si scheggia, i pezzi una volta tagliati con seghetto alternativo sono stati rifiniti a lima, la misura dell' ancora sarà sui 6 /7 cm di altezza, il ceppo 3 cm per 0.5 cm di spessore,
Allegato 257082
dopo la rifinitura del legno ho dipinto il ceppo, che era in piombo e perpendicolare al piano delle marre, questo determinava che disponendosi sul fondo del mare orizzontalmente, una delle marre teneva la punta (unghiata) direttamente girata sul fondo, aumentando sensibilmente l' ancoraggio stesso,
Allegato 257083
Allegato 257084
il passaggio successivo è stata la legatura, ho "ingrullito" abbastanza ad effettuare la legatura del ceppo (non conoscevo la legatura in se stesso) ma alla fine ci sono riusciuto, sicuramente un marinaio etrusco ci avrebbe impiegato una diecina di secondi, a me mi ci è voluto una mezz' ora,
Allegato 257085
l' aspetto mi piace molto, come del resto lavorare e realizzare un imbarcazione primitiva (ma evoluta), sicuramente è molto meno complessa di un altro tipo di imbarcazione (piu' recente) ma non nego, che il "fascino" derivante dall' imbarcazione è molto intenso,
solita cosa che sembra provare il mio amico e compagno d' avventura Argo
Allegato 257086
Allegato 257087
che spesso mi accompagna in questa "storia"
a risentirci,
luponero
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Luponero tutte le imparcazioni hanno un fascino particolare,quelle così antiche poi è il piacere della riscoperta di soluzioni geniali adottate per bisogni di ieri e di oggi...
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