Vai indietro   Forum Modellismo.net > Categoria Navi e Velieri in legno > Tecniche modellistiche navali > Costruzione e finitura dello scafo
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Vecchio 24-06-08, 10:43 PM   #1
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predefinito I corsi di fasciame

Qualche giorno fa mi sono recato presso un venditore di modellismo, lo stesso venditore costruisce anche modelli in legno, lui mi ha detto che (per quanto riguarda il secondo fasciame) è sbagliatissimo rastremare i listelli a poppa e a prua, in quanto nella realtà i listelli delle navi non vengono rastremati, ma diceva di posizionare il primo listello da poppa a prua, il secondo e il terzo posizionarlo lasciando spazio a poppa e a prua, il quarto rimetterlo sano facendolo piegare sino al primo sano posizionato all'inizio, e riempire gli spazi vuoi con piccoli pezzi di fasciame.

Ma voi massimi esponenti di modellismo.. vi risulta???
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In cantiere: Nave Bombarda dell'Amati
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Vecchio 25-06-08, 03:30 PM   #2
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L'avatar di SEA.WOLF
 
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io penso che basta farsi una passeggiata nei porti e osservare le batane o altre barche in legno x avere un'idea .Quelle che osservo io hanno sicuramente le tavole di fasciame rastremate .
Per ciò che invece concerne mettere dei listelli da poppa a prua non è realistico, infatti su questo forum è spiegato abbondantemente che non esistevano degli alberi cosi' lunghi ...
... poi io non sono cosi' esperto da dire che sicuramente è cosi', per cui sicuramente sul forum ci sono altri che potranno dire il loro parere.
Ciao
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Vecchio 25-06-08, 07:24 PM   #3
alex82
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Ciao, io penso che i corsi di fasciame siano pezzi di tavole montate a 3 o 4 livelli sfalsati rastremate a poppa e prua, mi sembra la cosa piu' logica...Poi non so se allora c'era qualcuno che si divertiva a inventare corsi di fasciame diversi per dare al proprio veliero un qualcosa di diverso, un po' come facciamo noi modellisti, seguiamo il piu' possibile la logica ma chiunque di noi alla fine ci mette del suo...
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Vecchio 25-06-08, 09:14 PM   #4
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resto un po' perplesso nel leggere le affermazioni di questo signore. Sarebbe interessante fare una chiacchierata col modellista in questione, per capire lui cosa intende di preciso.

Per la lunghezza, mi pare ovvio che se consideriamo un singolo corso di fasciame lungo decine di metri, questo non può essere composto da una sola tavola, è proprio una questione di fisica realizzabilità.

Per quanto riguarda la rastrematura, mi limito a osservare che la superficie da ricoprire ha una dimensione variabile a seconda che ci si trovi a prua, a poppa o al centro dello scafo, quindi i corsi di fasciame devono necessariamente avere una larghezza diversa a seconda di dove verranno posti, se si vuole ricoprire lo scafo con lo stesso numero di tavole in ogni zona.

Vi posto qualche link a modellini conservati al museo di Greenwich

nave da 44 cannoni
nave da 50 cannoni

aprendo le immagini trovate in alto a destra il simbolo di un cannocchiale. Cliccandoci sopra otterrete una vista zoomata di una zona particolare dell'immagine, scorrendo il fasciame si nota chiaramente come i corsi dovrebbero essere messi.

E' ovvio che ci possono essere delle navi la cui particolare realizzazione può prescindere da questi schemi, ma io non ne conosco e cmq mi sembrerebbe lo stesso molto strano
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Luigi Falco

