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pvtjocker 10-01-12 03:30 PM

Piccola guida all'elimodellismo
 
INTRODUZIONE
Ho notato i messaggi dei tanti neofiti che entrano in questa sezione per chiedere consigli su quale modello è più adatto per iniziare o sui piccoli problemi che si incontrano quando ci si...scontra con una macchina complicata come l'elicottero.
Questo manualetto non intende essere una sfilza di regole fisse da seguire obbligatoriamente ma vuole piuttoto essere uno strumento di aiuto per chi si affaccia per la prima volta a questo meraviglioso hobby.

CAP 1: TIPOLOGIE DI ELIMODELLI.
Avvicinarsi all'elimodellismo può essere più complicato di quanto si pensi: negozi fisici e on line ormai offrono una quantità mostruosa di modelli più o meno simili nell'estetica e nella meccanica...non altrettanto nella qualità. Vediamo intanto come si distinguono i vari tipi di elimodelli:

3 canali micro: sono piccoli elicotteri, ottimi se state partendo da 0...più giocattoli che elimodelli veri e propri ma comunque molto in voga per il loro prezzo contenuto, l'estetica accattivante e la relativa semplicità di pilotaggio. Sono validi per iniziare a prendere confidenza con qualcosa che vola, fatto tutt'altro che scontato, considerando che pilotare qualcosa che può muoversi in tre dimensioni è molto più impegnativo da imparare rispetto, ad esempio, ad un automodello. Di questi arnesi ce ne sono per tutti i gusti e sono facilmente riconoscibili per il doppio rotore controrotante (rotore...non elica, che ha una struttura diversa anche se il principio è lo stesso, o pala...le pale sono solo un componente del rotore), per la piccola elica in coda in posizione orizzontale che ha la funzione di mandare in avanti e indietro l'elicottero e per le ridotte dimensioni, dai 15 a 25 cm. Possono muoversi salire e scendere di quota, muoversi in avanti e indietro e ruotare su loro stessi a destra e sinistra...quindi un movimento bidirezionale per ogni canale. La maggior parte usa un sistema ad infrarossi per mandare i segnali dalla trasmittente che tenete in mano al modello in volo anche se alcuni usano radiocomandi veri e propri sulla banda dei 2,4 Ghz o si possono pilotare con iPhone, iPod Touch o dispositivi Android; sono dotati di batteria ai polimeri di litio (LiPo, d'ora in poi) che consente un volo tra i 6 e gli 8 minuti e che si può ricaricare dalla trasmittente stessa o dal computer di casa tramite un cavetto USB.

Ormai tutti montano un giroscopio, un accorgimento elettronico che permette di rilevare rotazioni a destra e sinistra indesiderate...se ve ne propongono uno senza è un fondo di magazzino quindi non prendetelo. Non hanno invece servomotori, i movimenti si ottengono solo ed esclusivamente con il variare dei giri dei tre motori. NON sono assolutamente adatti a volare fuori: il peso esiguo e la portata della trasmittente (8-10 mt al massimo) non li rendono adatti a questo scopo.

Costano tra i 30 e 45 € ed è importante, PRIMA che l'acquisto sia fatto, verificare la disponibiltà...o proprio l'esistenza in certi casi, dei ricambi che il più delle volte si traducono in pale, gruppo rotori ed elichetta di coda.

3 canali maxi: grossomodo hanno le stesse caratteristiche principali dei micro, stessa configurazione, stesse capacità di volo...variano innanzitutto nelle dimensioni, fino a circa 40 cm, nella batteria che può essere anche a due celle e non è incorporata nell'elettronica del modello, e nel sistema di trasmissione che usa ancora il vecchio sistema sulla banda dei 27 Mhz. Considerato che hanno gli stessi limiti dei 3 canali micro, contro un prezzo ben superiore, per come la vedo io il loro acquisto non è molto conveniente, dato che i 50/60 € che costano possono diventare una parte importante del budget per acquistare in modello di classe superiore.

4 canali coassiali: il punto di congiunzione tra il "giocattolo" e l'elimodello. Hanno una struttura molto simile ai modelli 3 canali, con due rotori sovrapposti controrotanti, ma cominciano ad essere meccanicamente più complessi, con motori più potenti, elettronica più raffinata...e soprattutto la possilità di traslare a destra e sinistra. Questo tipo di modelli ha decisamente aperto la strada all'"elimodellismo per tutti" in virtù della relativa semplicità di pilotaggio datagli proprio dai due rotori controrotanti: questo accorgimento meccanico, che si usa anche sugli elicotteri full-size, (cercate "Kamov" su google), permette un volo estramente stabile in quanto ognuno dei rotori annulla la coppia dell'altro (l'effetto per cui il corpo dell'elicottero tende a ruotare su se stesso in direzione contraria alla rotazione del rotore principale): un coassiale di buona qualità, settato a dovere può stare dritto in aria quasi senza toccare i comandi.

Questi modelli possono muoversi, come i 3 canali, in alto e in basso (quota/gas) in avanti e indietro (elevatore), ruotare su se stessi a destra e sinistra (timone) ma possono anche traslare sul piano orizzontale a destra e sinistra (alettoni). La loro meccanica, e di conseguenza l'elettronica, è più complessa: usano il "piatto oscillante", una specie di snodo che, mosso dai due servomotori (altra "novità") e con opportuni collegamenti, permette l'articolazione del rotore inferiore per spingere l'elicottero in avanti e indietro e traslare a destra e sinistra. La quota si ottiene variando i giri dei motori mentre l'imbardata si ottiene variando i giri del rotore superiore il ché altera l'equilibrio di coppia tra i due rotori, come dicevo prima, facendo girare l'elicottero a destra o sinistra.

La centralina di bordo integra nel più dei casi la ricevente radio, i regolatori di potenza dei motori, un mixer che permette di sincronizzare l'erogazione di potenza ai motori stessi e un giroscopio, che ha la stessa funzione vista prima: stabilizzare l'elicottero sull'asse di imbardata (il timone, per capirci). Alcuni modelli integrano nella centralina anche i servomotori. Anche questi modelli sono validi se state partendo da 0 ma, oltre ad insegnarvi a gestire un oggetto volante, vi danno le basi meccaniche e fisiche del volo con gli elimodelli.

Dimensioni, prezzi e qualità variano almeno quanto la scelta dei modelli a disposizione: si va da modelli lunghi una ventina di centimetri e dal peso inferiore ai 50 gr. a grossi elicotteri lunghi anche mezzo metro e molto potenti...più adatti a volare all'esterno questi ultimi (purché con vento molto delicato, meglio senza), gli altri si trovano più a loro agio in casa o in un grosso garage, data la limitata potenza dei servomotori e la conformazione aerodinamica dei rotori. I prezzi variano molto, dai 50/90 € fino ai 200 € (un pò eccessivi date le prestazioni)

4 canali monorotore a passo fisso: quì si comincia ad aver a che fare con qualcosa che assomiglia di più ad un elicottero in senso stretto: un solo rotore principale e un rotore anticoppia montato in coda.

Questo tipo di elicottero presenta delle similarità con i coassiali, ossia possono muoversi in tutte le direzioni ma non fare volo acrobatico; hanno un rotore molto simile per concetto a quello di un coassiale, quindi pale con una curvatura tale da garantire la portanza solo grazie all'aumento dei giri del motore e senza bisogno di variare il passo; montano due servomotori che agiscono sul piatto oscillante per le funzioni di elevatore ed alettoni; il più delle volte sono dotati di centraline che integrano ricevente, giroscopio, regolatore di potenza per il motore principale e, in alcuni casi, per il motore che muove il rotore di coda. A questo proposito ci sono delle precisazioni da fare: molti elicotteri di questo tipo hanno un rotore di coda a passo fisso (cioè in cui i palini sono disposti secondo un angolo predeterminato) che garantisce contemporaneamente sia la funzione anticoppia che quella di timone e che funziona grazie ad un piccolo motore elettrico che gira in opportuna sincronia con il motore principale e che varia i giri per ottenere l'imbardata. Il pregio di questo sistema è l'estrema semplicità meccanica..i difetti sono che con lo scaricarsi della batteria il motore di coda tende a perdere prestazioni e che lo stesso, col tempo, tende a "morire" in quanto, fatte salve modifiche brushless e personalizzazioni varie, sono per lo più motorini a spazzole. C'è poi una nutrita schiera di modelli che invece hanno un rotore di coda a passo variabile come gli elicotteri di classe superiore, quindi con un terzo servomotore dedicato alla variazione di passo e una trasmissione a cinghia o cardano (un albero che corre all'interno del tubo di coda) che trasmette il moto dal motore principale al rotore di coda. I pregi di questo sistema sono un miglior controllo generale della coda e prestazioni che rimangono costanti man mano che si scarica la batteria a fronte però di una maggior complicatezza meccanica, maggior fragilità in caso di incidente, maggiori costi di acquisto e manutenzione.

Da un punto di vista di pilotaggio, pur mantenendo un certo carattere "rookie friendly", risultano decisamente più agili e divertenti dei coassiali grazie ad una maggior aerodinamicità dovuta all'assenza del secondo rotore principale quindi sono adatti a chi ha già alcune ore di esperienza di volo con i coassiali. Anche quì, prezzi, dimensioni e prestazioni per tutti i gusti e le tasche, anche se difficilmente vi capiterà di incontrare un passo fisso più lungo di una 40ina di centimetri che costi più di 250 € (anche quì, forse un pò tanto in rapporto alle prestazioni e alla destinazione d'uso).

6 canali a passo variabile: il punto di arrivo di tutto il corso. Potenti, veloci, estremamente manovrabili, dotati di motori brushless che possono sviluppare molte centinaia di Watt di potenza o addirittura motori a scoppio, dalla meccanica complessa e dall'avionica molto raffinata, ampiamente personalizzabili e soprattutto acrobatici!

Dimenticatevi plastica e centraline integrate...qui giocherete con materiali "di classe" come l'alluminio, l'ergal, il carbonio e la fibra di vetro...con queste macchine sarà il pilota a scegliere il tipo di motori e servomotori adatti alle sue esigenze e sarà lui a doverlo mettere a punto regolando tutta una serie di parametri che la maggior parte degli elicotteri visti prima nemmeno si sogna.

Oltre ai movimenti comuni ai 4 canali, grazie alla possibilità di invertire il passo delle pale (cioè spingere l'aria anche verso l'alto) possono volare a rovescio. Le dimensioni vanno dai piccoli classe 180, 200 e 250, tutt'altro che facili da pilotare, fino a mostri con più di un metro e mezzo di diametro del rotore principale, passando per i 450 e i 500 (questi numeri indicano un range di distanze tra l'albero principale e quello del rotore di coda e che varia da marca a marca) mentre i prezzi possono andare dai 200/300 € di modelli "entry level" pronti al volo (cioè dotati, nella confezione, di tutto il necessario e in qualche caso anche già montati) fino a superare il migliaio di euro per le macchine da competizione. Ottenere un volato elegante e senza sbavature richiede settimane di allenamento, meglio se coadiuvato dall'addestramento al simulatore di volo; il 3D di più ancora.

In linea di principio non c'è una legge che impedisca al principiante di iniziare con questo tipo di macchine ma è assolutamente necessario conoscere almeno le basi meccaniche e fisiche del volo con l'elicottero, farsi montare e mettere a punto l'elicottero da un pilota/meccanico esperto ed essere seguiti da chi abbia buona esperienza di volo. Il bello di questi modelli è che appunto possono essere costruiti a partire da un preciso scopo (addestremento, volato, acrobazia, riproduzione...) e messi a punto per andare incontro all'esperienza di chi inizia. E' meglio sempre comunque avvicinarcisi dopo almeno 6 mesi di esperienza con i modelli descritti in precedenza...

Termina quì il primo capitolo di questa piccola guida, critiche costruttive commenti e approfondimenti sono ovviamente più che ben accetti...e anzi, voluti!

Nel prossimo capitolo vedremo, una volta scelto e acquistato il modello che ci interessa, cosa fare prima di mettersi in volo.

darkwolf 10-01-12 04:22 PM

non potevo chiedere di meglio, guida superbamente fatta ottimo lavoro complimneti

meko 10-01-12 04:26 PM

Letta tutta d'un fiato!

Ottima cosa davvero utile per tutti....nella speranza che qualche mod la metta in evidenza....

pvtjocker 11-01-12 06:58 PM

Piccola guida all'elimodellismo
 
Inizio con un ringraziamento per il sostegno e l'apprezzamento che ho ricevuto da meko e darkwolf e per i mods che hanno voluto mettere in evidenza la mia piccola guida...GRAZIE, davvero! :)

Proseguiamo ora, come promesso, con le indicazioni di base per scegliere il modello e le operazioni preliminari alla messa in volo...

CAP 2: SCEGLIERE L'ELIMODELLO ED INIZIARE

AL NEGOZIO...O IN RETE
Abbiamo visto quali sono le categorie principali di elimodelli, le loro caratteristiche generali e le destinazioni di utilizzo. Dobbiamo ora scegliere l'elicottero che più si avvicina alle nostre esigenze. Siamo di fronte al negozio di modellismo della nostra città o abbiamo già adocchiato l'elicottero che ci piace su Internet...guardiamo la vetrina...e ci chiediamo se andrà bene, quanto è difficile da portare, se sarà robusto...

Può capitare, anzi spesso è così, che il proprietario del negozio o il gestore del sito sia una persona competente e paziente nel seguire il nuovo modellista/cliente nella scelta ma partiamo dal presupposto che vogliamo fare tutto da soli: come accennato nel primo capitolo, se stiamo partendo da 0, dovremo evitare di complicarci troppo l'esistenza e puntare su un elicottero coassiale a 3 o 4 canali...sì, ma quale? Il prezzo è spesso indicazione di un modello di qualità ma non è una regola fissa, quindi la prima cosa da fare è scegliere tre o quattro modelli delle due categorie ed iniziare ad informarsi: prima di tutto i ricambi. Esistono? Il negozio e/o il sito che ci vende il modello ne è provvisto o è in grado di procurarceli in tempi ragionevoli (cioè entro i 15 giorni)? Che prezzi hanno? Il negozio o sito che sia è disposto ad assisterci in caso di guasti?

Possiamo fare poi un giro sui forum, scorrendo le discussioni già aperte su quel dato modello o, se non ce ne fossero (controllare prima), iscriverci, presentarci e poi aprire una discussione sul o sui modelli che ci interessano. Con un po' di pazienza troveremo qualcuno che ha già esperienza con quel dato modello o che ce ne può consigliare uno simile ma migliore e dirci se i prezzi che abbiamo visto sono adeguati o se possiamo trovare lo stesso elicottero ad un prezzo migliore.

Una volta scelto il modello, quando andremo ad acquistarlo, se vogliamo anche imparare a manutenzionarlo, faremo cosa buona e giusta prendendo con esso una buona quantità di ricambi: pale, che sono la parte più soggetta a rompersi; carrello..che, poveraccio, è fatto apposta per sacrificarsi e salvare la maggior parte del nostro insettino; corone, che sono soggette a sgranarsi se cadendo l'elicottero non avremo la prontezza di chiudere il gas quando capiamo che non c'è più nulla da fare; alberi (il pezzo che sostiene e fa girare i rotori, nei coassiali sono due, uno dentro l'altro) che se si storcono fanno vibrare il modello e infine la flybar, ossia la barra stabilizzatrice montata perpendicolarmente o a 45° rispetto alle pale del rotore, per lo stesso motivo per cui prenderemo gli alberi, e un set di viti, se possibile. Potremo anche acquistare una batteria di scorta per prolungare il volo e non rimanere a terra.

