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Vecchio 24-08-09, 02:40 PM   #1
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Ecco un’immagine di un aggeggino semplice da costruire e far funzionare, molto utile per migliorare l’estetica di un modello: si chiama....boh, facciamo rollasartie? Questo risale a qualche anno fa, pensato per le sartie della bombarda, ma le misure vanno ancora bene per la saettia: in sostanza è una semplice stecca del primo legnaccio che trovate in giro, con due profili sagomati come quello che vedete (l’altro è speculare). Un foro al centro della lastrina verticale, un pezzaccio di filo di ferro attorcigliato in modo da formare un uncino all’interno e una manovella all’esterno, più un morsetto per tenere il tutto fermo sul tavolo. Si fissa la cima da fasciare agli uncini posti ai due lati, poi con un nodo e una goccia di attak si fissa un filo più sottile, io uso quello normale da cucito, ad una delle estremità. Girando la manovella, si attorciglia il filo alla cima. Contemporaneamente si bagna il tutto con colla diluita in acqua per rafforzare il tutto, nel mio caso ho aggiunto colore per insozzare e rendere grigia la cima. A tanti giri da un lato, devono corrisponderne altrettanti dall’altro, altrimenti la cima va troppo in tensione e si spezza. La lunghezza è fissa, si tratta di un coso talmente rudimentale da poter essere costruito ad hoc per ogni modello, in caso di forti variazioni nelle dimensioni delle manovre. Come dicevo, si tratta di un accorgimento che previene l’usura delle cime poste a contatto tra loro o con altre parti della nave; andando a memoria sono fasciate le prime sartie verso prua, che sfregano contro vele, scotte e pennoni, poi la parte alta delle sartie che viene usata per l’incappellaggio, le parti delle manovre che vanno a contatto con bigotte e bozzelli, gli stroppi e via dicendo. Se ci sono domande son qua, ciao
FD
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Vecchio 05-03-10, 11:01 AM   #2
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L'avatar di zakimor
 
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Ecco un’immagine di un aggeggino semplice da costruire e far funzionare, molto utile per migliorare l’estetica di un modello: si chiama....boh, facciamo rollasartie? Questo risale a qualche anno fa, pensato per le sartie della bombarda, ma le misure vanno ancora bene per la saettia: in sostanza è una semplice stecca del primo legnaccio che trovate in giro, con due profili sagomati come quello che vedete (l’altro è speculare). Un foro al centro della lastrina verticale, un pezzaccio di filo di ferro attorcigliato in modo da formare un uncino all’interno e una manovella all’esterno, più un morsetto per tenere il tutto fermo sul tavolo. Si fissa la cima da fasciare agli uncini posti ai due lati, poi con un nodo e una goccia di attak si fissa un filo più sottile, io uso quello normale da cucito, ad una delle estremità. Girando la manovella, si attorciglia il filo alla cima. Contemporaneamente si bagna il tutto con colla diluita in acqua per rafforzare il tutto, nel mio caso ho aggiunto colore per insozzare e rendere grigia la cima. A tanti giri da un lato, devono corrisponderne altrettanti dall’altro, altrimenti la cima va troppo in tensione e si spezza. La lunghezza è fissa, si tratta di un coso talmente rudimentale da poter essere costruito ad hoc per ogni modello, in caso di forti variazioni nelle dimensioni delle manovre. Come dicevo, si tratta di un accorgimento che previene l’usura delle cime poste a contatto tra loro o con altre parti della nave; andando a memoria sono fasciate le prime sartie verso prua, che sfregano contro vele, scotte e pennoni, poi la parte alta delle sartie che viene usata per l’incappellaggio, le parti delle manovre che vanno a contatto con bigotte e bozzelli, gli stroppi e via dicendo. Se ci sono domande son qua, ciao
FD
un attrezzo di una semplicità unica rispetto a tutti quelli che si vedono in rete costruiti con complicati ingranaggi...bravo.

scusa ma dalla foto non si capisce bene come fai a garantire che i due uncini girino insieme (poichè mi pare di capire che non sono collegati da un albero distributore del movimento da uno dei due all'altro) e contemporaneamente a reggere il rocchetto di filo che fascia perchè resti in costante tensione,si svolga e si sposti da un lato all'altro seguendo il procedere delle spire della fasciatura.
occorre l'aiuto di una terza persona?
e senza un sistema a motore come riesci a far ruotare in modo rapido gli uncini?(secondo me occorre per garantire un avvolgimento veloce e dotato di una certa continuità di rotazione,altrimenti il filo si avvolge con imprecisione).
grazie
ciaooooo
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Vecchio 05-03-10, 11:57 AM   #3
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L'avatar di Alby95
 
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Visto che si parla di aggeggi per fasciare i cavi intanto io ho cominciato a costruire il mio. La costruzione è davvero semplicissima ( ancora mancano i due ganci e la manovella) da una tavola di legno abbastanza robusta ho ricavato i tre blocchi che lo compongono, le misure per quanto riguarda la tavola alla base : circa 90 cm di lunghezza, 10 di largezza e 5 di altezza. Le altre due tavole alle due estremita misurano 22 di altezza. Ora non resta che forare e inserire i ganci e la manovella. COnsiglio infine a tutti di esegure questo semplicissimo attrezzo, il vostro modello ci guadagnerà molto...!

Sono ancora indeciso se motorizzarla con un vechhio motorino o lasciarla a manovella...che mi dite? Già vista la scala del modello mi è stato consigliato di non motorizzarla.

P.S Il prossimo sarà l avvolgi cavi, li ci vorrà un pò più ti tempo...