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Ultima modifica di redhawk; 25-06-08 a 09:31 PM
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Vecchio 26-06-08, 04:52 PM   #5
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Anticamente, negli arsenali navali, al momento di costruire una nuova nave, accadeva esattamente quello che succede oggi al momento di affrontare un progetto complesso: era necessario approvvigionarsi di pezzi disponibili già pronti sul mercato e bisognava costruire da zero tutto quello che i fornitori non avevano. Il contratto di costruzione (ne esistono di molto antichi, anche del ‘400 e del ‘500, ne ho trovati alcuni pubblicati) indicava tutte le dimensioni e i pesi del materiale grezzo, legname, cordame, ancore, ecc. . Vicino ai boschi dove venivano tagliati gli alberi, apposite segherie tagliavano il legname in tavole di formati standard con tutti i mutlipli e sottomultipli, ad esempio in liguria li chiamavano “squeri”, “mezzi squeri” e via dicendo. Con queste tavole dritte si fasciava tutto quello che era possibile: ponte, sovrastrutture, opera morta. Al massimo, erano lunghe sui 5-6 metri. Tenete conto che dovevano essere trasportate su carri e chiatte, più lunghe avrebbero creato problemi. Tutto il resto doveva essere tagliato su misura: il maestro d’ascia segnava e numerava nei boschi gli alberi destinati, per la loro forma, ad una precisa ordinata, o ginocchio o altro. Le tavole dell’opera morta erano fatte su misura, rastremando leggermente a prua, mai più della metà della larghezza iniziale. Soprattutto, non erano tavole dritte, ma tagliate ad “S”, per compensare la differenza di raggio delle ordinate. E’ un principio che si può seguire anche usi modelli, a patto di tagliare i listelli dell’opera viva su misura. Ciao
Francis Drake
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Vecchio 26-06-08, 11:01 PM   #6
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Originariamente inviata da francisdrake Visualizza il messaggio
Soprattutto, non erano tavole dritte, ma tagliate ad “S”, per compensare la differenza di raggio delle ordinate. E’ un principio che si può seguire anche usi modelli, a patto di tagliare i listelli dell’opera viva su misura.
confermo tutto, tant'è che sto adottando proprio questa tecnica per il fasciame della mia Syren. Devo dire che è un lavoraccio, ma sono proprio contento di come sta venendo, secondo me ne vale la pena
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Luigi Falco

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Vecchio 19-09-08, 11:40 AM   #7
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pier65 è un newbie...
predefinito Primo Comando

Ciao a tutti.
Sono Pierpaolo da Rapallo (GE), ex modellista in plastica. Ho praticato il modellismo statico a fasi alterne per circa venti anni (detta così mi fa sembrare un veterano espertissimo ma non è questa la realtà), facendo parte di un club genovese per un certo tempo, il Circolo Culturale G.Garibaldi. Della mia passata attività sono rimasti un certo numero di scatole di montaggio e una discreta documentazione in libri e riviste.
Purtroppo, come spesso succede, sono entrato nel tunnel tardi ma mi sono “infognato” di brutto, recuperando in fretta. Fra i miei pusher preferiti c’è stato l’editore Albertelli di Parma che, con dosi sempre maggiori di Squadron Signal, Osprey ecc. associate alle nottate spese a carteggiare fusoliere e raccordi alari, mi ha fatto precipitare in un vortice dal quale sono uscito con fatica. Altro che “smetto quando voglio”…
E’trascorso parecchio da quando ho chiuso, nel frattempo ho cercato di non sfogliare libri e riviste, perché la sola vista della loro costola sugli scaffali mi provoca fremiti allarmanti.
La Bestia tuttavia si sa, è sempre in agguato.
La concomitanza di due fattori, ha fatto sì che le mie difese si indebolissero ed ora mi trovo nuovamente ad un passo dall’abisso: essi sono Patrick O’Bryan e la presenza in casa di un modello in legno fermo da trent’anni.
Nel 1976 (avevo undici anni) mi fu regalata la scatola di montaggio della Toulonnaise, una splendida goletta francese dei primi decenni dell’ottocento.
Magnifica, a mio dire, snella e dalla velatura curiosamente mista.
Avviammo la costruzione mio padre ed io ma, il poco tempo a disposizione e la mancanza di conoscenza della terminologia marinaresca, hanno incagliato il povero scafo al primo fasciame più parte del tavolato di coperta. Da più di trent’anni è lassù, su di uno scaffale: un delitto! Anzi, verrebbe da dire un relitto…
Da un po’ di tempo medito di riprendere la costruzione e portarla a termine in qualche modo, è lo spirito maligno del modellista che me lo suggerisce.
Le letture di P.O’Bryan hanno fatto il resto.
Mi rivolgo quindi ai Modellisti Navali.
Bozzelli, scalmotti, candelieri e fiocchi, terzaruoli e gabbie non debbono più avere segreti.
Per questo vi chiedo aiuto.
Dovevo attendere l’era dell’informatica per riprendere contatto con il legno di cui sopra: una volta gli appassionati di navi in legno mi sembravano un elite un poco spocchiosa e piena di sussiego, nonché molto gelosa della propria arte.
Forse sbagliavo ma ora mi pare tutto molto più accessibile.
Aiutatemi ad interpretare i disegni che cercherò di allegare; probabilmente sono chiarissimi ma non per me, o forse la faccio più grossa di quanto non sia.
Accogliete il neofita che non mancherà di assillarvi se glie ne darete modo; scusatelo quindi per questo.
Ringrazio in partenza per i consigli, i suggerimenti e le traduzioni che vorrete regalarmi, insieme ad un pochino delle vostre conoscenze.
Alla prossima.
Pier65
pier65 non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 01-12-08, 09:31 PM   #8
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giangi77 è un newbie...
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scusate. per quando so io che le tavole nn erano continue questo e la realta dato che nn esistono alberi così lunghi ma dalla scuola fatta dal mio nonno che ora nn ce più e che era un maestro d'ascia di quelli bravi diceva che il fasciame era comunque rastremato e inoltre la tecnica corretta della posa del fasciame eè quello di metterre un listello si ed uno no lasciando lo spazio per il listello ma questo nel modellismo nn lo si fa dato che il legno dei listelli per la maggior parte delle volte e secco per cui mettiamo i listelli uno dietro l'altro facendo le dovute rastremature ai listelli. io nei miei modelli nn avevo mai usato il doppio fasiame ho sempre usato uno singolo facendo con il pirografo le varie intaccature che da a sembrare la tavola. ma il mio prossimo modello vorro provare a fare in questo modo per sperimentare le nuove tecniche ed inoltre l'utilizzo del doppio fasciame lo richiede " la matua model e la panart" dato che io come piani di costruzione ho utilizzato quelli dell' aeropiccola e l'amati che mi ha lasciato miio nonno.