Per quanto riguarda i modelli a 3 canali il discorso è leggermente diverso: generalmente come ricambi si trovano solo le pale, le elichette di coda e il complesso dei rotori ossia tutto il meccanismo che comprende alberi, pinze portapale, flybar, corone e supporto motori: dato il costo esiguo di queste parti sarà cosa buona farne manbassa...Purtroppo non si trovano facilmente le batterie di ricambio, anche perché generalmente sono saldate al circuito di base quindi, a meno di non essere fortunati a trovare il ricambio presso rivenditori internazionali ed essere piuttosto abili col saldatore, sarà meglio aver buona cura di quella che c'è, vedremo poi come.

PRIMO IMPATTO
Bene! Abbiamo il nostro elicottero, siamo a casa con la scatola aperta e non vediamo l'ora di iniziare: la prima cosa da fare è, con molta attenzione e in un momento di calma, tirare fuori tutto quello che c'è nella scatola, posare tutto sul tavolo ed iniziare ad esaminare quello che abbiamo per verificare che non ci siano difetti e che sia, almeno alla vista, tutto integro.

Seconda cosa da fare: leggiamo il manuale in ogni sua parte. Se questo è in Inglese e ci fossero delle difficoltà sarà bene avvalersi di Google Traduttore...non sarà un granché ma almeno ci potrà dare un'idea di quello che c'è scritto. E' importante NON improvvisare: ci stiamo trovando di fronte ad un "coso" con delle "lame rotanti" che lo fanno volare e non sappiamo molto di come funziona: il rischio è nella migliore delle ipotesi fare subito un danno, nella peggiore farsi male...e non c'è niente di peggio che avere un nuovo gingillo e non poterselo godere subito! Se non capiamo qualcosa del manuale cerchiamo informazioni: sul forum, tornando dal nostro negoziante o mandiamo una mail al sito da cui abbiamo acquistato il nostro elicottero e chiediamo, chiediamo, chiediamo!...non c'è nulla di cui vergognarsi...

VERIFICHE PRELIMINARI
Se è tutto chiaro quanto letto nel manuale o chiesto a chi di dovere possiamo iniziare sul serio. La prima cosa da fare sarà caricare la batteria: la quasi totalità degli elimodelli attuali è dotato di batterie LiPo. Sono batterie di tipo particolare, tanto delicate quanto potenti. Di norma, per i modelli con cui inizieremo, sono ad una o due celle (rispettivamente 3,7 e 7,4 Volt). Nel primo caso il caricabatterie sarà rappresentato da un piccolo trasformatore, simile a quello con cui ricarichiamo i nostri cellulari. Solitamente sono di tipo switch, cioè interrompono l'erogazione di corrente quando rilevano la piena carica della batteria...se non ne fossimo sicuri dovremo verificare il valore di capacità della batteria stessa, rappresentato da un numero seguito dalla sigla "mAh" che significa milliAmpére/ora e da una misura della durata della batteria: più il valore è grande più la batteria durerà. Trovato questo numero sulla batteria non dovremo far altro che dividerlo per il valore di milliAmpére riportato sul caricabatterie, qualcosa del tipo: "DC output X volt --- yyy mAh". Il risultato della divisione ci darà un valore in "ore virgola minuti" del tempo di ricarica. MAI STACCARE LA BATTERIA PRIMA.

Se la nostra batteria è invece a 2 celle il caricabatterie sarà composto dal trasformatore più un'altra unità detta bilanciatore. La funzione di questo apparecchio è appunto quella di caricare le due celle della batteria con gli stessi parametri in modo che non ci siano...sbilanciamenti e quindi erogazione non uniforme della potenza. La batteria sarà in questo caso dotata di un secondo spinotto, di colore bianco il più delle volte, che andrà inserita nel bilanciatore. Il caricabatterie/bilanciatore provvederà in modo del tutto automatico a fermare la carica quando questa sarà completa e uguale per tutte le celle: di solito un led lampeggiante rosso durante la carica diventa verde fisso quando questa è ultimata. Anche in questo caso MAI INTERROMPERE IL PROCESSO DI RICARICA.

Di nuovo un discorso a parte per i piccoli 3 canali: la batteria integrata di solito si può ricaricare tramite un cavetto USB (che in realtà è un caricabatterie switch vero e proprio) o tramite la piccola trasmittente attraverso un cavetto generalmente custodito sotto uno sportellino: nel primo caso vi basterà collegare il cavetto al pc, collegare l'altro capo alla piccola presa sul corpo dell'elicottero e attendere lo spegnimento della luce rossa sullo spinotto USB (o qualunque altra segnalazione...verificate sul manuale) oppure, se via trasmittente, inserire nella stessa batterie nuove, meglio se ricaricabili ad alta capacità, accendetela, collegate il cavetto all'elicottero e attendete il solito segnale di fine carica.

Pronta la batteria, dobbiamo verificare il bilanciamento del nostro elicottero e, se è il caso, fare dei piccoli aggiustamenti. Mettiamo il nostro elicottero sul tavolo con la batteria a bordo, disponiamo il rotore superiore in modo che la flybar sia esattamente perpendicolare alla lunghezza dell'elicottero e disponiamo il rotore inferiore in modo che sia esattamente perpendicolare al rotore superiore; solleviamo l'elicottero prendendolo con i due indici a "forchetta" al di sotto della flybar, il più vicino possibile alla radice della stessa e assicuriamoci che così sospeso l'elicottero sia il più vicino possibile ad una linea orizzontale..in caso contrario NON aggiungeremo peso ma faremo, se possibile, scorrere la batteria per trovare il punto di miglior bilanciamento...sicuramente, se ci sarà, sarà uno scostamento di poco conto quindi quando poi saremo in volo vedremo che effetto ha ed eventualmente ci regoleremo coi trim.

Verifichiamo ora la posizione del piatto oscillante: per prima cosa verifichiamo che lo stick del gas sia tutto giù e così anche il trim (un piccolo cursore in verticale accanto allo stick del gas stesso: può essere analogico o digitale e in quest'ultimo caso vedremo un cursore sul display della trasmittente..che deve stare tutto giù (i 3 canali micro NON hanno trim del gas), di modo che saremo sicuri che l'elicottero non ci parta tra le mani con gli effetti che ben potete immaginare; accendiamo la nostra trasmittente e subito dopo colleghiamo la batteria dell'elicottero facendo attenzione a rispettare la polarità (generalmente gli spinotti sono unidirezionali quindi sarà difficile sbagliare...ma sempre meglio fare attenzione). Perché prima la trasmittente e dopo l'elicottero, lo vedremo dopo. Aspettiamo che i servomotori si siano allineati e, tenendo mani e occhi a debita distanza dai rotori e il radicomando lontano da gomiti e maniche voluminose, controlliamo con attenzione che il piatto oscillante sia orizzontale...anche quì, ci fosse uno scostamento minimo, interverremo eventualmente coi trim. Se il corpo dell'elicottero e il piatto oscillante sono orizzontali sarà abbastanza probabile che l'elicottero decolli senza "sorprese". Preciso che per i micro 3 canali questi controlli non serviranno, non avendo ne piatto oscillante ne servomotori ne potendo variare la posizione della batteria.

Ultima verifica sarà il serraggio delle pale: la maggior parte dei coassiali in commercio hanno le pale inserite in una specie di pinza che si chiama portapale, tenute ad essa da una vite...di norma le pale vengono appena inserite e lasciate troppo libere di ruotare quindi noi dovremo stringere le viti in modo che le pale si muovano sì al tocco delle dita ma non abbastanza da "afflosciarsi" se prendiamo l'elicottero e lo giriamo di fianco, in orizzontale.

Torniamo un attimo al discorso dell'accendere prima la trasmittente poi l'elicottero (e di conseguenza spegnere poi prima l'elicottero e poi la trasmittente): in questo modo eviteremo che altre frequenze si "approprino" della ricevente di bordo. Inoltre i moderni elimodelli a radiofrequenza sono tutti dotati di sistema radio a 2,4Ghz che utilizzano un sistema di codifica della frequenza che lega univocamente trasmittente e ricevente al momento dell'accensione: se non siamo rapidi a collegare la batteria di bordo la trasmittente terminerà la scansione della ricevente a vuoto e dovremo ricominciare tutto daccapo (i micro 3 canali sono per lo più ad infrarossi quindi non hanno questo "problema"). Un'altra cosa importante da tener presente è il giroscopio a bordo dell'elicottero: in fase di avvio il giroscopio si "allinea" e durante questa fase è importante che il corpo dell'elicottero rimanga coi pattini su di un piano orizzontale, il più fermo possibile per non alterare l'allineamento (...e questo vale anche per i 3 canali).

Il prossimo passo sarà prendere un minimo di confidenza con il nostro nuovo elicottero. Seguendo la procedura d'avviamento descritta prima e con molta attenzione prendiamo il nostro insettino per i pattini ed iniziamo ad "esplorarlo": tenendo i rotori e le parti mobili a distanza da dita e occhi iniziamo a dare gas con delicatezza ma decisione... Cerchiamo di capire, dal suono dei motori, il momento in cui, più o meno, il nostro elicottero si alzerà da terra...lo capiremo perché lo stesso inizierà a tirare come se volesse liberarsi della nostra presa (..ma noi lo terremo ben saldo!)...giochiamo un pò coi comandi, cercando di testare la "potenza" con cui l'elicottero reagirà. Non esageriamo però...tenete presente che questo "giochino" mette sotto sforzo motori, batteria ed elettronica...un minutino sarà più che sufficente. Per quanto riguarda i 3 canali basterà limitarci a capire il momento dello "stacco" da terra.

Nel prossimo capitolo affronteremo il primo volo, le procedure per il trimmaggio e le manovre di atterraggio e shut down del modello...

darkwolf 11-01-12 08:24 PM

ancora grazie :tunz6rh: tutto perfettamente chiaro ottimo lavoro come sempre

meko 12-01-12 08:40 AM

Se continui cosi sarà sicuramente una ottima guida!!!

Mirko.iz1hko 12-01-12 10:54 PM

Grande.........:nuova0um:

abmodel 12-01-12 11:45 PM

Ho letto la guida ti do degli spunti se vuoi aggiungi o modifica.
per quanto riguarda la frequenza 2.4 ghz è vero che durante l accensione il modello ricerca la frequenza libera e dopo voli tranquillo, ma questo non vale per tutti ad esempio walkera quindi presumo alcuni modelli scorpio e robbe, se gia una radio uguale e accesa collegando la batteria il modello si collega a quella radio e te lo prendi in faccia.
provato personalmente con 2 walkera e 1 scorpio!!
Quindi nel mio caso quando 1 modello walkera vola non accendo mai un altro modello uguale eda oggi qualsiasi elicottero uso prima faccio dei test con le pale tolte.
Per quanto riguarda il fattore dei 3 canali infrared invece come hai scritto che oramai hanno tutti il giro consiglio comunque di guardare sempre se è presente la scritta with gyro o 3.5 ch, perche capita spesso e sovente che gli infrared in offerta sopratutto nelle fiere non hanno il giroscopio, inoltre esistono modeli di 3ch infrared se non sbaglio della serie lima fly economici che non hanno il giro integrato!!
Un altra cosa importantissima durante la ricarica della lipo è di tenere costantemente d occhio la lipo sopratutto alla prima carica, perche un caricabatterie difettoso fa esplodere la lipo con pesanti conseguenze, e vi assicuro che in giro ce ne sono e non pochi!!!!
Una cosa importante e di capire la velocità di carica di un caricabatterie ad esempio se carica 1A ora e la lipo è da 1000 mah si consiglia quando passa 1 ora di guardare che la lipo non gonfi,altrimenti staccate immediatamente, perche ad esempio una mia lipo da 8.4volt a 2 celle con limite massimo 8.4 è arrivata a 8.53 dopo di che continuava a caricarsi e a gonfiarsi ho staccato subito tutto e cestinato il caricatore!!!
Un altra cosa importantissima, i nuovi micro elicotteri a mono cella tipo mcpx/sr120/t rex 100 hanno la lipo intercambiabile da 110 mah a salire e si ricaricano con spinotto usb ma fate ben attenzione.
Le lipo horizon hobby/hyperion e simili al termine della loro carica cioè 4.2 volt vengono staccate dal circuito interno del caricabatterie, invece sono entrate in commercio delle nuove micro lipo che hanno integrato un circuito che stacca la corrente a 4.2volt e non hanno bisogno del caricatore ma di un semplice spinotto usb......la cosa importante e di sapere sempre bene cosa si acquista perche se si carica una lipo hyperion o simile sul cavo delle nuove lipo che non stacca mai corrente continuano acaricare fino a quando esplodono!!!!, danneggiando la periferica su cui vi siete collegati ad esempio il pc dato che il cavo ha attacco usb!!

pvtjocker 13-01-12 04:19 PM

Piccola guida all'elimodellismo
 
Grazie di nuovo per l'apprezzamento e l'appoggio...grazie anche ad abmodel per le importanti integrazioni che dimostrano quanto sia importante leggere attentamente i manuali in ogni loro parte!! :)

...ed eccoci di nuovo quì. Oggi parleremo, come anticipato del primo volo, delle regolazioni fini e della procedura di shut down del nostro nuovo elicottero:

CAP 3: PRIMO DECOLLO

Il grande momento è giunto! Possiamo iniziare a volare! Ci metteremo in uno spazio ampio, privo, se possibile, di ostacoli e al riparo da correnti d'aria anche minime. Accendiamo il nostro elicottero con la solita procedura ma invece di partire subito daremo qualche minuto al giroscopio per abituarsi a temperatura e grado di umidità dell'ambiente in cui lo stesso dovrà operare...basteranno 3-5 minuti passati i quali semplicemente staccheremo e riattacchermo la batteria.

IN VOLO!
A questo punto il momento diventa magico: ci metteremo dietro l'elicottero e inizieremo a dare gas...con calma ma decisione. Probabilmente l'elicottero inizierà ad oscillare sull'asse d'imbardata..la cosa migliore da fare è bilanciare l'oscillazione con piccoli tocchi sullo stick del timone...in ogni caso l'oscillazione svanirà non appena l'elicottero avrà staccato da terra. Continuiamo a dare gas finché l'elicottero si solleva da terra e rimaniamo costanti nel aumentare la quota fino a che l'elicottero non sarà a circa un metro d'altezza...e siamo in volo!...bè, magari fosse così semplice: ci vorrà un pochino per raggiungere questo risultato perché generalmente ci si spaventa non appena l'elicottero stacca...un pò perché saremo noi ad aver la sensazione di volare (e in quel momento capirete se l'elimodellismo fa o no per voi..personalmente la prima volta mi si è letteralmente fermato il cuore e urlavo "ODDIOVOLA ODDIOVOLA!" :D), un pò perché, finché non si supera il mezzo metro di quota, l'elicottero è soggetto all'effetto suolo, un fenomeno per cui l'elicottero stesso sembra stia su una bolla d'aria andando un pò da tutte le parti tranne che dove vogliamo noi...ecco perché bisogna dare gas lenti ma decisi! La cosa importante è NON farsi prendere dal panico, cercare di reagire con calma e con piccoli movimenti sugli stick...e non aver fretta: se non ci si sente pronti al decollo è meglio rimandare di qualche minuto...appena passata l'inevitabile e bellissima emozione del primo approccio...tanto non ci corre dietro nessuno. Il punto è che in quel momento l'elicottero potrebbe sembrarci "posseduto dal demonio" e per nulla disposto a seguire i nostri comandi. Più saremo convinti e sicuri nel dare gas più brevemente questo effetto durerà...A seconda delle dimensioni dell'elicottero con cui abbiamo a che fare potremo poi attaccare sotto i suoi pattini un "Training Kit": si tratta fondamentalmente di quattro stecchette di carbonio con altrettante palline di spugna infilate alle estremità. Il suo scopo è impedire per quanto possibile un cappottamento o, dato che sporgono parecchio dalla sagoma dell'elicottero, urti contro muri e ostacoli in genere che potrebbero disintegrare le pale e ancora ammortizza i primi inevitabili atterraggi pesanti. Inoltre ci rende più facile capire la posizione dell'elicottero una volta in volo...Costa pochi euro ed è una mano santa quando dobbiamo imparare, personalmente ne faccio ancora uso quando costruisco qualche elicottero "sperimentale"...

