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Vecchio 23-03-10, 12:04 PM   #16
francisdrake
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Esimi colleghi ammiratori del legname anfibio, caro Zakimor, prendo spunto dal tuo post ed affronto la questione da un altro punto di vista, giusto per amore di discussione ed anche perche’ il forum viene letto da molte persone che sono ai primi passi in questa attivita’, per cui fornire ulteriori spunti puo’ essere importante. Personalmente, sono sempre stato contrario alle classificazioni che tendono a distinguere in migliore e peggiore, alto e basso, corretto e sbagliato. Ho le mie opinioni su cio’ che preferisco o meno, ma cerco sempre di guardarmi intorno a 360 gradi, per avere il piu’ possibile il quadro completo della situazione, per non precludermi mai strade che potrebbero rivelarsi interessanti. Esistono molti modi di fare modellismo navale, per il semplice fatto che nel corso dei secoli ci sono stati molti motivi per costruire una piccola imbarcazione in scala: offerte votive, ex voto, semplici decorazioni, modelli di studio, modelli per gli ammiragliati, per gli armatori ed altro ancora. Noi che lo facciamo per divertimento, siamo i primi ad avere la liberta’ di ispirarci alla tecnica del passato che piu’ ci piace, sia per ragioni estetiche, sia per il piacere del costruire quel particolare tipo di modello. Le ragioni che ti guidano nella scelta dei modelli che prediligi, mi riferisco ai modelli non realizzati su commissione, quelli rispondono ad altre logiche, sono legate alla grande cantieristica europea del ‘600 e del ‘700 per lo piu’ di tipo militare e presumo anche alla storia che quelle navi e quelle marinerie hanno attraversato. E’ una parte della pittura, che tra l’altro a me piace molto, infatti sto meditando se iniziare un’olandese con controcivada, ma c’e’ altro, che non classificherei come minore nel senso dell’importanza, ne’ “-etto”, o “-ucolo”, ne’ falso, da contrapporre a cio’ che e’ vero e “alto”. Per prima cosa, non dimentichiamo mai l’oggetto del nostro interesse e l’ambiente in cui si muove: navi o barche che siano, sono mezzi di trasporto su mare, fiume o lago, sono oggetti reali che esistono o sono esistiti ben al di fuori di un museo navale; modellisti esperti o meno, sarebbe sempre opportuno dedicare una piccola parte di tempo all’osservazione dal vero, per capire come funziona una barca, come viene vissuta, come interagisce con gli elementi a cui e’ stata dedicata, che non sono la teca ed il museo ma il mare ed il vento. Non e’ una perdita di tempo, perche’ nella maggior parte dei casi l’osservazione permette di aggiungere al modello qualcosa di vivo: sara’ un caso, ma i modelli disegnati e costruiti da chi in mare c’e’ andato anche solo un po’ hanno quel “qualcosa” in piu’, sia nella scelta del soggetto, sia nella finitura, che non troverete mai spiegato su nessun manuale. L’osservazione diretta, ad esempio, permette di capire che c’e’ altro di piu’ affascinante di rango e dimensioni, come ad esempio la velocita’ e la manovrabilita’: mi e’ capitato di sfiancarmi per stare dietro ad una certa lancia degli anni 20 armata a vela latina, sbandata a quasi 45 gradi di bolina sfidando le leggi della fisica, sparata a velocita’ stupefacente per la sua eta’; ogni volta che posso osservarla in secca, perdo ore ad ammirarla. Il Vasa e’ impressionante per dimensioni, ma...non funzionava, e’ un monumento all’incapacita’ umana. Altri vascelli pluripontati e iperarmati non manovravano, erano lenti come bradipi, combattevano all’ancora, mentre sciabecchi, cutter e altre navi appoggio giravano loro intorno in velocita’. Per carita’, vascelli bellissimi e potentissimi, ma non per questo va dimenticato tutto il resto. Ne’ va tralasciato che la storia si e’ fatta si’ con le battaglie, ma anche con uomini comuni e merci che per secoli hanno viaggiato sui tartane, leudi, gozzi, pinchi e via dicendo: imbarcazioni efficientissime, affinate da secoli di evoluzione, capaci di stringere il vento e di muoversi alla prima brezza, con poche manovre rapidamente gestibili da pochi uomini. I modelli di arsenale sono interessanti e importanti, ma quando si entra nella chiesa del Soccorso di Forio d’Ischia ci si trova circondati da ex voto pluricentenari, polverosi e imperfetti, ma che raccontano storie di marinai veri che stavano per lasciarci la pelle ed hanno costruito quell’ex voto dopo uno scampato naufragio. Fa effetto, garantisco, anche se si tratta di naviglio molto poco pregiato. Insomma, tutto questo sproloquio e’ per rimarcare l’importanza non solo dei vascelli di rango e dei modelli di cantiere ma di tutto cio’ che puo’ navigare, possibilmente bene, dal gozzetto del nonno, beato chi ce l’ha e sa che cosa si prova a farci un giro intorno ai faraglioni, ai trimarani da giro del mondo. E’ anche per rimarcare che bisogna stimolare la curiosita’ di chi comincia, senza stabilire steccati tra cio’ che e’ vero e falso. E’ per sostenere la massima liberta’ di imbrattare, sporcare, sperimentare tecniche, divertirsi modellando, senza spendere soldi e tenendo sempre accesi i neuroni, mentre Zakimor e chi e’ al suo livello faranno grandi cose ricercando per non perdere la memoria e soprattutto per trasmettere a chi inizia. Buon divertimento, a presto
Francis Drake
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