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Vecchio 24-02-12, 07:26 PM   #17
pvtjocker
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pvtjocker inizia ad ingranare.
predefinito Piccola guida all'elimodellismo. Parte seconda - elicotteri a passo variabile

Come preannunciato, in questa seconda parte, dopo uno sguardo veloce ai modelli monorotore a passo fisso, inizieremo a conoscere nel dettaglio gli elicotteri a 6 canali o, se preferite, a passo variabile. Ma andiamo con ordine...

CAP 0: ELICOTTERI A PASSO FISSO

Come abbiamo visto all'inizio della prima parte, si tratta di una categoria di elicotteri a metà tra i coassiali, con cui condividono i concetti fondamentali del rotore (architettura relativamente semplice, pale sagomate in modo da ottenere portanza solo con l'aumento dei giri del motore), avionica integrata nella maggior parte dei casi, 4 canali, capacità di volo relativamente limitate, e i modelli appunto a passo variabile, con cui invece hanno in comune l'architettura generale (un rotore principale e un rotore di coda) e quindi un'instabilità intrinseca più accentuata il ché si traduce in una maggior agilità nelle manovre e in un volo in generale più brillante rispetto al coassiale rimanendo però più facili da controllare, gestire e manutenere rispetto ai più complessi elicotteri a passo variabile.

Le fasi preparatorie al volo di questo tipo di macchine sono le stesse di quelle viste per i coassiali (capitoli 2 e 3 della prima parte) ma, se già andavano fatte con attenzione sul coassiale, su questa categoria vanno fatte con ancor più cura: infatti il primo impatto che avremo portando in volo questo tipo di elicottero subito dopo aver fatto la mano coi coassiali sarà quello di...un'anguilla che ci sguscia tra le mani ed è presto spiegato il perché: un solo rotore, un solo motore ma ben più potente di quelli dei coassiali, un piccolo rotore di coda. La spinta dell'aria verso il basso è più forte e molto meno bilanciata rispetto al coassiale e il piccolo rotore di coda non agisce vettorialmente annullando la coppia del rotore principale come nel coassiale ma solo aerodinamicamente spingendo aria nella direzione opposta a quella in cui tente a girare il corpo dell'elicottero per effetto della coppia impressa dal rotore.
Inoltre il singolo rotore principale produce un effetto aerodinamico (che ora sarebbe lungo da spiegare in dettaglio) per cui il corpo dell'elicottero tenderà a stare leggermente inclinato verso destra..e quindi a traslare in quella direzione...Va da sè che qualunque sbilanciamento dovuto magari alla batteria messa male a ad un non perfetto trimmaggio non farà che peggiorare la situazione.

Altra cosa importante è NON accostarsi a questi modelli con l'eccesso di sicurezza dovuto all'esperienza con il coassiale: non volano allo stesso modo. Ora, messa così sembra che i poveri elicotteri a passo fisso siano una specie di mostri ingovernabili...non è così ovviamente...basta solo saperli prendere e avvicinarcisi col dovuto...rispetto..

Questo discorso ci porta direttamente al primo volo, ricordando che a differenza meccanica corrisponde differente performance. Sarà quindi opportuno, prima di affrontare il battesimo dell'aria del nostro nuovo "passo fisso" (che per brevità d'ora in avanti chiamerò FP, dall'inglese fixed pitch), acquistare un pò di ricambi quali: pale, corone, alberi principali, rotore di coda (o palini se il nostro FP è dotato di coda a passo variabile) e un paio di carrelli (archi e pattini).
Un altro accessorio da prendere seriamente in considerazione è il Training Kit, un semplice accessorio composto da 4 stecchette di carbonio, 4 palline di spugna delle dimensioni di una pallina da ping pong da infilare alle estremità di ciascuna stecchetta e da un giunto in plastica in cui infilare le stesse 4 stecchette: questo "coso" si posiziona sotto la pancia dell'elicottero in modo che le stecche poggino al di SOPRA dei pattini e non il contrario (in pratica l'elicottero che poggia sul training kit) per la semplicissima ragione che le stecche in carbonio sono piuttosto elastiche e con il peso dell'intero elicottero sopra il training kit si trasformebbe in una "molla" che in caso di atterraggio pesante potrebbe far cappottare l'elicottero con gli effetti che ben immaginate...peggio ancora le stecche potrebbero spezzarsi e finire contro il rotore...
Ma a che serve in effetti il training kit? Nella sua semplicità questo accessorio è forse il miglior amico di un pilota principiante autodidatta (io stesso lo uso ancora quando devo collaudare qualcuno dei miei...esperimenti): previene i cappottamenti in fase di decollo e atterraggio, ammortizza gli atterraggi pesanti (entro certi limiti, chiaramente), evita che il rotore vada a sbattere contro un ostacolo (un muretto, ad esempio, o comunque qualcosa di larghezza almeno pari alla distanza tra due palline) in quanto generalmente più largo del rotore, essendo un peso in più sotto all'elicottero ne abbassa il baricentro e ce lo rende più facile da governare (roba di poco ma comunque apprezzabile...) e, ultimo ma non meno importante, migliora la visibilità dell'elicottero se stiamo volando all'aperto riducendo quindi la possibilità di errori di manovra dovuti ad un'errata percezione della posizione dell'elicottero nello spazio...capita più spesso di quanto si può pensare ed è il motivo per cui le capottine sono spesso dipinte di colori sgargianti.

Siamo nel nostro spazio di volo, abbiamo fatto i controlli prevolo (gli stessi descritti nei capitoli 2 e 3 della prima parte della guida), assicurato il training kit ai pattini (mi raccomando: deve rispettare quanto più possibile il bilanciamento della macchina) e siamo pronti al battesimo dell'aria! Diamo gas con delicatezza ma decisione cercando di mantenere dritto l'elicottero durante l'ascesa con tocchi sempre delicati sugli stick e portiamo l'elicottero a circa un metro e mezzo di quota...abbiamo sicuramente già avuto modo di renderci conto di quanto l'FP sia più agile e svelto nelle reazioni rispetto al nostro buon vecchio coassiale e quì ci vuole una precisazione: è vero che ho detto che bisogna evitare di strafare...questo non vuol dire però aver paura: nel portare e mantenere in hovering il nostro FP dobbiamo sì essere delicati ma anche sciolti...la paura di sbagliare porta ad essere rigidi e a "recuperare" un eventuale errore in maniera troppo drastica..se la cosa non crea grossi problemi ai comandi di un coassiale si rivelerà invece fatale pilotando un monorotore di qualsiasi genere. Tenteremo le stesse manovre che ho descritto nel capitolo 5 della prima parte, ne più e ne meno, per prendere bene confidenza con le reazioni dell'elicottero...compreso il girare l'elicottero di muso tenendo presente che, se il coassiale ci aiutava rimanendo stabilmente in aria, il nostro FP non si comporterà così. Ci prenderemo perciò il tempo che ci serve, senza fretta e affrontando le nuove difficoltà una alla volta. Quando riuscermo in quest'ultima manovra la strada che dovremo affrontare nel pilotaggio di un 6 canali sarà per lo più tutta in discesa..

A presto...e come sempre commenti, domande, precisazioni, critiche costruttive...insomma qualsiasi contributo sarà più che ben accolto!
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Gny.Sgt. Hartmann: "Well, no s**t. What have we got here, a f**king comedian? Private Joker. I admire your honesty. Hell, I like you, you can come over to my house and f**k my sister"
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