I TRIM
Una volta che saremo in volo avremo modo di vedere se l'elicottero ha bisogno di qualche correzione. In linea teorica un coassiale a 4 canali dovrebbe, come accennavo, stare in volo a punto fisso (hovering, in gergo tecnico) quasi senza toccare i comandi; in pratica non è sempre così, per lo più perché, dato che i nostri elicotteri sono prodotti in grandissima serie, è impossibile pensare che ognuno di essi venga messo a punto alla perfezione. Ma cosa sono i trim? Avrete notato, maneggiando il radiocomando, che oltre agli stick ci sono altri 4 cursori, ognuno disposto parallelamente ad ognuno degli assi in cui lo stick opera: questi cursori servono appunto a correggere eventuali imprecisioni nel volo dell'elicottero. Abbiamo già visto come il trim parallelo allo stick del gas debba stare giù per ragioni di sicurezza: gli altri invece dovranno essere disposti al centro (di norma identificabile da uno "scattino" del cursore) prima di avviare il nostro elicottero: in questo modo avremo una misura precisa dell'eventuale correzione da fare.

Ci sono un paio di metodi per capire, una volta in volo, quali e quanti trimmaggi abbiamo da fare: il primo, da come teniamo i pollici (ma SENZA MAI staccare gli occhi dall'elicottero in volo): se per tenere dritto l'elicottero stiamo tenendo gli stick in una posizione che non è centrale allora dobbiamo trimmarlo; il secondo: portare piano piano i comani al centro e vedere come si comporta l'elicottero...purché si abbiano nervi saldi e riflessi pronti: se ad esempio, con lo stick degli alettoni al centro, l'elicottero scivolerà a sinistra allora dovremo spostare di qualche grado a destra il relativo trim per compensare...
Procederemo un pò per volta centrando e correggendo con i relativi trim prima l'imbardata (rotazione destra sinistra o timone), poi il beccheggio (avanti/indietro o elevatore), poi il rollio (trasla destra/sinistra o alettoni). In questo modo rischieremo meno di perdere il controllo. In caso i trim non siano stati sufficienti a correggere uno sbandamento dovremo allora intervenire direttamente sul piatto oscillante, vedremo nel prossimo capitolo come. Ribadisco che è importante avere la MASSIMA delicatezza nel reagire alle tendenze dell'elicottero a sbandare da una parte o dall'altra...reazioni repentine portano il più delle volte al temutissimo crash.

Personalmente sono per "imparare dai propri errori" ma nulla vieta, essendo disposti a cacciare qualche euretto in più, di chiedere al negozionate di occuparsi lui della messa a punto del modello prima del ritiro al negozio o della spedizione se si tratta di un negozio online..

ATTERRAGGIO e SHUT DOWN
Il primo esperimento è andato, saranno passati 5/6 minuti dal decollo e dato che la batteria è nuova e deve essere rodata è meglio "riportare a casa il piccolo"...Togliamo potenza delicatamente finché i pattini non toccano terra e a quel punto chiudiamo completamente il gas. Visto che ci dovremo avvicinare all'elicottero sarà cosa buona tenere giù e fermo lo stick del gas col pollice, chinarsi, posare la trasmittente a terra con attenzione e delicatezza e scollegare la batteria di volo per poi spegnere la trasmittente. A questo punto dobbiamo lasciar raffreddare la batteria qualche minuto prima di metterla in carica e, se disponiamo di una seconda batteria, aspettare qualche minuto che si raffreddino anche i motori prima di ridecollare.

Ci tengo a precisare che queste indicazioni non garantiscono la piena riuscita del primo volo..ma di sicuro limiteranno molto la possibilità di un crash al primo decollo...:)

Mi raccomando comunque PRUDENZA E NIENTE FRETTA!

Nel prossimo capitolo vedremo in dettaglio alcune regolazioni fini come il bilanciamento delle pale, correzioni "hardware" sul piatto oscillante, rodaggio della batteria, come fare le prime manovre e cosa fare in caso di crash.

darkwolf 13-01-12 05:02 PM

più leggo questa ottima guida più mi viene voglia di prendere un elicottero elettrico invece di un auto a scoppio dato che mi piacciono moltissimo anche gli elicottero sicuramente la mia carriera modellistica sarà nel seguente ordine incomincio con un auto a scoppio per poi passare al volo con un buon elicottero elettrico e infine un bel mosterino stai facendo una stupenda guida :tunz6rh:

pvtjocker 14-01-12 10:05 AM

Quote:

Originariamente inviata da darkwolf (Messaggio 961562)
più leggo questa ottima guida più mi viene voglia di prendere un elicottero elettrico invece di un auto a scoppio dato che mi piacciono moltissimo anche gli elicottero sicuramente la mia carriera modellistica sarà nel seguente ordine incomincio con un auto a scoppio per poi passare al volo con un buon elicottero elettrico e infine un bel mosterino stai facendo una stupenda guida :tunz6rh:

Grazie, grazie! ^^..spero che tu sia il primo di una lunga schiera di ragazzi a cui faccio venir voglia!..:)

Bè, se fosse il primo elicottero puoi anche non rinunciare alla macchina...magari trovi un buon coassiale usato senza che spendi cifroni e viverti tutti e due gli hobby..:)

meko 15-01-12 12:15 AM

Con orco con joker...prendi un coassiale che cosa poco ed entra anche tu in questo mondo ;)

pvtjocker 25-01-12 12:54 AM

Piccola guida all'elimodellismo
 
..ed eccoci di nuovo quì, chiedo scusa per la sospensione..ma questa settimana mi sono voluto dedicare ai miei insettoni..:)

CAP 4: MESSE A PUNTO di PRECISIONE e RODAGGIO BATTERIA

Allora, siamo rimasti al nostro primo volo che, dovrebbe essersi concluso con un certo successo. Vediamo ora alcune piccole elaborazioni che possiamo fare sul nostro elicottero.

Bilanciamo le pale: le pale sono l'organo fondamentale del nostro elicottero: dalle loro buone condizioni dipendono innanzitutto la nostra sicurezza e quella di chi ci sta intorno e poi un buon volo. Nonostante la qualità generale delle pale sia decisamente migliorata negli ultimi tempi è sempre buona norma verificare che il peso di tutte e quattro (mi riferisco sempre ai coassiali a 4 canali) sia uguale su ognuno dei rotori.

Dato che questo tipo di elicottero ha due rotori che girano uno in senso contrario all'altro possiamo notare che le pale sono speculari ed è importantissimo rispettare il senso in cui sono montate: prima di smontarle dunque sarà buona norma fare una foto per evitare di sbagliare nel rimontarle.

Gli attrezzi che ci servono per il bilanciamento sono: un bilancino digitale di precisione (del tipo che si compra nei negozi cinesi per 10 €); un rotolino di nastro isolante e un paio di forbici. Smontate le pale (occhio a dove riponete le viti, suggerisco una piccola calamita) le misureremo una alla volta sul nostro bilancino, occupandoci prima di quelle superiori, sfruttando il vassoietto che di norma è in dotazione al bilancino e posando la pala in misurazione in modo che sia stabile sullo stesso: se entrambe le pale riportano lo stesso peso o una differenza di 0,01/0,02 gr. allora ok: se invece una comincia a pesare 0,05 gr. meno dell'altra dovremo aggiungere peso attaccando alla faccia inferiore, a circa un centimetro dall'estremità esterna, piccoli pezzetti di nastro isolante fino a pareggiare il peso tra le due pale. Tenete presente che il nastro isolante è spesso quindi altera il profilo aerodinamico della pala: se dovete aggiungere più di un pezzetto di nastro cercate di fare in modo che il rettagolino di nastro si trovi con i lati più corti paralleli ai bordi di attacco e di uscita delle pale e che i successivi siano disposti nello stesso modo ma senza essere sovrapposti ai precedenti. Per le pale inferiori il procedimenti sarà lo stesso. Ma a che serve? Le pale bilanciate limitano di molto le vibrazioni che non solo rendono complicato il pilotaggio (e dato che stiamo cominciando le compicazioni non ci piacciono!) ma mettono a rischio l'elettronica e i cablaggi del nostro elicottero (pensate al povero giroscopio...) e, diciamo la verità, rendono il volo pure antiestetico!

Una volta fatto il bilanciamento rimonteremo le nostre pale facendo attenzione, nello stringere le viti, a non serrarle a morte ma nemmeno a lasciare le pale troppo libere di oscillare: devono essere morbide al tocco ma non piegarsi verso il basso se mettiamo l'elicottero di fianco, come avevo già spiegato.

Regoliamo i rinvii servo/piatto: ricordate quando parlavamo del trimmaggio, nel capitolo precedente? Bene, riprendiamo ora un attimo questo discorso: se le regolazioni fatte via trim fossero eccessive (ad esempio l'elicottero rimane fermo in aria solo con il trim degli alettoni tutto spostato a sinistra) allora sarà il caso di dare un'aggiustatina "fisica" al piatto oscillante. Riportiamo al centro i trim del radiocomando (per ora solo quelli di alettoni ed elevatore, cercando di ricordarci in quale direzione puntavano), accendiamolo e colleghiamo la batteria, aspettando che i servi si azzerino e diamo un'occhiata al piatto che, quasi sicuramente non sarà perfettamente orizzontale. Cosa faremo: identifichiamo il servomotore che si occupa del comando che vogliamo trimmare (es. gli alettoni) dando un colpetto con lo stick così da capire anche in quel direzione dobbiamo addrizzare il piatto; a mano o con una pinza a becchi piani di piccole dimensioni sganceremo con delicatezza il giunto uniball che va dal servomotore al piatto oscillante e lo avvitiamo o svitiamo a seconda dell'effetto che vogliamo ottenere e sempre di UN giro per volta in quanto il giunto uniball ha una direzione in cui va infilato sulla pallina e possiamo accorgercene semplicemente osservando quale lato del foro è più svasato: quello andrà verso la pallina stessa. Normalmente per correggere uno, max due giri sono sufficienti.

Regolare il giroscopio: può capitare che anche trimmando il timone il nostro coassialino non ne voglia sapere di andare dritto e oscilli da destra a sinistra in continuazione più o meno lentamente. Questo dipende, partendo dal presupposto che abbiamo lasciato al gyro il tempo di scaldarsi un pò e che siamo stati attenti a non muovere l'elicottero durante la fase di di avvio, da un'errata regolazione del gain, ossia della sensibilità del giroscopio stesso. I coassiali 4 canali di dimensioni medio/grandi hanno quasi sempre, sulla centralina, un minuscolo potenziometro, generalmente identificato con una scritta tipo "GYRO SENS" o "TAIL SENS" o "TAIL GAIN" o comunque qualcosa che richiama il concetto di coda o giroscopio, che serve proprio a correggere un'oscillazione lenta o veloce che sia (sbadamento e sbacchettamento, rispettivamente) della coda. Nel caso dello sbandamento bisogna aumentare il gain, quindi girare il potenziometro con un piccolo cacciavite in plastica, spesso in dotazione, verso il segno "+"; se invece elicottero oscilla rapidamente dovremo diminuire. Meglio sarebbe fare queste regolazioni a centralina spenta e poco per volta.

Alcuni elicotteri coassiali, quelli flybarless, hanno una centralina un pò più complessa, con un gyro a tre assi: il concetto non è ne più ne meno che quello di un gyro che stabilizza la coda (ossia interviene sull'asse Z dell'eli) solo che il tre assi lavora anche sull'asse di alettoni ed elevatore (rispettivamente Y e X) quindi anche le regolazioni seguono gli stessi principi. Di norma non c'è bisogno di metterci le mani ma in caso lo si voglia fare è meglio fare dei riferimenti con un pennarello indelebile sui potenziometri stessi e fare una bella foto per essere sicuri di poter riportare tutto allo stato iniziale in caso ci dovessimo "perdere".

Avrete notato anche un altro piccolo potenziometro che si chiama "SERVO EXT."...è meglio toccarlo quando abbiamo già fatto un pò la mano al pilotaggio perché interviene sull'estensione dei servomotori, ossia sull'ampiezza dell'angolo di rotazione...vi dico solo che un coassiale può diventare molto più...divertente di quello che si può immaginare.

Tenete presente che queste indicazioni valgono, nella forma solo per alcuni coassiali, neanche recentissimi, ma attenzione perché magari potreste ritrovarvi tra le mani un coassiale che ha le stesse identiche regolazioni ma che possono essere effettuate da radicomando. Consultate sempre il manuale per esserne sicuri. :)

Rodaggio della batteria:
abbiamo già visto che le batterie LiPo di cui sono dotati tutti gli elicotteri sono piuttosto delicate...la potenza ha un prezzo...Bene, per evitare alla batteria stress e prolungare la sua vita (e parliamo di mesi, se non anni, in qualche caso) è importante, FONDAMENTALE non sovrascaricarla! Le batterie LiPo non sono come le pile al Nickel-Cadmio o Nickel-Metalidrato: se vengono scaricate del tutto prima della ricarica si rovinano. Certo, se capita una volta non ci sono grosse conseguenze...ma alla terza-quarta volta che succede cominceremo a notare un gonfiore della batteria stessa e la perdita consistente di prestazioni. Inoltre è PERICOLOSO, la batteria può esplodere...e per esplodere intendo proprio...BOOM!! Il modo migliore per far iniziare a lavorare una LiPo è rodarla, ossia farla volare cercando di essere costanti col gas e per non più di 5 minuti alla volta. A questo punto si atterra, si stacca la batteria, la si lascia raffreddare per qualche minuto e poi si mette in carica SOLO ED ESCLUSIVAMENTE col suo caricabatterie o bilanciatore, se la batteria è a più celle. Fatti 5-6 voli aumentiamo gradualmente il tempo ma attenzione: appena vediamo che il nostro elicottero comincia a perdere potenza o faticare ad alzarsi quello è il momento di spegnere, lasciar raffreddare e ricaricare la batteria. Queste semplici regole valgono per qualunque batteria di qualunque potenza essa sia e per qualunque elicottero!