Ciao Alberico
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Vecchio 05-03-10, 05:01 PM   #4
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Rispetto alla macchinetta commettitrice, questa richiede piu’ sensibilita’ e manualita’, la vedo molto difficilmente automatizzabile, provo a farti capire perche’. I due uncini non ruotano insieme, anche perche’ non e’ detto che ad x giri dell’uno corrispondano x giri dell’altro, in quanto c’e’ la presenza del filo “fasciante” e della colla molto liquida, che creano tensioni aggiuntive al filo da fasciare. Io lo uso tenendo il rocchetto nella mano sinistra, mentre con la destra agisco sul primo uncino; la tensione va via via aumentando, finche’ devo agire sul secondo uncino, quello piu’ lontano, per allentarla; di solito occorrono meno giri, sul secondo uncino; l’avvolgimento non avviene molto velocemente, perche’ si rischia di far saltare il filo fasciante, creando un nodino o uno spazio vuoto sul filo da fasciare; la mano sinistra, che tiene il rocchetto, non si sposta da un lato all’altro, resta sempre dalla stessa parte ma deve spostarsi poco a poco lungo il filo da fasciare, verso la parte che resta ancora da rivestire; bisogna tenere il rocchetto tra le dita in modo che sia libero di girare su se stesso per lasciar srotolare il filo; basta una sola persona, il coso e’ poco piu’ lungo di una sartia doppia, alla fine basta uno spostamento del braccio per toccare i due estremi; ribadisco che non e’ una questione di velocita’, qui conta dosare la tensione sui due fili, quello da fasciare e quello fasciante, e calibrare bene lo spostamento della mano sinistra nel verso di avanzamento, altrimenti si creano nodi o buchi. Puo’ sembrare strano, ma e’ un’operazione molto rapida, soprattutto a confronto della commettitrice, che ha molte piu’ variabili in gioco da controllare. Ciao
FD
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Vecchio 05-03-10, 05:15 PM   #5
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Rispetto alla macchinetta commettitrice, questa richiede piu’ sensibilita’ e manualita’, la vedo molto difficilmente automatizzabile, provo a farti capire perche’. I due uncini non ruotano insieme, anche perche’ non e’ detto che ad x giri dell’uno corrispondano x giri dell’altro, in quanto c’e’ la presenza del filo “fasciante” e della colla molto liquida, che creano tensioni aggiuntive al filo da fasciare. Io lo uso tenendo il rocchetto nella mano sinistra, mentre con la destra agisco sul primo uncino; la tensione va via via aumentando, finche’ devo agire sul secondo uncino, quello piu’ lontano, per allentarla; di solito occorrono meno giri, sul secondo uncino; l’avvolgimento non avviene molto velocemente, perche’ si rischia di far saltare il filo fasciante, creando un nodino o uno spazio vuoto sul filo da fasciare; la mano sinistra, che tiene il rocchetto, non si sposta da un lato all’altro, resta sempre dalla stessa parte ma deve spostarsi poco a poco lungo il filo da fasciare, verso la parte che resta ancora da rivestire; bisogna tenere il rocchetto tra le dita in modo che sia libero di girare su se stesso per lasciar srotolare il filo; basta una sola persona, il coso e’ poco piu’ lungo di una sartia doppia, alla fine basta uno spostamento del braccio per toccare i due estremi; ribadisco che non e’ una questione di velocita’, qui conta dosare la tensione sui due fili, quello da fasciare e quello fasciante, e calibrare bene lo spostamento della mano sinistra nel verso di avanzamento, altrimenti si creano nodi o buchi. Puo’ sembrare strano, ma e’ un’operazione molto rapida, soprattutto a confronto della commettitrice, che ha molte piu’ variabili in gioco da controllare. Ciao
FD
Ciao FD, tutto molto chiaro, l'unica che mi sfugge è il metodo da usare per la colla/vinavil: qual'è precisamente il momento della sua posa? prima, durante o dopo la fasciatura? scusami ma a volte sono proprio duro di "comprendonio".
__________________

Matteo


Quando va che quasi basta, non toccar se no si guasta!!!
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Vecchio 05-03-10, 06:47 PM   #6
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Anche io mi pongo la stessa domanda per far tenere il cordame con sui si fascia il cavo....
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Vecchio 06-03-10, 09:03 AM   #7
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Prima, durante e dopo: prima spennello la cima da rivestire ed il filo, per alcuni centimetri, facendo in modo che siano entrambi ben bagnati; a proposito, la colla deve essere molto diluita, praticamente liquida; quindi avvolgo; durante questa operazione parte dell'acqua viene strizzata via dal filo che si stringe sulla cima; quando ho avvolto tutto il filo per la parte che avevo bagnato, rispennello e ricomincio; nel frattempo spennello anche la cima avvolta in precedenza; quando sono arrivato alla fine della cima, fisso filo e cima con una goccia di attak; rispennello ancora piu' volte la cima fasciata, asciugando eventuali gocce che potrebbero produrre antiestetici grumi; per ultimo, taglio via dagli uncini la cima. La differenza tra una cima trattata in questo modo, rispetto ad una asciutta, e' che acquista peso, consistenza, smette di essere un pezzaccio di refe contorto. Il discorso vale anche per le cime non fasciate, tra l'altro posso invecchiare e tingere la cima come e quanto preferisco, aggiungendo colori alla diluizione, e posso darle una forma, a duglia, oppure semplicemente poggiata sul ponte, simulando l'effetto della gravita' che altrimenti non ha effetto sul refe non trattato. Ciao
FD
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