sono contento di aver trovato questo forum dato che molto bello leggere i pareri degli altri costruttori di modellismo.
giangi77 non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 02-12-08, 08:47 AM   #9
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Ciao Giangi,

questa tecnica di cui ti parlava tuo nonno mi incuriosisce, ma non sono sicuro di averla capita al 100%... praticamente, si metteva un pezzo di un corso di fasciame e poi, invece che continuare a inchiodare le tavole di quello stesso corso, si passava al successivo? Se è così, sapresti spiegarci come mai si procedeva in questo modo? (immagino che possa servire a dare più solidità allo scafo mentre lo si costruisce, ma non ne sono sicurissimo...)
Ciao e grazie
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Luigi Falco

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redhawk non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 02-12-08, 10:29 AM   #10
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drake1500 è un newbie...
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NON sono espertissimo ma al punto in cui sto col mio fasciame, sto notando che i listelli vanno rastremati la dove iniziano a sovrapporsi al listello superiore, quindi penso che con la stessa tipologia di interpretazione, invece di iniziare la rastremazione nel punto di sovrapposizione, secondo sta tecnica si interrompe bruscamente di netto il corso e si passa a quello inferiore e cosi via, e la dove il corso può correre liberamente senza sovrapposizioni si lascia intero...
... ma pensate alla difficoltà di dare continuità ed integrità allo scafo mettendo in differita gli spicchi mancanti derivanti da questa tecnica
... e oltretutto la difficoltà nel morsettarli nelle giuste posizioni, la dove magari manca anche l'appoggio giusto
secondo me la cara e vecchia tecnica rimane migliore, anche dal punto di vista estetico
__________________
S'i fosse fuoco, arderei 'l mondo...s'i fosse vento, lo tempestarei...s'i fosse acqua, i' l'annegherei...s'i fosse Dio, LI FURMINEREI!
guarda la mia GOLDEN HIND in progress
drake1500 non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 02-12-08, 02:34 PM   #11
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giangi77 è un newbie...
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ciao forse nn mi sono spiegato nella realta anche tutt'ora nelle costruzione delle barche ora te lo spiego con un unico listello allora tu parti con il primo listello facendo le rastremature sia a prua e poppa poi il successivo listello cioe il 2 nn veniva inciodato ma si prendeva la distanza su tutte le ordinate e si passava al 3 listello e cosi via una volta finito tutto il fasciame ad ambi i lati si passa per cosi dire ai listelli pari apportando altre alle rastremature prua e poppa.

certamente i tempi passati erano dei maestri con la m maiuscola erano veramente bravi.
tutto quest operazione veniva fatta dato che le tavole di legno seccandosi si restringevano.
giangi77 non è in linea   Rispondi quotando
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