Nel prossimo capito tratteremo le prime manovre e cosa fare in caso di crash...:)

A presto!

meko 28-01-12 12:09 PM

Continua cosi ;)

pvtjocker 29-01-12 09:49 PM

Quote:

Originariamente inviata da meko (Messaggio 967943)
Continua cosi ;)

Grazie per il costante sostegno, meko...:)

pvtjocker 23-02-12 06:04 PM

Piccola guida all'elimodellismo
 
...intanto scusatemi tutti per la lunga "pausa": ho avuto un mese molto intenso dal punto di vista elicotteristico: quasi finito l'AS 350, ripreso il mio vecchissimo MD 500E che ho rimesso in ordine di volo e che presto vedrà una nuova livrea e ho recuperato anche il mio buon vecchio 450 PRO che invece ha goduto di un bel restyling non solo estetico..:)

CAP 5: PRIME MANOVRE E CRASH

Bene! Torniamo a noi...
Vi ho lasciato l'ultima volta con la messa a punto e il rodaggio della batteria, vedremo ora cosa possiamo fare con il nostro coassialino una volta che ci avremo preso la mano.

L'autostabilità propria del coassiale ci viene in aiuto perché non dovremo preoccuparci troppo di "tenerlo". Questo ci fa prendere subito una certa confidenza col volo e dopo esserci resi conto di come reagisce ai comandi faremo un pò di traslato semplice per capire quanto velocemente si muove nelle varie direzioni, che inerzia ha (il peso della macchina produce un effetto di "prolungamento" delle manovre anche una volta lasciati i comandi...e questo vale per tutti gli elicotteri in modo direttamente proporzionale al loro peso), con quanta precisione esegue i comandi impartiti: guardando l'elicottero da dietro eseguiremo una traslazione in avanti col comando dell'elevatore portando il relativo stick in avanti con delicatezza. Arrivati un pò prima del punto che si è deciso di "toccare" con l'elicottero inziamo a rilasciare altrettanto delicatamente lo stick dell'elevatore e osserviamo quanto tempo ci mette a fermarsi; a questo punto, nello stesso modo, facciamo tornare indietro l'elicottero riportandolo al punto di partenza da cui eseguiremo, sempre nella stessa maniera, una translazione a destra e sinistra adoperando lo stick degli alettoni. Ora viene una parte non proprio facilissima, che richiede che l'elicottero sia ben trimmato e che lo spazio intorno a noi non abbia ostacoli: dopo aver tentato una rotazione da fermo di 90° a destra e sinistra (ossia, elicottero visto da dietro, rotazione a destra e sinistra fino a vedere l'elicottero di fianco) eseguiremo una rotazione di 180° prima a destra e poi a sinistra, ossia...ci mettiamo l'elicottero "di muso".
La difficoltà qual è? E' nel dover invertire i comandi o meglio..la nostra percezione di essi: guardando l'elicottero di muso infatti noi vediamo lo stesso, ad esempio, traslare a destra, ed istintivamente tenderemo a dare il comando contrario con gli alettoni...In realtà l'elicottero sta traslando alla SUA sinistra e quindi dovremo forzarci di dare il comando esattamente nella direzione in cui pensiamo che stia andando a schiantarsi! E' meglio eseguire questo esercizio tenendo l'elicottero basso...infatti l'inversione vale anche per il comando cabra/picchia quindi rischiamo di darci l'elicottero in faccia...

Presa confidenza con i movimenti di base...bè, non c'è molto altro da aggiungere, possiamo infatti cominciare con il volo in circolo, l'8 o qualunque altra manovra che ci viene in mente che si ottiene con la combinazione dei vari comandi...sempre però tenendo presenti i limiti del nostro coassiale, due per la precisione: le virate strette e veloci in generale e più in particolare quelle a sinistra: queste ultime sono "affette" da un calo di portanza dovuto al fatto che quando diamo timone a sinistra il rotore inferiore cala i giri, provocando sì la rotazione a destra dell'elicottero per alterazione dell'equilibrio di coppia tra i due rotori ma anche appunto una diminuzione della spinta complessiva degli stessi. Questo effetto è particolarmente evidente quando combiniamo il timone con gli alettoni e l'elevatore per ottenere una virata stretta: la cosa migliore da fare è intanto non esagerare ed eseguire le manovre sempre con delicatezza (anche se è facile farsi prendere la mano) e poi compensare la "caduta" dando un filo di gas in più durante la manovra.
Per quanto riguarda le virate strette e veloci ma in generale le manovre troppo repentine, il problema è quello del "blade striking" ossia il rotore superiore che si inclina a tal punto da scontrarsi con quello inferiore provocando la caduta dell'elicottero. E' un problema dovuto alla lunghezza dell'albero del rotore superiore che non è sufficentemente alto e si può risolvere montando un albero più lungo, generalmente venduto come upgrade.

Questo ci porta ad affrontare il crash: la temutissima perdita di controllo dell'elicottero con conseguente, ineluttabile caduta dello stesso. Anche se in quella frazione di secondo stiamo pensando che l'elicottero sia spacciato e già ci scorre davanti agli occhi la lista dei ricambi da andare a comprare c'è ancora qualcosa che possiamo fare: CHIUDERE IL GAS IMMEDIATAMENTE, appena ci rendiamo conto di aver perso il controllo, senza tentare manovre di recupero. Sembra una follia eppure, almeno per quella che è la mia esperienza, è l'unica manovra sensata da fare: la caduta, ripeto, difficilmente è recuperabile e chiudere il gas, eliminando quindi la forza impressa agli organi meccanici dai motori, ci permetterà di salvare gran parte della meccanica dell'elicottero, limitando i danni alle sole pale ed alla flybar (se c'è)...magari al carrello se cade male..ma salveremo le corone, i motori (che ci mettono poco ad andare in fumo se in qualche modo la rotazione è impedita), gli alberi (a meno che non sia una caduta veramente rovinosa) e, se siamo fortunati, anche i giunti e le pinze portapala se sono in plastica (materiale che sostiene meglio un certo tipo di impatto rispetto all'alluminio). Un utilissimo upgrade per i coassiali, almeno per i classici con rotori da 340 mm, sono le pale anticrash, che ormai si trovano abbastanza facilmente e che sono effettivamente indistruttibili in quanto più spesse e più elastiche delle pale generalmente montate in fabbrica.

Bene, si conclude quì la prima parte di questa guida, dedicata ai primi passi che si devono muovere per entrare nel mondo dell'elimodellismo; la seconda parte riguarderà gli elimodelli a 6 canali dopo una breve finestra sui monorotore a 4 canali.
Non me ne abbiano i fan di questa classe di modelli, a cui per altro non voglio togliere nulla in termini di importanza, ma data la similarità dei concetti di base tra i passo-fisso e i coassiali penso sia meglio concentrarsi solo sulle specificità di questa categoria.

A presto!

pvtjocker 24-02-12 07:26 PM

Piccola guida all'elimodellismo. Parte seconda - elicotteri a passo variabile
 
Come preannunciato, in questa seconda parte, dopo uno sguardo veloce ai modelli monorotore a passo fisso, inizieremo a conoscere nel dettaglio gli elicotteri a 6 canali o, se preferite, a passo variabile. Ma andiamo con ordine...

CAP 0: ELICOTTERI A PASSO FISSO

Come abbiamo visto all'inizio della prima parte, si tratta di una categoria di elicotteri a metà tra i coassiali, con cui condividono i concetti fondamentali del rotore (architettura relativamente semplice, pale sagomate in modo da ottenere portanza solo con l'aumento dei giri del motore), avionica integrata nella maggior parte dei casi, 4 canali, capacità di volo relativamente limitate, e i modelli appunto a passo variabile, con cui invece hanno in comune l'architettura generale (un rotore principale e un rotore di coda) e quindi un'instabilità intrinseca più accentuata il ché si traduce in una maggior agilità nelle manovre e in un volo in generale più brillante rispetto al coassiale rimanendo però più facili da controllare, gestire e manutenere rispetto ai più complessi elicotteri a passo variabile.

Le fasi preparatorie al volo di questo tipo di macchine sono le stesse di quelle viste per i coassiali (capitoli 2 e 3 della prima parte) ma, se già andavano fatte con attenzione sul coassiale, su questa categoria vanno fatte con ancor più cura: infatti il primo impatto che avremo portando in volo questo tipo di elicottero subito dopo aver fatto la mano coi coassiali sarà quello di...un'anguilla che ci sguscia tra le mani ed è presto spiegato il perché: un solo rotore, un solo motore ma ben più potente di quelli dei coassiali, un piccolo rotore di coda. La spinta dell'aria verso il basso è più forte e molto meno bilanciata rispetto al coassiale e il piccolo rotore di coda non agisce vettorialmente annullando la coppia del rotore principale come nel coassiale ma solo aerodinamicamente spingendo aria nella direzione opposta a quella in cui tente a girare il corpo dell'elicottero per effetto della coppia impressa dal rotore.
Inoltre il singolo rotore principale produce un effetto aerodinamico (che ora sarebbe lungo da spiegare in dettaglio) per cui il corpo dell'elicottero tenderà a stare leggermente inclinato verso destra..e quindi a traslare in quella direzione...Va da sè che qualunque sbilanciamento dovuto magari alla batteria messa male a ad un non perfetto trimmaggio non farà che peggiorare la situazione.

Altra cosa importante è NON accostarsi a questi modelli con l'eccesso di sicurezza dovuto all'esperienza con il coassiale: non volano allo stesso modo. Ora, messa così sembra che i poveri elicotteri a passo fisso siano una specie di mostri ingovernabili...non è così ovviamente...basta solo saperli prendere e avvicinarcisi col dovuto...rispetto..:)

Questo discorso ci porta direttamente al primo volo, ricordando che a differenza meccanica corrisponde differente performance. Sarà quindi opportuno, prima di affrontare il battesimo dell'aria del nostro nuovo "passo fisso" (che per brevità d'ora in avanti chiamerò FP, dall'inglese fixed pitch), acquistare un pò di ricambi quali: pale, corone, alberi principali, rotore di coda (o palini se il nostro FP è dotato di coda a passo variabile) e un paio di carrelli (archi e pattini).
Un altro accessorio da prendere seriamente in considerazione è il Training Kit, un semplice accessorio composto da 4 stecchette di carbonio, 4 palline di spugna delle dimensioni di una pallina da ping pong da infilare alle estremità di ciascuna stecchetta e da un giunto in plastica in cui infilare le stesse 4 stecchette: questo "coso" si posiziona sotto la pancia dell'elicottero in modo che le stecche poggino al di SOPRA dei pattini e non il contrario (in pratica l'elicottero che poggia sul training kit) per la semplicissima ragione che le stecche in carbonio sono piuttosto elastiche e con il peso dell'intero elicottero sopra il training kit si trasformebbe in una "molla" che in caso di atterraggio pesante potrebbe far cappottare l'elicottero con gli effetti che ben immaginate...peggio ancora le stecche potrebbero spezzarsi e finire contro il rotore...
Ma a che serve in effetti il training kit? Nella sua semplicità questo accessorio è forse il miglior amico di un pilota principiante autodidatta (io stesso lo uso ancora quando devo collaudare qualcuno dei miei...esperimenti): previene i cappottamenti in fase di decollo e atterraggio, ammortizza gli atterraggi pesanti (entro certi limiti, chiaramente), evita che il rotore vada a sbattere contro un ostacolo (un muretto, ad esempio, o comunque qualcosa di larghezza almeno pari alla distanza tra due palline) in quanto generalmente più largo del rotore, essendo un peso in più sotto all'elicottero ne abbassa il baricentro e ce lo rende più facile da governare (roba di poco ma comunque apprezzabile...) e, ultimo ma non meno importante, migliora la visibilità dell'elicottero se stiamo volando all'aperto riducendo quindi la possibilità di errori di manovra dovuti ad un'errata percezione della posizione dell'elicottero nello spazio...capita più spesso di quanto si può pensare ed è il motivo per cui le capottine sono spesso dipinte di colori sgargianti.

Siamo nel nostro spazio di volo, abbiamo fatto i controlli prevolo (gli stessi descritti nei capitoli 2 e 3 della prima parte della guida), assicurato il training kit ai pattini (mi raccomando: deve rispettare quanto più possibile il bilanciamento della macchina) e siamo pronti al battesimo dell'aria! Diamo gas con delicatezza ma decisione cercando di mantenere dritto l'elicottero durante l'ascesa con tocchi sempre delicati sugli stick e portiamo l'elicottero a circa un metro e mezzo di quota...abbiamo sicuramente già avuto modo di renderci conto di quanto l'FP sia più agile e svelto nelle reazioni rispetto al nostro buon vecchio coassiale e quì ci vuole una precisazione: è vero che ho detto che bisogna evitare di strafare...questo non vuol dire però aver paura: nel portare e mantenere in hovering il nostro FP dobbiamo sì essere delicati ma anche sciolti...la paura di sbagliare porta ad essere rigidi e a "recuperare" un eventuale errore in maniera troppo drastica..se la cosa non crea grossi problemi ai comandi di un coassiale si rivelerà invece fatale pilotando un monorotore di qualsiasi genere. Tenteremo le stesse manovre che ho descritto nel capitolo 5 della prima parte, ne più e ne meno, per prendere bene confidenza con le reazioni dell'elicottero...compreso il girare l'elicottero di muso tenendo presente che, se il coassiale ci aiutava rimanendo stabilmente in aria, il nostro FP non si comporterà così. Ci prenderemo perciò il tempo che ci serve, senza fretta e affrontando le nuove difficoltà una alla volta. Quando riuscermo in quest'ultima manovra la strada che dovremo affrontare nel pilotaggio di un 6 canali sarà per lo più tutta in discesa..:)

A presto...e come sempre commenti, domande, precisazioni, critiche costruttive...insomma qualsiasi contributo sarà più che ben accolto!

pvtjocker 01-03-12 01:30 PM

Piccola guida all'elimodellismo. Parte seconda - elicotteri a passo variabile
 
Comincio con lo scusarmi con tutti quelli che stanno seguendo questa guida: questo capitolo era già stato scritto e postato un paio di giorni fa ma non so per quale ragione (sicuramente errore mio) non è stato inserito...

CAP 1: L'ELICOTTERO A PASSO VARIABILE


Cominciamo oggi ad "esplorare" il punto più alto della scala evolutiva dell'elimodellismo: l'elicottero a passo variabile. Cosa vuol dire intanto "passo variabile": indica la possibilità, mediante opportuni meccanismi, di aumentare o diminuire l'inclinazione delle pale del rotore rispetto alla linea orizzontale. Questa possibilità non solo permette un controllo decisamente più fine della macchina ma anche una totale personalizzazione delle reazioni della stessa e, ultimo ma non meno importante, permette il volo acrobatico: infatti non solo le pale possono essere iniclinate "positivamente" (cioè verso il basso per aumentare o diminuire la spinta verso l'alto) ma anche "negativamente" permettendo quindi il volo rovesciato e di conseguenza quello acrobatico.

CLASSI DI ELICOTTERI:
prima di affrontare nel dettaglio le meraviglie meccaniche ed elettroniche che stanno dietro ai "6 canali" facciamo una panoramica sulle classi in cui generalmente rientrano questo tipo di elicotteri. Intanto cosa indica la classe: è un numero (250, 450, 500, 600 etc.) che si riferisce alle dimensioni dell'elicottero stesso o alla lunghezza di una singola pala di quel dato modello. Prendendo ad esempio il T-Rex, la Align con "450" indica in millimetri la distanza (o un range di distanze) tra albero del rotore principale e quello del rotore di coda. La Thunder Tiger per il suo Mini Titan (pari classe del T-Rex 450) usa invece la lunghezza della pala tipica per questa classe: 325 (sempre millimetri). Ma attenzione, non è una regola fissa, ogni marca ha la sua notazione e spesso, nell'ambito della stessa casa, questa varia da modello a modello: ad esempio, nel T-Rex 600 il numero indica la lunghezza della pale mentre nel caso del T-Rex 500, che usa pale da 425 mm, la distanza tra albero principale ed albero di coda è di quasi 60 cm; vista quindi la difficoltà di far combaciare le varie notazioni mi limiterò a descrivere le classi più comuni facendo qualche esempio:

Submicro: sono i piccoli e pestiferi 6 canali del tipo del Walkera 4G6, Solo Pro 180D e simili. Sono macchine rivolte a piloti molto esperti per via del fatto che peso-piuma e ridottissime dimensioni, uniti ai potenti motori li rendono particolarmente reattivi e veloci

Classe 200/250: siamo ancora nell'area dei submicro e si tratta di versioni in scala ridotta di elicotteri di classe superiore di cui riprendono la maggior parte delle soluzioni tecniche. I modelli di riferimento di questa classe sono il Gaui 200 e il suo clone ELE Firefox 200 (classico esempio di "plasticone" che costa poca ma vola bene...ne ho uno) e il T-Rex 250. Come sopra, si tratta di macchine per piloti esperti ma, avendo la possilità di personalizzare la dotazione elettronica, se debitamente messi a punto da un esperto possono essere pilotati anche da chi abbia già solo un minimo di confidenza con gli elicotteri monorotore.

Classe 300: la classe entry level per i 6 canali, a metà tra "giocattolo" ed elimodello vero e proprio. Vi appartengono il glorioso e ormai fuori produzione Esky Honey Bee CP2 e l'attuale E-Flite Blade SR, per fare due esempi. Sono elicotteri caratterizzati dall'essere venduti per lo più come pronti al volo, già montati e completi di tutto, e da una notevole semplicità tecnica, accentuata dal rotore di coda a passo fisso mosso da un motore elettrico e da una centralina integrata come quella dei 4 canali (ricevente, gyro, ESC e mixer motori tutti in un unico apparato). La difficoltà di pilotaggio è la stessa di tutti i modelli a 6 canali ma l'essere così semplici nella struttura risparmia parecchie grane a chi sta cominciando.

Classe 400: si tratta di elimodelli a tutti gli effetti, con possibilità di personalizzazione della meccanica e dell'elettronica, un vero rotore di coda a passo variabile e tutte le soluzioni tecniche adottate normalmente sugli elicotteri a 6 canali. Esky Honey Bee King 3 e 4, Walkera Creata 400 e Hiko 400 sono un esempio di questa classe di macchine...e come non citare il mitico Honey Bee King 2, che per tanto tempo è stato sulla cresta dell'onda meritandosi una serie completa di upgrades e una notevole quantità di estimatori in tutto il mondo, e quello che credo sia stato il padre di tutti gli elicotteri classe 400: il Graupner Microstar 400/Protech Zoom 400 (lo stesso elicottero distribuito con marchi differenti).

Classe 450: ...la mia classe preferita! A mio avviso il miglior compromesso tra prestazioni, economia di esercizio, praticità (sono ancora di dimensioni facilmente gestibili) e versatilità: con un 450 si può fare sia un mostro da acrobazia che una base per una riproduzione. La scelta di motori, ESC e servomotori è ampissima e ce n'è per tutte le tasche e per tutte le esigenze. Esempi di questa classe sono l'arcinota serie T-Rex 450 della Align, il Mini Titan E325 della Thunder Tiger, il KDS 450SV, lo Storm 450...potrei citarne a decine ed ognuno di essi ha almeno un clone...

Classe 500: aumentano le dimensioni. Con quasi un metro di rotore e pesi in ordine di volo dai 1700 gr. in su, le macchine di classe 500 sono capaci di essere sia estremamente prestanti in acrobazia che molto tranquille e facili da montare e pilotare! Le dimensioni del telaio permettono infatti di installare i vari componenti senza dover smontare tutto (nel caso dei modelli venduti come premontati all'80%) e il peso elevato li rende molto stabili in tutte le condizioni, quindi, volendo, adatti a chi si sta avvicinando ai 6 canali più spinti. Per contro hanno bisogno di motori molto potenti e di servi di qualità: l'elettronica deve essere assolutamente affidabile (quindi costosa) perché con un bestione di quasi un metro di rotore non ci si può permettere di scherzare. La grande potenza dei motori li rende validi sia per l'acrobazia estrema che per la riproduzione, dove bisogna sostenere anche il maggior peso dovuto alla fusoliera. Esempi di questa classe sono: ovviamente il T-Rex 500 e il suo clone CopterX CX500 SE, i Gaui Hurricane 425 e l'X4, l'MSH Protos 500 (molto interessante per alcuni soluzioni tecniche adottate nella trasmissione), solo per citarne alcuni.


Classe 600/700: ancora più grandi, ancora più potenti! Queste macchine sono veramente enormi e molti modelli di questa classe hanno un omologo con motore a scoppio o addirittura dei kit di conversione per passare da elettrico a scoppio e viceversa. Usano motori potentissimi, in grado di erogare migliaia di Watt e vanno con batterie anche oltre le 12 celle! Il volo acrobatico con queste macchine lascia a bocca aperta non tanto per la velocità nei cambi di direzione (di cui sono specialisti i 450) quanto per la precisione il..."vigore" con cui affrontano le manovre. In queste due classi rientrano: i "soliti" T-Rex 600 e 700, i Mikado LOGO 600 e 800, la serie Innova della KDS e il nuovissimo SAB Goblin 700...cercate alcuni video di questi modelli e capirete cosa intento per "precisione e vigore"..:)

pvtjocker 07-03-12 05:03 PM

Piccola guida all'elimodellismo. Parte seconda - elicotteri a passo variabile
 
CAP 2: SCEGLIAMO IL NOSTRO ELICOTTERO

Ben lungi dal voler dare indicazioni "obbligatorie", in questo capitolo affronterò con voi quello che, secondo il mio parere, dovrebbe essere il percorso per scegliere il nostro modello.

Cominciamo con la classe di appartenenza dell'elicottero: abbiamo già visto una panoramica di quelle più diffuse e abbiamo colto due cose importanti: più un elicottero è di grandi dimensioni, più questo sarà stabile in volo; più l'elicottero è grande, più alti saranno i costi d'acquisto e manutenzione: motori, servi, ESC e batterie dovranno essere adeguati alle dimensioni del modello non solo come prestazioni ma anche come affidabilità...due cose che non vanno d'accordo con la parola "risparmio".

Beninteso: il punto non è comprare robaccia per risparmiare: per la natura stessa dell'elicottero questo equivale sempre a fare il botto...o peggio. Il punto è invece scegliere una classe che offra la più ampia gamma possibile di modelli e componentistica con vari rapporti qualità/prezzo il ché ci porta alla classe 450...non per l'amore che ho per questa particolare categoria ma per i motivi per cui la amo: un miriade di modelli e pezzi da combinare nei modi più assurdi e il buon compromesso tra stabilità in volo e dimensioni!

Vorrei a questo punto sfatare un mito: non è detto che l'elicottero più costoso sia necessariamente il migliore...o meglio: la scelta migliore per noi. A maggior prezzo il più delle volte corrisponde una macchina più performante...al di fuori di quelle che sono le nostre capacità. Occhio quindi a cosa ci propone il negoziante..:)

Quale modello?
La grande varietà di modelli ci costringe ad una scelta. Lasciando stare l'estetica, il modo migliore per scegliere è informarsi. Bene o male, almeno finché si tratta di hovering e volato, i 450 sono abbastanza simili tra loro...ci può essere il modello più stabile o quello più sciolto (il ché dipende molto dalla posizione del centro di gravità: più basso o più alto) ma generalmente, con una buona messa a punto, si possono ottenere prestazioni simili da tutti i modelli. Quello su cui dovremo concentrarci sarà dunque la disponibilità di ricambi per quel dato modello, la sua compatibilità con parti di cloni (dopo vedremo perché) e, optassimo per un kit, la facilità di assemblaggio e messa a punto. Informarsi è la cosa migliore: chiedere un parere a chi magari ha avuto modo di provare più di un modello...un esempio: il 450 PRO, che montato vola magnificamente, ha un "difetto": i servomotori vanno settati e provati prima dell'assemblaggio finale perché dopo non è più possibile raggiungere le viti delle squadrette. Un errore ci costringerà a smontare quasi tutto l'elicottero...non proprio il massimo se non abbiamo molta dimestichezza con le regolazioni dei servomotori e se soprattutto non sappiamo ancora come vola quella macchina...

Di marca o clone?
Una delle questioni più annose dell'elimodellismo..Indubbiamente la "marca" può essere garanzia di qualità dei materiali, dell'assemblaggio e delle rifiniture ma altrettanto indubbiamente esistono cloni che, se da un lato vanno a risparmio (qualche rifinitura in meno, capottine in plastica anziché fibra di vetro, scatole completamente bianche, manuali solo da scaricare dalla Rete o del tutto assenti, poco male, basta reperire il manuale dell'originale...) dall'altro possono offrire tranquillamente quanto, se non di più, offerto da un modello identico di marca come ad esempio parti in alluminio che nell'originale sono in plastica. Generalizzando quindi, rivolgersi al clone significa rinunciare a tante "coccole" che il prodotto di marca ci offre a fronte però di un certo risparmio e di una qualità all'altezza delle nostre richieste. Dicevo prima della compatibilità dei ricambi-clone: un buon motivo per cui prendere in considerazione un clone è la possibilità di acquistare un kit da montare e, visto il costo relativamente esiguo, uno o due kit da usare come banca-ricambi. Se invece optiamo per l'elicottero di marca, conoscere almeno un clone che sia di qualità e 100% compatibile ci permette di avere ricambi sempre disponibili senza svenarsi! Sì...ma come facciamo a capire se stiamo comprando un clone di qualità o un autentico bidone forse-volante? Bè, purtroppo non sempre il prezzo è garanzia, la cosa migliore è, anche quì, informarsi: se stiamo effettuando l'acquisto da un negozio in Rete, consultare i commenti al prodotto, fare una ricerca tra forum vari, chiedere a chi è più esperto e...provare. L'acquisto di un kit-clone in un negozio fisico può rivelarsi più complesso, a meno di non entrare sapendo già cosa si vuole...meglio quindi "guardarsi intorno", prendere qualche nome e fare una ricerca in Rete.

Kit o RTF? Ormai molti elicotteri a 6 canali vengono offerti sia in una versione che nell'altra...personalmente sono per il kit, personalizzato poi secondo le esigenze che ho. Non che abbia nulla contro un 450 RTF ma comprandolo dobbiamo accontentarci di quello che c'è montato sopra, senza essere del tutto consapevoli delle caratteristiche, delle prestazioni e della qualità dei componenti montati, tre aspetti da non sottovalutare considerato che stiamo cominciando. Si potrebbe obbiettare che almeno in questo modo ci risparmiamo di montarlo: vero in parte: montare il nostro elicottero ci permette di capire tanto del suo funzionamento...un pò romanticamente aggiungo anche che è un ottimo modo di affezionarsi a qualcosa che abbiamo messo insieme con le nostre mani e che di sicuro conosceremo meglio rispetto ad uno comprato già bell'e fatto. Un ultima considerazione: il modello RTF, come nel caso degli elicotteri a 4 canali, è pronto al volo solo nel senso che è già montato con più o meno tutto quello che serve, il modello andrà comunque messo a punto prima di essere portato in volo...cosa che si rivelerà più semplice se già sappiamo esattamente cosa c'è montato sopra...:)

Nel prossimo capitolo vedremo cosa dovremo comprare e come scegliere i componenti con cui equipaggeremo il nostro elicottero...nel frattempo vi rinnovo l'invito a commentare, criticare, chiedere..:)

A presto!

pvtjocker 09-03-12 04:35 PM

Piccola guida all'elimodellismo. Parte seconda - elicotteri a passo variabile
 
CAP 3: Equipaggiamo il nostro 450

Se con gli RTF a 4 canali avevamo tutto già pronto e installato quì dovremo fare da soli...vediamo cosa serve e come è fatto, partendo dal presupposto che stiamo cominciando e che quindi ci serviranno parti adatte a "farci la mano".

Motore: ormai i motori brushless dominano il mercato. Sono motori potenti, economici, consumano poco e rendono tanto. La loro struttura, come indica il nome, non prevede le spazzole (dei carboncini che trasmettono la corrente al rotore del motore) ma si basa su un altro principio, cito Wikipedia: "La commutazione della corrente circolante negli avvolgimenti, infatti, non avviene più per via meccanica (tramite i contatti striscianti), ma elettronicamente. Ciò comporta una minore resistenza meccanica, elimina la possibilità che si formino scintille al crescere della velocità di rotazione, e riduce notevolmente la necessità di manutenzione periodica." Manutenzione che nel caso di motori particolarmente prestanti prevede la possibilità di ingrassare o sostituire i cuscinetti a sfera e l'albero principale...ma che nel caso di motori più vicini alle esigenze di un principiante si riduce quasi totalmente a 0. Per i nostri scopi servirà un motore, specifico per elicotteri, con velocità comprese tra i 2800 e i 3800 Kv (ossia giri per volt richiesti), il più gettonato è il classico 3500 Kv che offre un buon compromesso tra coppia (il "tiro" del motore, necessario per gestire efficacemente lo sforzo provocato dal rotore principale) e velocità ed è valido per tutto, dall'allenamento al 3D leggero. Sono motori che si riconoscono per la forma cilindrica con dimensioni intorno ai 28 mm di diametro per circa 35 di lunghezza. Il motore necessiterà di un pignone che trasmetta il moto alla corona e quì dobbiamo fare attenzione di comprare un pignone con un foro di diametro pari a quello dell'albero del motore. Anche se spesso e volentieri troviamo il pignone come accessorio del motore che abbiamo comprato è bene sapere che di norma i motori classe 450 hanno un albero di 3,17 mm di diametro ma che possono esistere anche con albero da 3 mm...quindi attenzione!

ESC: è un acronimo che sta per Electronic Speed Controller ed è la centralina di controllo del motore brushless. La scelta dovrà ricadere su un ESC da 30 a 45 Amp, valore che indica la corrente che lo stesso è in grado di sopportare continuamente, seguito da un altro valore di picco sempre in Ampére sostenuti per un tempo limitato...generalmente un 35A sarà più che sufficiente. In commercio troviamo ESC per tutte le tasche e generalmente ad un prezzo maggiore corrispondono non solo miglior qualità dei componenti ma anche maggior quantità di opzioni programmabili (anche se come al solito non è una regola fissa: si possono avere buoni ESC spendendo meno di 40 €): il prezzo di ESC programmabile (più avanti vedremo anche questo discorso) di media qualità si attesta tra i 25 e 45 €.

Servomotori: ne serviranno 4, tre per il piatto oscillante ed uno per la coda. Come abbiamo imparato con i 4 canali, i servomotori, più brevemente servi, sono gli attuatori dei nostri comandi e conoscere le loro caratteristiche è importantissimo in quanto definiscono molto del comportamento in volo del nostro "insettone". Lo standard per il piatto oscillante dei 450 è rappresentato dai "9 grammi" (il peso del servo cavetto escluso) ai "12 grammi" (tenendo presenti le misure delle sedi sul telaio dell'elicottero) mentre per la coda si sta diffondendo sempre di più l'uso dei grossi servi da "25 Gr.", introdotti su questa classe dal 450 PRO, che essendo più grossi sostengono meglio gli sforzi imposti dal volo 3D...nessuno ci vieta di montarli anche se non dobbiamo fare volo acrobatico: hanno il pregio di essere anche più fluidi rispetto ai "9 Gr.".
9, 12 o 25 gr., digitali o analogici, con ingranaggio in nylon o metallo, il mercato offre una quantità veramente immensa di questi aggeggini importantissimi, con prezzi dagli 8 agli oltre 80 € al pezzo. Noi possiamo spendere diciamo 10/20 € massimo per servo, non ci servono prestazioni strabilianti...l'importante è che il servo sia affidabile! Due valori da tenere molto in considerazione sono la coppia, espressa in Kg/cm, e la velocità del servo, che invece si basa sul tempo impiegato a compiere una rotazione di 60°, sec/60°, appunto. Avremo bisogno, per il piatto oscillante, di servi con una coppia compresa tra gli 1,8 e 2,5 Kg/cm e una velocità tra gli 0,12 e 0,10 sec/60°, possibilmente digitali (sono più precisi) ma anche analogici vanno bene. Ingranaggio in metallo o in nylon per il momento non è importante...Discorso leggermente diverso per il servo di coda: generalmente è richiesta una maggior velocità (tra gli 0,09 e gli 0,07 sec/60°) e, contando su un giroscopio di qualità, che sia digitale; non è vietato l'uso di un servo analogo a quelli montati sul piatto oscillante ma scegliere da subito un buon servo tagliato apposta per la coda, magari appunto da 25 Gr., ci permetterà di avere un controllo ottimale della coda stessa e potremo poi passarlo, sempre che sopravviva, su un modello più spinto che compreremo finito "l'addestramento".

Giroscopio:
...o più brevemente gyro. Essendo fondamentale per manovrare decentemente l'elicottero deve essere assolutamente di qualità! Se accoppiato con un buon servo di coda sarà il nostro miglior amico perché non c'è niente di peggio che tentare di governare un elicottero con la coda che se ne va ovunque tranne che dove vogliamo noi! Sarà quindi cosa buona comprarne uno buono da subito, del tipo AVCS (poi vedremo cos'è e come si setta questo tipo di giroscopio), di modo che, come il servo di coda, ci segua anche sui prossimi elicotteri che monteremo. Anche quì, l'offerta del mercato è ricca e se non ci si vuole rivolgere al grande marchio si può scegliere tra alcuni giroscopi economici ma validi come, ad esempio, l'Assan GA250. In alternativa si può vedere di rimediare un gyro di marca usato...ma è ovvio che, essendo un'apparecchiatura particolarmente delicata, dobbiamo stare molto attenti a cosa compriamo. E' importante dire che esistono vari tipi di gyro AVCS che si distinguono per il tipo di sensore adottato: piezoelettrico, il tipo più obsoleto e complesso da gestire..ma che fa il suo dovere; S.M.M che sta per sylicon micro machine, il tipo di sensore adottato sull'ancora valido e richiesto Futaba GY 401 e che a parità di complessità di gestione offre un controllo decisamente al di sopra di qualunque giroscopio piezo in circolazione; MEMS che sta per micro electro-mechanical system, una diavoleria nanotecnologica estramamente precisa ed economica che ritroviamo anche nei sensori accelerometrici dei nostri smartphones e che equipaggia modelli di pregio come il Futaba GY 520 ma anche economici come l'Assan di cui sopra (il fatto di costare meno dipende dalle pochissime opzioni su cui si può smanettare..cosa che però ha i suoi perché) e soprattutto molti degli ultimi giroscopi a 3 assi...

Radiocomando:
...e quì ci troviamo di fronte ad una scelta ardua: prendiamo un radiocomando semplice ed economico o ci buttiamo subito si qualcosa di altamente performante che rimarrà poi nel tempo? Analizziamo razionalmente il problema: un radiocomando economico e programmabile costa intorno ai 50 € (parlo della famosa T6 e dei suoi 1000 cloni), ha tutto quello che serve ad un elimodellista che si sta avvicinando ai modelli a passo variabile e in generale fa il suo dovere senza troppi problemi..per contro, ad un certo punto, la mancanza di alcune opzioni si rivelerà limitante. Un radiocomando più performante ci offre da subito tante interessanti opzioni...che però all'inizio ci sembreranno arabo e che soprattutto non ci servono..per contro, una volta spesi i soldi saremo più o meno a posto. Che fare dunque? Nell'ottica di farlo durare circa un anno, tempo in cui avremo ammortizzato ampiamente il suo già esiguo costo e in cui ci dovremmo essere abbastanza impratichiti da poter puntare più in alto, potremo intanto accontentarci di una radio economica, la T6 per l'appunto (cercate su google T6config e capirete di che radio sto parlando...l'avrete sicuramente già vista) che offre una gamma sufficiente di opzioni e funzionalità da settare via PC e non si comporta affatto male (io stesso ancora ne uso una ovviamente modificata, sennò non sarei io...:D) potrebbe essere una scelta più che valida. In ogni caso è importante che: il radiocomando che sceglierete sia specifico per elicotteri CCPM o che abbia la possibilità di essere programmata per essi; abbia la ricevente compresa nel pacchetto; ci siano almeno due interruttori e due manopole programmabili (vedremo poi per cosa usarli); che abbia la possibilità di settare curve (il rapporto tra posizione dello stick del gas, passo delle pale e giri del motore), Dual Rate (o D/R, un sistema che permette di cambiare la risposta dei servi in modo che siano più o meno reattivi) e sensibilità del gyro dalla trasmittente.

Batterie e caricabatterie: 3 celle LiPo, capacità tra i 1800 e i 2500 mAh per non andare troppo su col peso, scarica continua minima di 25C. Ecco la carta d'identità delle batterie che ci servono. La batteria è un componente importantissimo di un elicottero e non va mai sottovalutato, anzi...va scelto con cura e attenzione non solo per i numeri ma per la qualità delle celle e con altrettante cure e attenzioni va rodato, usato e ricaricato. Una buona batteria con quei parametri non può costare meno di una 30ina d'euro. A proposito di parametri e molto brevemente: il valore indicato con i mAh, lo ricordo, si riferisce alla capacità della batteria...quanto dura, per farla breve. Non conosco le formule con cui si calcolano i tempi a partire dalla capacità, quindi mi baso sull'esperienza e posso dire che una 3s (il numero di celle) da 2200mAh con calmeno 25 C di scarica dura più o meno 7-8 minuti in volato (che, se non si gioca troppo col gas, non richiede molto sforzo alla batteria). La scarica invece è un valore che indica, in maniera inversamente proporzionale, la resistenza interna della batteria e che possiamo considerare come la "forza della batteria", in pratica: a parità di assorbimento del sistema la batteria con un valore di scarica più alto eroga più volt (gli 11,1 volt dichiarati sono la differenza di potenziale minima della cella, la batteria carica infatti ha celle a 4,2V) il ché vuol dire, in soldoni, più giri del motore, cosa che ci porta al rovescio della medaglia: se pensiamo di usare batterie ad alti valori di scarica dobbiamo stare attenti che l'ESC regga la maggior potenza. In generale batterie tra i 25 e 35 C sono più che sufficenti a gestire le richieste medie. Batterie buone meritano un buon caricabatterie, che non deve costare meno di una 60ina di euro. Su quella fascia di prezzo si trova il famoso B6, caricabatterie polifunzionale con tutta una serie di programmi appositi per le celle LiPo..bilanciamento e storage (importante se pensiamo di non usare per parecchio la batteria) compresi...E' un'altra di quelle cose che una volta comprata e comprata bene dura a lungo e si ripaga con l'uso.

Ricambi: come accennavo nel capitolo primo, acquistando un elicottero in kit possiamo prenderne insieme un altro o due. In questo modo avremo TUTTI i pezzi che ci servono disponibili e rapidamente utilizzabili, esempio: abbiamo bisogno di sostituire un componente interno alla testa del rotore, ma ancora non abbiamo la manualità necessaria...cosa facciamo? Sostituiamo l'intero rotore rimandando a quando avremo più pratica la riparazione di quello rotto...o addirittura usarlo per...fare pratica, per smontarlo e vedere com'è fatto dentro. Non c'è niente di meglio che smanettare per capire come funziona una cosa! Se invece vogliamo (o dobbiamo) contenere la spesa iniziale possiamo prendere i singoli ricambi: pale, palini, alberi principali del rotore, alberini trasversali (feathering shaft), corone (solo la ruota dentata più grande in quanto la corona di un 450 è composta di svariate parti che difficilmente si romperanno), tubi di coda e carrello sono le parti più soggette a rompersi in caso di crash.

Attrezzi e accessori: un buon set di chiavi a cacciavite, brugole da 1,5, 2 e 2,5 mm in due o tre esemplari, pinze a becco di varie misure, pinza uniball, forbici, tronchesi, fascette sottili, guaina termorestringente, colla vinilica, colla cianoacrlica (l'attack), frenafiletti (non troppo duro), olio (di tipo denso), lubrificante al silicone (lubrifica gli attriti tra plastica e metallo, lucida e protegge le parti in plastica), nastro isolante in almeno due colori ma di uguale tipo e marca (nel caso dovessimo bilanciarci le pale) un buon saldatore, un calibro di buona fattura e un misuratore di passo...ecco tutto quello che serve. Tutta roba che vale la pena acquistare buona da subito, ci serviranno sempre e devono durare a lungo. Da non dimenticare gli spinotti per la batteria (nel caso in cui non lo avesse), l'ESC e il motore..

Termina quì questo capitolo, nel priossimo vedremo...come mettere insieme tutta questa roba!..:D

pvtjocker 14-03-12 04:38 PM

Piccola guida all'elimodellismo. Parte seconda - elicotteri a passo variabile
 
CAP 4: COSTRUIAMO IL NOSTRO ELICOTTERO - Parte prima

Inizio con una precisazione: ogni elimodello in kit ha (o dovrebbe avere) un suo manuale su cui fare affidamento. Se non c'è cercatelo in rete, per i cloni è abbastanza facile, basta cercare quello dell'originale, perché vi sarà utilissimo se non necessario. Io infatti, più che delle vere istruzioni per montaggio, darò dei consigli e trucchi per risolvere alcune problematiche che si possono incontrare montando i 450 più diffusi in commercio.

Apriamo la scatola:
il momento più bello...sembra di essere tornati bambini la mattina di Natale...cerchiamo però di non farci prendere troppo dall'entusiasmo e facciamo le cose con attenzione. In primis verifichiamo che dentro ci sia tutto: di norma nel manuale è incluso un elenco dei pezzi o delle bustine contenenti gli stessi quindi, di santa pazienza, tiriamo fuori con attenzione le varie bustine, posiamole in ordine sul tavolo da lavoro (che dovrebbe essere bello grande, sgombro e ben illuminato) e confrontiamo il manuale con quello che abbiamo sul tavolo. Va da sè che nel caso dei cloni, se il manuale che abbiamo è quello dell'originale, posso esserci delle differenze...delle mancanze: dettagli come pignoni o prodotti chimici in dotazione all'originale che invece non ci sono nel clone: se una cosa costa meno di una simile c'è un perché, ricordiamocelo prima di andare a protestare dal negoziante..:). E' meglio evitare di aprire subito le bustine perché il rischio di perdersi quella maledetta, insignificante rondella che invece era una parte vitale è alto. Quello che dobbiamo fare invece è vedere subito quanto l'elicottero è premontato: è pratica comunque delle fabbriche (specie di quelle dei cloni) fornire l'elicottero montato per sezioni (il rotore montato, il telaio montato, la coda montata e via dicendo...): se per il rotore e la coda questa è una buona cosa lo è in parte per il telaio in quanto ci faciliterà in un compito molto importante quale il montaggio del motore ma andrà poi completamente smontato per montare come si deve i servi...andiamo con ordine.

Montare il motore: un preliminare importantissimo, dato che da esso dipenderà il buon funzionamento della macchina. Togliamo il motore dalla busta o dalla scatola e applichiamo il pignone (che se non è in dotazione allo stesso lo è quasi sicuramente al kit, troviamolo e richiudiamo immediatamente e con attenzione la bustina). Se osserviamo la parte alta del motore noteremo che ci sono quattro fori per le viti che poi lo fisseranno al telaio: spesso questi fori non sono uguali, ne per dimensioni ne per "interasse" quindi faremo una prova "a secco" posizionando il motore in sede e ruotandolo per vedere quale serie di fori corrisponde alla larghezza di quelli che sono sul montante nel telaio (che non sono circolari ma oblunghi, poi vedremo perché). Trovati i fori che ci interessano dobbiamo occuparci delle viti di fissaggio: spesso sono incluse nella confezione del motore, caso in cui non ci sarà da preoccuparsi. In caso contrario però dovremo trovare quelle incluse nel kit, in genere in una bustina piena di viti di ricambio o in quella in cui si trova il pignone, sperando che siano adatte al nostro motore: le identifichiamo perché sono generalmente corte e grosse...molto di più rispetto alle altre presenti nel kit. Se queste non andranno bene dovremmo fare un salto in ferramenta a procurarci delle viti adatte.
Superato l'eventuale ostacolo montiamo nel telaio il nostro motore tenendo conto anche della posizione dei tre cavetti che poi andranno all'ESC: dovremo trovare un compromesso che ci permetta di montare poi l'ESC stesso in modo tale che i cavetti dell'uno e dell'altro si raggiungano senza difficoltà ed evitando che si venga poi a trovare in una posizione che non gli permette di prendere aria. Messo in posizione il motore NON stringiamo a morte le due viti ma lasciamole in modo che il motore, che però non deve restare lento, possa scorrere in sede: questo ci servirà per trovare il giusto accoppiamento tra pignone e corona che non dovrà essere ne troppo stretto (maggior consumo e surriscaldamento) ne troppo lento (ampio rischio di sgranare la corona alla prima accelerazione): per far questo avremo bisogno del rotore principale e della corona, quel grosso ingranaggio composto di due ruote dentate: se questa è già montata dovrebbe trovarsi in una bustina che contiene anche una rondella di circa 8mm di diametro, una vite e un minuscolo dadino a cui dovremo fare molta molta attenzione. Se invece la corona è da assemblare facciamolo seguendo scrupolosamente le istruzioni del manuale, sempre tenendo da parte e al sicuro rondella, vite e dado. Discorso diverso per il rotore che, se del caso, non dovremo assemblare e ci serviremo del solo albero. Occhio perché l'albero ha una direzione che verificheremo sempre con il manuale. Bene: inseriamo in sede la corona e infiliamo l'albero (o il rotore, se arriva premontato) con molta delicatezza attraversando i grossi cuscinetti dei supporti dello stesso fino ad arrivare al fondo della corona. Non ci staremo per ora a preoccupare di viti e rondelle, dobbiamo solo fare in modo che la corona sia libera di ruotare in entrambe le direzioni. Ora accoppiamo il motore spingedolo verso la corona (il motivo per cui i fori sono oblunghi): ci dovrà essere, tra pignone e corona, un gioco di circa 0,1-0,2 mm che ovviamente è difficile se non impossibile misurare con precisione: dovremo fare in modo che, tenendo fermo il motore con le dita, la corona faccia un minuscolo scattino da un lato e dell'altro se mossa a mano. A questo punto stringiamo definitivamente le viti del motore, facendo attenzione a non perdere l'accoppiamento che abbiamo trovato: come ulteriore verifica faremo passare una strisciolina di cartoncino (presa da un biglietto del treno, ad esempio, il cartoncino migliore per queste prove) tra pignone e corona ruotando quest'ultima in modo che "mangi" la strisciolina di cartoncino stessa: se questa passerà senza intoppi e uscirà dall'ingranaggio con un'incisione a zig-zag ben definita allora avremo avuto successo; se invece l'incisione non è molto profonda o al contrario lo è troppo o addirittura non siamo proprio riusciti a far passare la strisciolina allora l'accoppiamento sarà sbagliato, troppo lento o troppo stretto. Trovata la giusta misura riponiamo la corona e il rotore (o il solo albero) con cura e attenzione.
Una precisazione importante: se il nostro kit arriva totalmente smontato questo paragrafo andrà invertito al successivo nell'ordine di assemblaggio (quindi prima i servomotori poi le saldature degli spinotti di cui sto per parlare, poi il montaggio del motore in sede).

Smontiamo ora il supporto del motore (con il motore attaccato, s'intende) dal telaio (attenzione perché spesso, nei telai premontati, le viti sono serrate strette quindi dovremo scegliere con attenzione il giravite se la vite ha la cava a croce, o una brugola di buona qualità se la vite ha la cava esagonale, pena rovinare la vite) e saldiamo, se necessario, gli spinotti sui cavetti. In genere lo standard è rappresentato da uno spinotto di forma ogivale (si chiamano "bullet", proiettile, non a caso) di 3,5 mm di diametro massimo e di circa 7/9 mm di lunghezza totale, placcati in oro...ma non sono rari altri tipi di spinotto...in ogni caso va da se che, se il nostro ESC li ha già montati, quelli del motore dovranno essere di tipo compatibile, maschi per il motore e femmine per l'ESC. Comunque spesso gli ESC hanno in dotazione sia gli uni che gli altri, in caso contrario il nostro negoziante ci darà una mano. Prepariamo intanto il saldatore collegandolo alla corrente e dandogli una decina di minuti perché si scaldi a dovere. Nel frattempo armiamoci di pinza, che ci aiuterà a sostenere lo spinotto, e di un elastico che, avvolto attorno all'impugnatura della pinza, terrà lo spinotto bloccato nelle ganasce. Guardando con attenzione lo spinotto (mi riferisco al tipo "bullet") noteremo che c'è una cavità, all'interno della quale andrà inserito il capo del cavetto, e un piccolo foro sul "lato" del piccolo cilindro in cui è ricavata la cavità. Noi cosa faremo: inseriamo la punta del saldatore nella cavità e facciamola arroventare per bene, contemporaneamente inseriamo un capo del filo di stagno nel forellino e facciamone fondere una piccola quantità all'interno della cavità, senza togliere il saldatore. Togliamo lo stagno e rapidamente passiamo la punta del saldatore dalla cavità al forellino in modo da poter sciogliere un altro po' di stagno direttamente nella cavità, fin quasi a riempirla. Con la mano libera e senza togliere il saldatore dal forellino prendiamo uno dei cavetti del motore ed inseriamola nella cavità piena di stagno fuso aspettando che il cavetto che teniamo tra le dita si scaldi fin quasi a scottare (per evitare di farci male possiamo tenere il cavetto con una seconda pinza, tenendola a riscaldare per una 10ina di secondi). A questo punto togliamo il saldatore e, tenendo il più possibile immobile il cavetto, aspettiamo che lo stagno solidifichi. Per rendere più sicura la presa del cavetto possiamo arricciarne il capo in modo che, una volta soldificato lo stagno, non abbia più la benché minima possibilità di uscire. Ripetiamo l'operazione per gli altri due cavetti e, una volta raffreddati applichiamo un pezzetto di circa 15/20 mm di lunghezza di termorestringente (4-6 mm di diametro a freddo) infilandola in modo da lasciar scoperto solo il terminale dello spinotto (diciamo 4 mm) e che faremo restringere con l'aiuto di un comune asciugacapelli (meglio evitare accendini o il saldatore stesso). Le operazioni per saldare le femmine sull'ESC sono analoghe tenendo però presente che: a) la termo restringente dovrà coprire l'intera superficie dello spinotto femmina; b) il maggior spessore dei cavetti dell'ESC significa meno stagno nella cavità dello spinotto e più tempo per far scaldare il cavetto dopo l'inserimento nella cavità stessa.
Approfittiamo del saldatore ancora caldo e saldiamo anche lo spinotto di alimentazione: il tipo più comune di spinotto d'alimentazione è il T-Plug ma, se la batteria che abbiamo acquistato già ne monta uno dovremo attenerci a quello a meno di non staccarlo e montarne uno di nostro gusto (meglio evitare): difficilmente gli spinotti sono in dotazione al kit quindi dovremo procurarci anche quelli dal negoziante. Prendendo sempre in esame il T-Plug e la possibilità che anche la batteria sia sprovista di spinotto, la prima cosa da fare è identificare il maschio (quello coi contatti a vista) che va SEMPRE montato sull'ESC (onde evitare che, montato sulla batteria, si creino dei corto-circuiti assai pericolosi in caso di contatto dello spinotto con oggetti metallici). Noi dovremo saldare i capi dei cavetti di alimentazione dell'ESC sulle due linguette più corte, il positivo in rosso su quella in orizzontale e il negativo in nero su quella in verticale (il riferimento è lo spinotto tenuto in verticale): prepariamo le superfici delle linguette grattandone la superficie con una lima sottile, in modo da favorire la presa dello stagno; tagliamo due pezzetti di termorestringente intorno ai 15 mm e inseriamoli sui cavetti; con la pinza cerchiamo di appiattire per quanto possibile il capo del cavetto; tenendo lo spinotto con la pinza bloccata dall'elastico come abbiamo fatto per quelli del motore facciamo scaldare la superficie della linguetta (senza esagerare sennò fonde la plastica) e facciamo fondere una piccola quantità di stagno su di essa; rapidamente prendiamo il cavetto, appoggiamo il capo sulla linguetta stagnata e premiamo con la punta del saldatore; durante il riscaldamento del cavetto cerchiamo di far fondere un pò di stagno nella giunzione tra cavetto e linguetta: quando questo fonderà subito allora il tutto sarà a temperatura; tenendo il cavetto con la seconda pinza togliamo il saldatore e aspettiamo la solidificazione dello stagno; se siamo rapidi e se il diametro della termorestringente è sufficientemente largo da consentire correzioni all'ultimo decimo di secondo possiamo approfittare del calore residuo per coprire subito il contatto e far sigillare la termorestringente...se invece non siamo troppo sicuri aspetteremo che il tutto di freddi e faremo con l'asciugacapelli, pena il dover rifare tutto daccapo se la termorestringente chiude male. Procedura identica per saldare lo spinotto alla batteria: a parte lo stare attenti a non invertire la polarità rispetto all'ESC, l'unica cosa importante da dire è che dovremo togliere i cappuccetti di protezione dei capi dei cavetti uno alla volta e solo quando il primo sarà stato saldato al suo contatto e coperto con la termorestringente, pena il cortocircuito della batteria.
Ci tengo a sottolineare l'importanza di fare delle buone saldature (per le quali gli unici trucchi sono saldatore ben caldo e mano ferma) in quanto queste determineranno il buon funzionamento del motore e scongiureranno la possibilità che qualche collegamento salti con l'elicottero in volo, situazione quanto mai...sgradevole!

Smontiamo il telaio: a questo punto dobbiamo inserire i servi e per farlo in modo da avere un montaggio sicuro degli stessi senza però che il nostro elicottero finito sembri un gomitolo di cavetti dovremo smontare l'intero telaio.
Preciso che alcuni modelli hanno un modo particolare per inserire i servi: invece di avere una semplice feritoia intagliata nel fianco del telaio possono esserci ad esempio degli adattatori (comodi perché permettono l'uso di servi di vario tipo e ci evitano di smontare tutto per metterli) oppure avere delle clip in plastica da usare come controdado...Addirittura, per montare un 450PRO dovremo smontare solo due pezzi del telaio, i montati principali: sistema comodo ma che costringe a preregolare i servi in tutto e per tutto perché una volta rimesso il blocco nel telaio le viti delle squadrette dei servi non sono più raggiungibili...Visto tutto questo ci conviene studiare bene il manuale per pianificare l'assemblaggio nel modo migliore e più economico in termini di tempo e tentativi.

Fine prima parte

Attilateo84 14-03-12 09:54 PM

Domanda da novello elimodellista
 
Buonasera sono nuovo del forum,ho iniziato da un po'di mesi con un elicottero coassiale e adesso vorrei qualcosa di piu',negli anni ho fatto aeromodellismo ma adesso ho deciso di partire con questa nuova esperienza,ho letto tante cose via internet e nel vostro sito per cercare di capire qualcosa,volevo chiedervi dove trovare una descrizione seria con foto ,delle parti che compongono un elicottero elettrico e i significati dei vari nomi e sigle,non riesco a trovar niente,grazie

pvtjocker 15-03-12 01:22 PM

Quote:

Originariamente inviata da Attilateo84 (Messaggio 987453)
Buonasera sono nuovo del forum,ho iniziato da un po'di mesi con un elicottero coassiale e adesso vorrei qualcosa di piu',negli anni ho fatto aeromodellismo ma adesso ho deciso di partire con questa nuova esperienza,ho letto tante cose via internet e nel vostro sito per cercare di capire qualcosa,volevo chiedervi dove trovare una descrizione seria con foto ,delle parti che compongono un elicottero elettrico e i significati dei vari nomi e sigle,non riesco a trovar niente,grazie

Ciao, benvenuto fra noi! Presentati anche nell'apposita sezione del forum (il primo link della home) così ti fai conoscere anche dagli altri membri..:)

Per rispondere alla tua domanda, che io sappia non c'è una cosa del genere...ma potrebbe essere un ottimo spunto per un altro capitolo di questa guida..:)
Se vuoi posso dirti di volta in volta come sia chiamano le varie parti, non c'è problema: apri un nuovo thread che ne parliamo lì ;) (non per nulla ma pensavo di tenere questo solo per la guida e domande o commenti ad essa relativa...giusto per facilitarne la lettura...)
A presto allora!

fabbor 18-03-12 10:19 AM

Jocker, stai facendo una guida bellissima che non ha equivalenti su altri forum e porterà molta acqua al "mulino" degli elimodellisti o aspiranti tali.
Te lo chiedo con molta umiltà e rispetto, ma che ne diresti se un giorno, diciamo alla tua prima occasione, decidessi di postare anche delle foto o un link video su assemblaggio/binding di un 450 ?
Praticamente stai scrivendo un libro e il bello è che lo stai facendo gratis dedicando tempo e buon senso.
Era quello che io e tutti coloro che si sono avvicinati da pochi mesi a questo meraviglioso hobby andavamo cercando.
Ancora una volta, grazie!

P.s.) adesso corro a stampare l'ultimo capitolo! Ciao !:)

pvtjocker 19-03-12 09:29 AM

Fabbor sono io che ringrazio te e tutti voi..Senza la spinta del vostro sostegno non credo che sarei andato molto in là...:)

Per rispondere alla tua domanda in effetti è un pò che sto girando intorno all'idea di fare o una sequenza fotografica o una videoguida a puntate (che forse è più esplicativo). Purtroppo non so usare programmi tipo Premiere per l'editing video quindi dovrei fare il video alla vecchia maniera, scrivendomi un minimo di copione e pianificando ogni puntata...e il mio cervellino è già all'opera in questo senso, per ora solo come idea, ma credo che tra non molto inizierò a buttare giù un progetto vero e proprio. :)

fabbor 19-03-12 08:30 PM

Sei un:biggrinangel:!!!!!
Ci contiamo!!!!:bohk7ar:

maxricchi 20-03-12 07:21 PM

quoto fabbor e aggiungo...:bowdown:

pvtjocker 21-03-12 10:24 AM

..farò del mio meglio ragazzi!...:)

meko 28-03-12 03:30 PM

e bravo a Joker...complimenti...vedo che sei andato parecchio avanti e ti stai dando da fare...un'esperto che abbia voglia ,tempo e pazienza per fare questa cosa ci voleva proprio. ;)

pvtjocker 29-03-12 09:34 AM

Quote:

Originariamente inviata da meko (Messaggio 992297)
e bravo a Joker...complimenti...vedo che sei andato parecchio avanti e ti stai dando da fare...un'esperto che abbia voglia ,tempo e pazienza per fare questa cosa ci voleva proprio. ;)

Eheheh..grazie grazie!..:)
Voglia e pazienza non mi mancano ma 'sti giorni il tempo scarseggia purtroppo...ne approfitto anche per scusarmi con tutti..la seconda parte del capitolo 4 arriverà presto, non temete...e se ci riesco ci sarà anche una sorpresa! :)

carcar 16-08-12 06:18 PM

elimodellista neofito..fito...fito
 
Grande ptvjoker cercavo una piccola introduzione per chi è a digiuno di elimodellismo. Per ora mi stò cimentando con un walkera 4# regalatomi da mio fratello un pò malmesso, monorotore a passo fisso ti farò sapere, per momento divorerò il tuo manoscritto (meglio di un libro di S. King) in attesa dei Cap. 6-7-8-9...........

Lagartija71 17-09-12 08:40 PM

Quote:

Originariamente inviata da pvtjocker (Messaggio 987693)
Ciao, benvenuto fra noi! Presentati anche nell'apposita sezione del forum (il primo link della home) così ti fai conoscere anche dagli altri membri..:)

Per rispondere alla tua domanda, che io sappia non c'è una cosa del genere...ma potrebbe essere un ottimo spunto per un altro capitolo di questa guida..:)
Se vuoi posso dirti di volta in volta come sia chiamano le varie parti, non c'è problema: apri un nuovo thread che ne parliamo lì ;) (non per nulla ma pensavo di tenere questo solo per la guida e domande o commenti ad essa relativa...giusto per facilitarne la lettura...)
A presto allora!

Ciao Joker,

scusa il disturbo,ho aperto un post qualche giorno fa ma non ho ricevuto risposta....
riguardo la classe 450 (ma anche le altre superiori)ho notato che molto spesso le radio utilizzate sono a 7 canali......avendo la dx6i è compatibile oppure la devo cambiare??

Grazie 1000 per le risposte

buona serata

tropicano 19-09-12 01:19 PM

ottima guida, visto che sei esperto puoi darmi un consiglio sul forum che ho postato riguardo il doublehorse 9116?
è il mio primo elicottero a singolo rotore e ancora non riesco a farlo funzionare..

pvtjocker 19-09-12 11:19 PM

Ciao a tutti e scusate l'assenza ma è un periodo piuttosto impicciato e a malincuore non riesco più a seguire il forum come una volta..
Dunque,
@tropicano: non conosco il modello, puoi darmi qualche delucidazione su di lui e sui problemi che incontri?..:)
@Lagartija71: Sì, la DX6i va benissimo per gli elicotteri quindi vai tranquillo..;)

Un saluto a voi!

Lagartija71 20-09-12 07:53 AM

Quote:

Originariamente inviata da pvtjocker (Messaggio 1049564)
Ciao a tutti e scusate l'assenza ma è un periodo piuttosto impicciato e a malincuore non riesco più a seguire il forum come una volta..
Dunque,
@tropicano: non conosco il modello, puoi darmi qualche delucidazione su di lui e sui problemi che incontri?..:)
@Lagartija71: Sì, la DX6i va benissimo per gli elicotteri quindi vai tranquillo..;)

Un saluto a voi!

Joker,

grazie 1000!:winker:

tropicano 22-09-12 04:54 PM

consiglio
 
una domanda: ho un elicottero elettrico monorotore a passo fisso. il rotore di coda mi gira bene solo in un senso mentre nell'altro senso per farlo girare devo aumentare la potenza del rotore principare. è come se "non reggesse il minimo". è una questione di settaggio va regolato o è difettoso?

fabium73 29-09-12 07:06 PM

bella guida!
 
sono un neofita di questo genere ma con i vostri consigli sono certo che imparero' presto!

madog 19-10-12 08:49 PM

Semplicemente GRAZIE
 
ottima guida mi hai chiarito le idee.
ciao:biggrinangel:

Lagartija71 30-10-12 09:09 AM

Quote:

Originariamente inviata da pvtjocker (Messaggio 985298)
CAP 3: Equipaggiamo il nostro 450

Se con gli RTF a 4 canali avevamo tutto già pronto e installato quì dovremo fare da soli...vediamo cosa serve e come è fatto, partendo dal presupposto che stiamo cominciando e che quindi ci serviranno parti adatte a "farci la mano".

Motore: ormai i motori brushless dominano il mercato. Sono motori potenti, economici, consumano poco e rendono tanto. La loro struttura, come indica il nome, non prevede le spazzole (dei carboncini che trasmettono la corrente al rotore del motore) ma si basa su un altro principio, cito Wikipedia: "La commutazione della corrente circolante negli avvolgimenti, infatti, non avviene più per via meccanica (tramite i contatti striscianti), ma elettronicamente. Ciò comporta una minore resistenza meccanica, elimina la possibilità che si formino scintille al crescere della velocità di rotazione, e riduce notevolmente la necessità di manutenzione periodica." Manutenzione che nel caso di motori particolarmente prestanti prevede la possibilità di ingrassare o sostituire i cuscinetti a sfera e l'albero principale...ma che nel caso di motori più vicini alle esigenze di un principiante si riduce quasi totalmente a 0. Per i nostri scopi servirà un motore, specifico per elicotteri, con velocità comprese tra i 2800 e i 3800 Kv (ossia giri per volt richiesti), il più gettonato è il classico 3500 Kv che offre un buon compromesso tra coppia (il "tiro" del motore, necessario per gestire efficacemente lo sforzo provocato dal rotore principale) e velocità ed è valido per tutto, dall'allenamento al 3D leggero. Sono motori che si riconoscono per la forma cilindrica con dimensioni intorno ai 28 mm di diametro per circa 35 di lunghezza. Il motore necessiterà di un pignone che trasmetta il moto alla corona e quì dobbiamo fare attenzione di comprare un pignone con un foro di diametro pari a quello dell'albero del motore. Anche se spesso e volentieri troviamo il pignone come accessorio del motore che abbiamo comprato è bene sapere che di norma i motori classe 450 hanno un albero di 3,17 mm di diametro ma che possono esistere anche con albero da 3 mm...quindi attenzione!

ESC: è un acronimo che sta per Electronic Speed Controller ed è la centralina di controllo del motore brushless. La scelta dovrà ricadere su un ESC da 30 a 45 Amp, valore che indica la corrente che lo stesso è in grado di sopportare continuamente, seguito da un altro valore di picco sempre in Ampére sostenuti per un tempo limitato...generalmente un 35A sarà più che sufficiente. In commercio troviamo ESC per tutte le tasche e generalmente ad un prezzo maggiore corrispondono non solo miglior qualità dei componenti ma anche maggior quantità di opzioni programmabili (anche se come al solito non è una regola fissa: si possono avere buoni ESC spendendo meno di 40 €): il prezzo di ESC programmabile (più avanti vedremo anche questo discorso) di media qualità si attesta tra i 25 e 45 €.

Servomotori: ne serviranno 4, tre per il piatto oscillante ed uno per la coda. Come abbiamo imparato con i 4 canali, i servomotori, più brevemente servi, sono gli attuatori dei nostri comandi e conoscere le loro caratteristiche è importantissimo in quanto definiscono molto del comportamento in volo del nostro "insettone". Lo standard per il piatto oscillante dei 450 è rappresentato dai "9 grammi" (il peso del servo cavetto escluso) ai "12 grammi" (tenendo presenti le misure delle sedi sul telaio dell'elicottero) mentre per la coda si sta diffondendo sempre di più l'uso dei grossi servi da "25 Gr.", introdotti su questa classe dal 450 PRO, che essendo più grossi sostengono meglio gli sforzi imposti dal volo 3D...nessuno ci vieta di montarli anche se non dobbiamo fare volo acrobatico: hanno il pregio di essere anche più fluidi rispetto ai "9 Gr.".
9, 12 o 25 gr., digitali o analogici, con ingranaggio in nylon o metallo, il mercato offre una quantità veramente immensa di questi aggeggini importantissimi, con prezzi dagli 8 agli oltre 80 € al pezzo. Noi possiamo spendere diciamo 10/20 € massimo per servo, non ci servono prestazioni strabilianti...l'importante è che il servo sia affidabile! Due valori da tenere molto in considerazione sono la coppia, espressa in Kg/cm, e la velocità del servo, che invece si basa sul tempo impiegato a compiere una rotazione di 60°, sec/60°, appunto. Avremo bisogno, per il piatto oscillante, di servi con una coppia compresa tra gli 1,8 e 2,5 Kg/cm e una velocità tra gli 0,12 e 0,10 sec/60°, possibilmente digitali (sono più precisi) ma anche analogici vanno bene. Ingranaggio in metallo o in nylon per il momento non è importante...Discorso leggermente diverso per il servo di coda: generalmente è richiesta una maggior velocità (tra gli 0,09 e gli 0,07 sec/60°) e, contando su un giroscopio di qualità, che sia digitale; non è vietato l'uso di un servo analogo a quelli montati sul piatto oscillante ma scegliere da subito un buon servo tagliato apposta per la coda, magari appunto da 25 Gr., ci permetterà di avere un controllo ottimale della coda stessa e potremo poi passarlo, sempre che sopravviva, su un modello più spinto che compreremo finito "l'addestramento".

Giroscopio:
...o più brevemente gyro. Essendo fondamentale per manovrare decentemente l'elicottero deve essere assolutamente di qualità! Se accoppiato con un buon servo di coda sarà il nostro miglior amico perché non c'è niente di peggio che tentare di governare un elicottero con la coda che se ne va ovunque tranne che dove vogliamo noi! Sarà quindi cosa buona comprarne uno buono da subito, del tipo AVCS (poi vedremo cos'è e come si setta questo tipo di giroscopio), di modo che, come il servo di coda, ci segua anche sui prossimi elicotteri che monteremo. Anche quì, l'offerta del mercato è ricca e se non ci si vuole rivolgere al grande marchio si può scegliere tra alcuni giroscopi economici ma validi come, ad esempio, l'Assan GA250. In alternativa si può vedere di rimediare un gyro di marca usato...ma è ovvio che, essendo un'apparecchiatura particolarmente delicata, dobbiamo stare molto attenti a cosa compriamo. E' importante dire che esistono vari tipi di gyro AVCS che si distinguono per il tipo di sensore adottato: piezoelettrico, il tipo più obsoleto e complesso da gestire..ma che fa il suo dovere; S.M.M che sta per sylicon micro machine, il tipo di sensore adottato sull'ancora valido e richiesto Futaba GY 401 e che a parità di complessità di gestione offre un controllo decisamente al di sopra di qualunque giroscopio piezo in circolazione; MEMS che sta per micro electro-mechanical system, una diavoleria nanotecnologica estramamente precisa ed economica che ritroviamo anche nei sensori accelerometrici dei nostri smartphones e che equipaggia modelli di pregio come il Futaba GY 520 ma anche economici come l'Assan di cui sopra (il fatto di costare meno dipende dalle pochissime opzioni su cui si può smanettare..cosa che però ha i suoi perché) e soprattutto molti degli ultimi giroscopi a 3 assi...

Radiocomando:
...e quì ci troviamo di fronte ad una scelta ardua: prendiamo un radiocomando semplice ed economico o ci buttiamo subito si qualcosa di altamente performante che rimarrà poi nel tempo? Analizziamo razionalmente il problema: un radiocomando economico e programmabile costa intorno ai 50 € (parlo della famosa T6 e dei suoi 1000 cloni), ha tutto quello che serve ad un elimodellista che si sta avvicinando ai modelli a passo variabile e in generale fa il suo dovere senza troppi problemi..per contro, ad un certo punto, la mancanza di alcune opzioni si rivelerà limitante. Un radiocomando più performante ci offre da subito tante interessanti opzioni...che però all'inizio ci sembreranno arabo e che soprattutto non ci servono..per contro, una volta spesi i soldi saremo più o meno a posto. Che fare dunque? Nell'ottica di farlo durare circa un anno, tempo in cui avremo ammortizzato ampiamente il suo già esiguo costo e in cui ci dovremmo essere abbastanza impratichiti da poter puntare più in alto, potremo intanto accontentarci di una radio economica, la T6 per l'appunto (cercate su google T6config e capirete di che radio sto parlando...l'avrete sicuramente già vista) che offre una gamma sufficiente di opzioni e funzionalità da settare via PC e non si comporta affatto male (io stesso ancora ne uso una ovviamente modificata, sennò non sarei io...:D) potrebbe essere una scelta più che valida. In ogni caso è importante che: il radiocomando che sceglierete sia specifico per elicotteri CCPM o che abbia la possibilità di essere programmata per essi; abbia la ricevente compresa nel pacchetto; ci siano almeno due interruttori e due manopole programmabili (vedremo poi per cosa usarli); che abbia la possibilità di settare curve (il rapporto tra posizione dello stick del gas, passo delle pale e giri del motore), Dual Rate (o D/R, un sistema che permette di cambiare la risposta dei servi in modo che siano più o meno reattivi) e sensibilità del gyro dalla trasmittente.

Batterie e caricabatterie: 3 celle LiPo, capacità tra i 1800 e i 2500 mAh per non andare troppo su col peso, scarica continua minima di 25C. Ecco la carta d'identità delle batterie che ci servono. La batteria è un componente importantissimo di un elicottero e non va mai sottovalutato, anzi...va scelto con cura e attenzione non solo per i numeri ma per la qualità delle celle e con altrettante cure e attenzioni va rodato, usato e ricaricato. Una buona batteria con quei parametri non può costare meno di una 30ina d'euro. A proposito di parametri e molto brevemente: il valore indicato con i mAh, lo ricordo, si riferisce alla capacità della batteria...quanto dura, per farla breve. Non conosco le formule con cui si calcolano i tempi a partire dalla capacità, quindi mi baso sull'esperienza e posso dire che una 3s (il numero di celle) da 2200mAh con calmeno 25 C di scarica dura più o meno 7-8 minuti in volato (che, se non si gioca troppo col gas, non richiede molto sforzo alla batteria). La scarica invece è un valore che indica, in maniera inversamente proporzionale, la resistenza interna della batteria e che possiamo considerare come la "forza della batteria", in pratica: a parità di assorbimento del sistema la batteria con un valore di scarica più alto eroga più volt (gli 11,1 volt dichiarati sono la differenza di potenziale minima della cella, la batteria carica infatti ha celle a 4,2V) il ché vuol dire, in soldoni, più giri del motore, cosa che ci porta al rovescio della medaglia: se pensiamo di usare batterie ad alti valori di scarica dobbiamo stare attenti che l'ESC regga la maggior potenza. In generale batterie tra i 25 e 35 C sono più che sufficenti a gestire le richieste medie. Batterie buone meritano un buon caricabatterie, che non deve costare meno di una 60ina di euro. Su quella fascia di prezzo si trova il famoso B6, caricabatterie polifunzionale con tutta una serie di programmi appositi per le celle LiPo..bilanciamento e storage (importante se pensiamo di non usare per parecchio la batteria) compresi...E' un'altra di quelle cose che una volta comprata e comprata bene dura a lungo e si ripaga con l'uso.

Ricambi: come accennavo nel capitolo primo, acquistando un elicottero in kit possiamo prenderne insieme un altro o due. In questo modo avremo TUTTI i pezzi che ci servono disponibili e rapidamente utilizzabili, esempio: abbiamo bisogno di sostituire un componente interno alla testa del rotore, ma ancora non abbiamo la manualità necessaria...cosa facciamo? Sostituiamo l'intero rotore rimandando a quando avremo più pratica la riparazione di quello rotto...o addirittura usarlo per...fare pratica, per smontarlo e vedere com'è fatto dentro. Non c'è niente di meglio che smanettare per capire come funziona una cosa! Se invece vogliamo (o dobbiamo) contenere la spesa iniziale possiamo prendere i singoli ricambi: pale, palini, alberi principali del rotore, alberini trasversali (feathering shaft), corone (solo la ruota dentata più grande in quanto la corona di un 450 è composta di svariate parti che difficilmente si romperanno), tubi di coda e carrello sono le parti più soggette a rompersi in caso di crash.

Attrezzi e accessori: un buon set di chiavi a cacciavite, brugole da 1,5, 2 e 2,5 mm in due o tre esemplari, pinze a becco di varie misure, pinza uniball, forbici, tronchesi, fascette sottili, guaina termorestringente, colla vinilica, colla cianoacrlica (l'attack), frenafiletti (non troppo duro), olio (di tipo denso), lubrificante al silicone (lubrifica gli attriti tra plastica e metallo, lucida e protegge le parti in plastica), nastro isolante in almeno due colori ma di uguale tipo e marca (nel caso dovessimo bilanciarci le pale) un buon saldatore, un calibro di buona fattura e un misuratore di passo...ecco tutto quello che serve. Tutta roba che vale la pena acquistare buona da subito, ci serviranno sempre e devono durare a lungo. Da non dimenticare gli spinotti per la batteria (nel caso in cui non lo avesse), l'ESC e il motore..

Termina quì questo capitolo, nel priossimo vedremo...come mettere insieme tutta questa roba!..:D


Ciao Joker,

mi è appena rrivato il kit del T-Rex450 ed avrei bisogno di alcune delucidazioni
La prima riguardante il frenafiletti,in quali casi va usato?meglio usarlo sempre ed applicarlo su tutti i filetti delle viti oppure in punti particolarmente sensibili?
La seconda riguarda i connettori da applicare sull'ESC e sul motore,quali mi consigli?
L'ultima riguardante il lubrificante al silicone.....dove esattamente va applicato?:hmm:

Ti ringrazio anticipatamente per le risposte che mi darai......buona giornata;)

mapalib 01-11-12 10:53 AM

Quote:

Originariamente inviata da pvtjocker (Messaggio 989774)
..farò del mio meglio ragazzi!...:)

siccome leggo che hai messo mano a un md500 coassiale, forse puoi aiutarmi a risolvere questo problema...

http://www.modellismo.net/forum/elic...500-usato.html

grazie! ;)


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